#obiettivolettura | Lucia Visca, Edizioni All Around: Riscoprire il piacere della lettura? Ci vorrebbe un Rodari
All’alba della terza età, dopo una vita di giornalismo, mi sono affacciata all’editoria libraria. E ho fondato Edizioni All Around. Con la carta stampata ho sempre lavorato. Quotidiani dal 1972, con qualche digressione nei periodici. Sempre, con rigore e determinazione, parola scritta. Il passaggio ai libri non è stato poi così difficile. Come non è stato difficile scoprire, in un battito di ciglia, una costante che accomuna tutti. L’editoria è povera. Lavorare con i libri, in particolare, e con la carta stampata, in generale, chiede passione, pazienza e spirito di sacrificio. Per chi ce l’ha anche un solido conto in banca.
Scriviamo e leggiamo in una lingua che per lo più va tradotta. Non possiamo approfittare del privilegio di inglese e spagnolo, letti e parlati da miliardi di persone. Non possiamo neanche sognare il mercato cinese, sufficiente anche se ristretto nei confini nazionali. Dobbiamo sperare che qualcuno ci traduca. Perché un libro, anche e oltre la trasmissione di un’idea, è un prodotto da commerciare, ha una filiera, un indotto.
In Italia sembra aver preso piede la cultura del gratis, in barba a diritti e copyright. Fioriscono le iniziative di bookcrossing, prestiti, circoli di lettura. E ben vengano. Purché i libri circolino e torni ad affermarsi una cultura della lettura va tutto bene. Ma nelle librerie spesso poche copie di un titolo si riempiono di polvere prima di trovare qualcuno disposto a farne lettura da comodino. In un panorama tutt’altro che rose e fiori, poi, mancano gli aiuti, una seria legge sulla carta stampata e anche la recente legge sul libro sembra più che altro un pannicello caldo.
E allora facciamo un gioco. Proviamo a immaginare che cosa sarebbe stata la nostra vita senza libri. Facciamo un gioco, come mi ha insegnato Gianni Rodari nei primi anni della mia carriera giornalistica, quando la gavetta prevedeva di assisterlo per il mitico Caro Anno Nuovo di Paese Sera, inventato proprio per avvicinare i bambini alla speranza e alla parola scritta. Ai partecipanti, alunni delle elementari e medie, si regalavano libri. Non c’erano vincitori e classifiche, il gioco più democratico del mondo. Rodari leggeva e sceneggiava pagine di quei libri per il pubblico rumoroso dell’appuntamento annuale di Caro Anno Nuovo. Quando poi andava a trovare le classi, una a una, scopriva che letture e sceneggiate avevano generato piccole recite scolastiche e, soprattutto, tante curiosità. Sulle pareti di fondo delle aule erano comparse piccole biblioteche, buon auspicio di abitudini che i bambini si sarebbero trascinati dietro fino all’università, chi poteva. Ma erano gli anni 70 del secolo scorso. Bisognerebbe rifarlo, e ci vorrebbe un Rodari.
Comincio io a giocare, tanto per dare il buon esempio. Libri ne ho sempre avuti, a casa non si navigava nell’oro ma alle feste comandate un pacchetto rigido e rettangolare con un tesoro dentro mi aspettava sempre. E’ cominciata così. Da Nano Pancetta che non sapevo ancora leggere ai Promessi sposi letti in cantina, di nascosto perché secondo maestra e genitori non era adatto una bambina di dieci anni.
E’ andata avanti con decine, centinaia di titoli. Solo uno, però, si è conquistato il diritto di essere riletto tutti gli anni: La lettera scarlatta scritto da Nathaniel Hawthorne nel 1850. Un caposaldo della letteratura americana. Per me molto di più. Un viaggio fantastico nel New England, in quell’America così diversa, e sognante, dagli stereotipi western e mafia proposti dal cinema di genere. Il mio primo viaggio letterario l’ho fatto su quelle pagine, aiutata a scoprire ogni luogo e ogni pianta dal Nuovissimo Melzi, dizionario enciclopedico pieno di freccette, rimandi, si direbbe oggi link e ipertesti. Che poi tanto nuovissimo non era visto che data anni 80 dell’800. Un albero della memoria come dio comanda, capace di farti trascorrere un pomeriggio di puro piacere.
Perché con i libri è così. O ti diverti o non servono a niente. Ci penso quando sfoglio “Per essere felici”, di Rina Maria Pierazzi, con prefazione di Francesca Romana Gallerani, uno dei nostri reprint. Un piccolo garbato galateo per signorine anteguerra, la Seconda mondiale. Ogni pagina sembra un fotogramma estratto dalla commedia sofisticata o da un film nostalgico di Pupi Avati. In questi primi cinque anni di esistenza abbiamo pubblicato tanti libri, ma leggere consigli di buon senso su come si sta a tavola con la suocera mi mette sempre di buon umore.
Se proprio devo tirare un bilancio, prevale una convinzione: senza libri significa accettare di vivere senza fantasia, senza fughe in avanti. Anche quando guardi indietro e ti accorgi che quest’anno non hai ancora riletto La lettera scarlatta. E’ il momento di farlo.
Lucia Visca
Fondatrice Edizioni All Around