Home News Cultura “FIGLI MAESTRI” di Simone Bucri tra i cortometraggi vincitori di MigrArti alla 74ᵃ Mostra del Cinema di Venezia

“FIGLI MAESTRI” di Simone Bucri tra i cortometraggi vincitori di MigrArti alla 74ᵃ Mostra del Cinema di Venezia

Premiato per il Miglior Messaggio G2 (Seconde Generazioni), Figli Maestri di Simone Bucri torna dal Lido di Venezia con una delle 6 statuette del concorso MigrArti, per il quale, ai nastri di partenza, erano stati presentati più di 500 progetti.

Da sinistra: Lorenzo Iervolino, Simone Bucri e Massimiliano De Cicco
(Italian Pavillion, Hotel Excelsior)

«Ci tengo a ringraziare la Cooperativa Ricerca sul Territorio che ha prodotto questo documentario assieme all’associazione CIAO onlus, ma soprattutto insegnanti e studenti della scuola Effathà di Acilia, che fa davvero un lavoro straordinario in favore dell’integrazione e dello scambio culturale» sono le prime parole del regista Simone Bucri, chiamato a ritirare il premio lo scorso 8 settembre durante la giornata finale del concorso MigrArti, svoltasi presso l’Italian Pavillion del celebre Hotel Excelsior, al Lido di Venezia.

«In particolare» ha proseguito il regista trentottenne, «le famiglie Uddin e De Angelis-Peng, che sono protagoniste del documentario e che ci hanno aperto le porte delle loro case e della loro vita quotidiana».

«Ringraziamo la Cooperativa Ricerca sul Territorio per la realizzazione di questo film documentario nato da un’idea comune ed un percorso di condivisione iniziato anni addietro» gli fa eco Flavio Tannozzini, Coordinatore della Scuola d’Italiano Effathà, che insieme ai colleghi e a tanti ragazzi della scuola ha seguito la premiazione in diretta attraverso i social network. «Il film coglie e traduce nel suo linguaggio l’essenza dell’atmosfera che viviamo alla Scuola d’Italiano Effathà come luogo in cui, con il pretesto e lo strumento della lingua, nascono relazioni autentiche e si può iniziare a raccontare la propria storia, affermare sé stessi in un contesto di inclusione».

506 i progetti presentati nella sezione Cinema del progetto del Ministero per le Attività e i Beni Culturali, ideato e coordinato da Paolo Masini. Tra i tantissimi partecipanti, 23 sono risultati i cortometraggi a cui il Mibact ha dato sostegno e riconoscimento. Gli stessi 23 sono stati poi portati alla Mostra di Venezia, all’interno della quale MigrArti è diventato un concorso e un evento della prestigiosa rassegna lagunare.

Il Premio Migrarti 2017

 

Il premio è stato realizzato dal maestro ebanista di Lampedusa Francesco Tiuccio, su progetto della giovane studentessa di Merano Viktoria Tribus, vincitrice dell’apposito concorso che il Mibact ha rivolto agli istituti d’arte di tutta Italia. Mani, piedi, occhi realizzati con il legno proveniente dai relitti dei barconi naufragati sull’isola siciliana.

Per vedere e votare Figli Maestri.

Rai Cinema, uno dei partner di MigrArti (assieme a Istituto Luce-Cinecittà, Film Commission Roma-Lazio), ha dato vita a un nuovo concorso collegato che prevede, per i più visti online, un contratto di messa in onda sui canali Rai del digitale terrestre.

Da questa pagina del sito di Rai Cinema Channel è possibile vedere e quindi votare Figli Maestri.

Nei prossimi mesi saranno programmate rassegne e proiezioni dei film finalisti al premio MigrArti su tutto il territorio nazionale.

Mhamud Uddin (sinistra) in una scena girata nella scuola Effathà

 

Figli Maestri
Acilia, periferia sud di Roma. Mhamud si sposta per il quartiere a bordo della sua bicicletta, è una giornata di primavera, il sole brilla sull’asfalto di via di Macchia Saponara. Mhamud ha ventuno anni, lavora in un salone di bellezza e ha finalmente deciso di accettare la proposta di suo padre: sposare una ragazza del loro paese, il Bangladesh.

Chiara ha quindici anni, pelle color porcellana e occhi allungati che suggeriscono le sue origini orientali. Si muove nello stesso minuscolo spicchio di mondo di Mhamud, ma non sembra doversi recare da nessuna parte. Pare abitare l’ambiente circostante come un’aliena appena sbarcata su uno strano pianeta. Attorno a lei, come l’avvicinarsi roco di un temporale, la voce di sua madre Zixi racconta una storia, la loro storia: quella di una donna che ha vissuto il trauma di non essere stata desiderata, e quella di una bambina, a sua volta rifiutata, che le ha poi salvato la vita.

Sia Mhamud che Chiara, così come i loro genitori, vedono incontrare le proprie traiettorie nella scuola di italiano per stranieri Effathà, aperta a studenti di ogni età e provenienza, dove persino i figli possono trasformarsi in maestri. I due ragazzi sono infatti tra i docenti volontari, mentre mamma Zixi, e papà Mafil tra i tanti studenti.

Con il ritmo dell’incedere quotidiano, le due storie non raccontano la parte più esplicita, più visibile e ad oggi sovraesposta del fenomeno della migrazione, ovvero il viaggio, lo sbarco, l’approdo. Ma lo spettatore si trova già spostato in avanti, all’interno di dinamiche famigliari e relazionali consolidate, chiamato a condividere il mutamento o la presa di coscienza di situazioni prevalentemente personali, emotive, a confrontarsi con i protagonisti da pari a pari.

Zixi Peng in una scena del film

 

CRT Cooperativa Ricerca sul Territorio
La CRT inizia le proprie attività nel 1978, utilizzando sistematicamente il cinema diretto nel corso delle proprie ricerche sul territorio del Litorale romano e non solo. Il risultato in questi quasi quarant’anni è di notevole portata e conta la produzione di quasi trenta film documentari, la progettazione e la realizzazione dei due poli che compongono il sistema dell’Ecomuseo del Litorale Romano, la creazione di diversi archivi.

Paolo Isaja e Maria Pia Melandri, fondatori della Cooperativa, sono tornati a Venezia in qualità di produttori di questo documentario, dopo essere stati ospiti come autori dei film Iolanda e Rossellini (1995) e  Tornare a Orgosolo (1997); e per Isaja (assieme ad Antonello Proto) con La Cornacchia disse crai (1980), lungometraggio di cinema diretto girato a Tuscania con le ultime venti famiglie rimaste a vivere nella baraccopoli dopo il terremoto del 1971.

Chiara Ying Xin Wei, protagonista femminile assieme alla madre Zixi


CIAO onlus – Effathà.  Scuola d’italiano
CIAO onlus (Centro per l’Integrazione, l’Accoglienza e l’Orientamento) è un’associazione nata da Effathà, la Scuola di Italiano del “Centro di Formazione Giovanile Madonna di Loreto – Casa della Pace”, nata nel 1999 su iniziativa di tre giovani volontari con la spinta di Don Mario Torregrossa. Improvvisatisi insegnanti, in un momento in cui non esistevano ancora le scuole d’italiano per stranieri, né a livello di volontariato né tantomeno a livello istituzionale, i primi tre docenti furono seguiti da due spaesati studenti srilankesi.

Oggi, quasi venti anni dopo, Effathà conta oltre venti insegnanti volontari e circa 300 studenti di tutti i paesi del mondo che si susseguono durante il corso dell’anno scolastico. La Scuola d’Italiano non è semplicemente un luogo dove s’insegna la lingua ma soprattutto dove si creano relazioni tra studenti e maestri di culture, nazionalità, lingue e religioni diverse. L’associazione CIAO onlus ha lo scopo di dare alla scuola una struttura organizzativa più solida, offrire maggiori opportunità e servizi agli studenti, e relazionarsi con le istituzioni.

I fratelli Mhamud e Moin Uddin in una scena di Figli Maestri

 

Figli Maestri
con: Mhamud Uddin, Chiara Peng, Zixi Peng, Moin Uddin
regia: Simone Bucri
fotografia: Massimiliano De Cicco
scritto da: Simone Bucri, Massimiliano De Cicco e Lorenzo Iervolino
montaggio: Kerim Bolimar
musiche: Nicoletta Nardi e Franco Pietropaoli
prodotto da: Paolo Isaja e Maria Pia Melandri
produzione: CRT Cooperativa Ricerca sul Territorio e C.I.A.O. onlus

 

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