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Made in Italy, Alleanza Coop Cultura: necessario riconoscere le imprese culturali e creative

 

13 ottobre 2023 – “Auspichiamo che sia finalmente possibile raggiungere l’obiettivo del riconoscimento delle imprese culturali e creative, finalmente superando gli interventi emergenziali e inevitabilmente frammentati dettati dalle conseguenze della pandemia. Il Covid-19 ha, infatti, fatto emergere con chiarezza le criticità del settore e la carenza degli strumenti disponibili per supportarlo. Anche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pur essendo per la prima volta meritoriamente dedicato a Cultura e Turismo un set di investimenti all’interno della sezione “Digitalizzazione e competitività”, l’articolata filiera delle ICC non è stata pienamente mobilitata come fattore strategico dello sviluppo e della coesione, che sappiamo essere, soprattutto in tempi di crisi, finalità che devono marciare insieme.” Lo ha dichiarato Giovanna Barni, presidente Alleanza Cooperative Italiane Cultura, intervenuta ieri 12 ottobre in audizione in Commissione Cultura della Camera nell’ambito dell’esame del disegno di legge del governo sul Made in Italy.

“Come imprese culturali – ha illustrato Barni – “avremmo voluto che le ICC avessero un provvedimento ad esse interamente dedicato, ma riteniamo più importante che esista presto almeno una disciplina della materia e, pertanto, auspichiamo che venga approvato al più presto un provvedimento che contenga tale disciplina, un unico provvedimento, pur riconoscendo che i diversi disegni di legge attualmente in discussione nei due rami del Parlamento dimostrano la grande attenzione dedicata alle ICC. A questo scopo abbiamo anche lavorato nei mesi scorsi in stretta sinergia con le altre reti e associazioni nell’ambito di Cultura è futuro, mettendo al primo posto tra le diverse istanze proprio il tema del riconoscimento delle ICC, ed abbiamo condiviso, rispetto al provvedimento oggetto di questa memoria, molte delle essenziali integrazioni che riportiamo di seguito”.

In termini generali, ha aggiunto Barni – “desideriamo fare presente come la disciplina delle ICC debba essere dedicata ai soggetti che svolgono attività d’impresa, come del resto implicito nella definizione stessa di ICC, condividendo naturalmente che la diversità delle forme giuridiche non è affatto rilevante a tal fine ma che anzi rappresenta una ricchezza e capacità sartoriale del settore rispetto ai diversi ambiti di attività e aree territoriali. Occorre, inoltre, che le ICC vengano trattate come un vero e proprio ecosistema, che richiede interventi sulle diverse dimensioni: riconoscimento della qualifica, armonizzazione dei sostegni diretti e indiretti, misure di semplificazione e sburocratizzazione, incentivi alla innovazione e alle connessioni con altri settori produttivi, alla formazione, alle start up e alla internazionalizzazione”.

Per tale motivo “riteniamo indispensabile sia l’impegno ad un Piano Strategico dedicato, con una visione ecosistemica e di lungo periodo, sia la possibilità di interventi complementari funzionali a dare slancio e rafforzare il sistema delle ICC: la semplificazione delle forme partenariali per l’utilizzo di spazi e immobili pubblici, lo studio di regimi speciali di aiuto con l’obiettivo di superare l’ostacolo del de minimis ed infine anche di regimi fiscali speciali a sostegno della domanda. Riteniamo, infine, che andrebbe previsto, insieme al Piano Strategico, anche un luogo stabile di confronto dove le principali rappresentanze delle imprese possano dare un costante contributo all’individuazione e al monitoraggio di azioni e strumenti utili allo sviluppo del settore”.

Alleanza Cooperative Italiane Cultura è il coordinamento stabile tra i settori Cultura delle tre principali centrali cooperative (AGCI, Confcooperative, Legacoop) che associano cooperative attive nella gestione e valorizzazione del patrimonio culturale, nello spettacolo, nella comunicazione e nell’organizzazione di eventi, nella comunicazione e creatività. Sono migliaia di cooperative che nascono per dare occasione di lavoro ai propri soci e che, grazie alla diffusione e al radicamento territoriale, contribuiscono allo sviluppo dei territori. Sono presenti tanto realtà consolidate che operano da molti anni così come gruppi di giovani che si cimentano con nuove espressioni culturali e nuove tecnologie.