Home News Comunicazione Le voci dei “Diciottenni al voto” su Zai.net. Una “diapositiva reale” della loro prima volta alle urne, raccontata da una giovane reporter

Le voci dei “Diciottenni al voto” su Zai.net. Una “diapositiva reale” della loro prima volta alle urne, raccontata da una giovane reporter

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ai giovani non interessa la politica” è una di quelle frasi che viene ripetuta sempre più spesso, specialmente in questi giorni di campagna elettorale, ormai agli sgoccioli.

Non si può dire che sia una frase del tutto falsa, ma c’è da fare un distinguo importante: ai giovani non interessa la politica perché non vengono affrontati i temi che li riguardano, con le parole adatte a risvegliare il loro interesse. L’entusiasmo dei giovani altrimenti si fermerebbe, così come fortunatamente non succede, dinanzi all’ennesimo caso di “mala politica” o di corruzione: ai giovani la politica interessa eccome.

Dall’analisi che ha realizzato Micol Ceretta, giovane reporter di Zai.net, che sintetizza il lavoro dei focus group delle redazioni di giovani reporter di Torino, Genova, Roma, Bologna e alcuni Istituti del Friuli e dell’Emilia Romagna (cinque focus group), emerge infatti che i ragazzi (almeno, quelli coinvolti nell’attività di redazione e radiofonica) si interessano di politica, per dovere civico e per piacere personale, ma la sfiducia nei confronti dei politici è talmente dilagante che la maggior parte delle volte preferiscono nascondersi dietro il luogo comune secondo il quale “ai seggi i giovani non si fanno vedere”, specie perché la loro voce in capitolo, purtroppo, è decisamente tenuta poco in considerazione almeno fino a quando non diventano elettori, troppo spesso inconsapevoli e malinformati. Rimanendo dell’ambito del lavoro giornalistico e incrociando le risposte del nostro osservatorio con quelle degli Istituti di ricerca (Istituto Piepoli) emerge una grande assenza: il dibattito sulla cultura.

Il ruolo della cultura per lo sviluppo del Paese è uno dei temi meno presenti in questa campagna elettorale, sebbene le statistiche sulla lettura dicano che sono i giovani a leggere di più e a frequentare maggiormente Musei ed Esposizioni.
Quale dei candidati ha valorizzato a dovere, nella sua agenda, i fondi alla cultura per dare quell’impulso affinché i ragazzi possano immaginare un lavoro in questo settore? Perché si è parlato sempre e solo di pensioni e poco dei necessari investimenti per le scuole, per i Beni Culturali e lo spettacolo in generale? Quale partito, nel suo programma, ha chiaramente espresso i suoi progetti per quello che riguarda la situazione degli studenti?
Sarà anche per questo che i giovani non si interessano più di tanto a quella che viene percepita come una delle “solite farse politiche”: non solo le promesse fatte in campagna elettorale si sa già che la maggior parte delle volte non verranno mantenute, ma in questo caso, quelle che stanno loro maggiormente a cuore, non vengono nemmeno pronunciate.

Per rimanere in tema luoghi comuni c’è da dire che “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” e purtroppo in politica di esempi ce ne sono stati e ce ne sono tanti, ma resta il fatto che temi come cultura e conoscenza non dovrebbero essere trattati come le ultime ruote del carro e chi, meglio dei giovani, così entusiasti e così assetati di sapere, può e deve ricordarlo a chi continua a fare orecchie da mercante?

All’idea di essere chiamati ad esprimersi i ragazzi confessano di essere nervosi, in quanto vedono nel voto una grande responsabilità, ma soprattutto felici, perché finalmente potranno essere in prima linea per la costruzione del loro domani”.

Chiara Colasanti, reporter Zai.net

Zai.net – Le voci dei “Diciottenni al voto”

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