FICO EATALY WORLD COMPIE UN ANNO: risultati e prospettive future del Parco del cibo che promuove dieta mediterranea e Italia nel mondo
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Un anno di primati raggiunti e da coltivare, con una forte vocazione internazionale e una profonda connessione con i territori italiani, ed un 2019 che vedrà investimenti e innovazioni rilevanti. Compirà un anno di vita domani FICO Eataly World, il parco del cibo più grande del mondo aperto il 15 novembre 2017 a Bologna, che dopo Expo ha raccolto la sfida di rappresentare il cibo italiano “dal campo alla forchetta” e promuovere la dieta mediterranea riunendo per la prima volta, in un unico luogo, tutte le filiere dell’agroalimentare made in Italy. In questo primo anno FICO Eataly World è riuscito a diventare un polo internazionale del cibo italiano a cui il mondo guarda con interesse, tanto che in occasione del compleanno si è riunito nel Parco “in trasferta” l’intero board di Specialty Food Association, ente che promuove Fancy Food New York, fiera agroalimentare tra le più importanti del mondo.
Gli appuntamenti del primo compleanno di FICO – una settimana di eventi in programma fino a domenica 18 novembre – si sono aperti oggi, 14 novembre, con l’incontro sulla dieta mediterranea, in concomitanza con il lancio della Settimana della Cucina Italiana nel mondo. Un appuntamento che ha unito Bologna, Roma, Pechino e New York, con la partecipazione in collegamento da Roma del direttore generale per la Promozione del sistema Paese, Vincenzo De Luca, da Pechino dell’Ambasciatore d’Italia nella Repubblica Popolare Cinese, Ettore Francesco Sequi, e la presenza di Phil Kafarakis e Daniel W.Dowe, rispettivamente presidente e chairman di Specialty Food Association, ente che promuove Fancy Food New York. All’incontro hanno preso parte inoltre Tiziana Primori e Francesco Farinetti, rispettivamente amministratore delegato e presidente di FICO Eatalyworld; Andrea Segrè, presidente di Fondazione FICO; Alessandro Bonfiglioli, direttore generale di CAAB, Centro Agroalimentare Bologna; Andrea Cornetti, direttore generale di Prelios Sgr; Matteo Lepore, assessore al Turismo e Promozione della città del Comune di Bologna; Simona Caselli, assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna; Giancarlo Tonelli, direttore di Confcommercio Ascom Bologna; Andrea Caldonazzi, dirigente Area Sviluppo Parchi Zamperla.
La Dieta Mediterranea è appunto al centro quest’anno della terza edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo, promossa dal Governo italiano, che si tiene dal 19 al 25 novembre con numerosissimi appuntamenti internazionali. La Settimana mira a promuovere all’estero l’agroalimentare e la cucina italiana di qualità, segni distintivi del “Marchio Italia” nel solco delle grandi tematiche che, da Expo 2015 Milano, contraddistinguono l’agroalimentare italiano: qualità, sostenibilità, cultura, sicurezza alimentare, diritto al cibo, educazione, identità, territorio, biodiversità. Temi centrali per FICO e nella mission della Fondazione FICO che, attraverso la sua articolata attività scientifico-divulgativa, è diventata istituzione di riferimento per la veicolazione dei valori del cibo in rapporto alla Dieta Mediterranea, intesa come stile di vita e non solo come modello nutrizionale riconosciuto.
I RISULTATI E LA SOSTENIBILITA’ DI FICO
L’incontro è stato anche l’occasione per rendere noti i risultati e le prospettive future del Parco.
Nei primi 12 mesi dall’apertura, FICO ha attratto 2,8 milioni di presenze, il 70% delle quali da fuori Bologna ed il 30% dalla città. Il Parco ha generato un fatturato complessivo di circa 50 milioni, in linea con il business plan.
Secondo le ultime tre rilevazioni condotte da Nomisma sull’indotto generato da FICO, l’ultima delle quali dei primi di novembre, tra i turisti che hanno visitato il Parco una fetta importante pernotta a Bologna: circa 600 mila persone. Circa 170 mila persone, pari all’8% del totale dei turisti della città metropolitana, hanno deciso di fermarsi in città apposta per FICO. Complessivamente, secondo Nomisma, il Parco genera un indotto diretto per la città di Bologna di 23,1 milioni.
Rilevanti anche i numeri della sostenibilità ambientale e sociale. Sono 150 le aziende che hanno contribuito a realizzare il Parco e 100 le imprese eccellenti di tutta Italia, dalla Sicilia al Trentino, che dall’apertura ad oggi operano a FICO hanno contribuito a farlo crescere, generando circa 900 occupati, che arrivano a 3.000 con l’indotto: in gran parte giovani, e con una alta percentuale di occupazione femminile. Nel primo anno, sono state 158.000 le persone e 40 mila gli studenti che hanno preso parte o prenotato attività per le scuole; di queste, 1.000 persone con esigenze speciali hanno usufruito di tour organizzati per il turismo accessibile. Nel Centro congressi si sono svolte 192 giornate di eventi del mondo dell’imprenditoria e delle istituzioni, che hanno visto la partecipazione di oltre 90 mila visitatori business.
I 100 mila metri quadrati, all’aperto e coperti, di FICO sono stati realizzati riconvertendo le aree del CAAB senza consumo di suolo, mentre 3 milioni di kwh di energia pulita sono stati utilizzati grazie all’impianto fotovoltaico sul tetto. La sua produzione energetica, pari a 15 MWh, verrà a breve potenziata. Nel primo anno, 10.000 chili di alimenti invenduti sono stati donati ad associazioni che si occupano di persone bisognose, 7 mila metri cubi di litri di acqua potabile sono stati risparmiati utilizzando acque di bonifica per l’irrigazione. A quota 10 milioni i piatti, bicchieri e posate in materiali biodegradabili utilizzati, dunque senza immettere plastica nell’ambiente.
L’anima scientifica e culturale del Parco è la Fondazione FICO per l’educazione alimentare e alla sostenibilità, che unisce le competenze di quattro Università e che nel primo anno ha dato vita a 250 eventi, mostre e iniziative e oltre 500 ore di formazione. La Fondazione ha così generato oltre 40mila presenze, dando vita ad un network di oltre 100 partners culturali e istituzionali, dalla FAO al Ministero dell’Ambiente, dal CSE di New Delhi alle Università, agli enti di ricerca sul cibo nazionali e internazionali.
Le cento aziende italiane presenti a FICO e decine di Comuni e realtà locali sono stati protagonisti della vita della Fabbrica Italiana Contadina, con le eccellenze e la cultura dei propri territori. All’intensa attività quotidiana, si sono affiancati gli eventi culturali e di intrattenimento: oltre 700 appuntamenti che hanno richiamato migliaia di persone, dalle avvincenti disfide tra le eccellenze gastronomiche italiane di diverse province, agli incontri con ospiti di richiamo internazionale, agli appuntamenti che hanno portato nel Parco decine di realtà locali. Ad esempio il Festival dei Borghi e “Comuni in festa”, progetto nato con l’obiettivo di promuovere la storia, le tradizioni e i prodotti tipici dei territori italiani, che ha visto nel corso del 2018 oltre 50 adesioni fra Comuni e Pro Loco, e che proseguirà nel 2019 per raccontare il cibo italiano mettendo al centro l’amore per il territorio.
LE NOVITÀ DEL 2019 ALL’INTERNO DEL PARCO
Il prossimo anno, FICO Eataly World punta a stringere nuovi accordi anche all’estero per valorizzare l’agroalimentare italiano e la destinazione Italia, e ad ampliare ulteriormente l’offerta con importanti innovazioni che riguarderanno anche la struttura. La Fabbrica Italiana Contadina si doterà infatti di un vero e proprio Parco divertimenti rivolto alle famiglie, realizzato dal Gruppo Zamperla, uno dei maggiori operatori mondiali del settore. Con un investimento di 11 milioni di euro, la nuova struttura di entertainment offrirà 12 attrazioni innovative e occuperà 60 persone.
Inoltre – grazie a un accordo siglato tra il Comparto A del Fondo PAI-Parchi Agroalimentari Italiani, costituito e gestito da Prelios SGR, e Starhotels – FICO Eataly World sarà arricchito e completato da un albergo 4 stelle plus con circa 200 camere, aree di servizio, meeting e conference room, area colazioni e caffetteria, reception uffici, due piscine, palestra e SPA. L’hotel, progettato dallo studio di architettura Iosa Ghini Associati, è pensato in un’ottica di totale ecosostenibilità e nascerà dall’attento recupero strutturale e funzionale dell’ex Mercato Florovivaistico di Bologna.
Tra le innovazioni appena introdotte nel Parco del cibo per rendere ancora più fruibile e coinvolgete l’esperienza dei visitatori, ci sono poi i nuovi tour “Dentro la fabbrica”, per scoprire i segreti della produzione delle 40 fabbriche che realizzano il meglio dell’agroalimentare italiano, e “Nella fattoria”, a contatto con gli animali e le coltivazioni, ed i nuovi corsi “Mani in pasta”, “Dietro le quinte” e “Gusta”, per mettere le mani in pasta, scoprire i segreti dei mestieri del cibo e imparare ad assaporarlo. Tutti i giorni, gratuitamente, si tengono gli appuntamenti quotidiani con “10 minuti di…”, per scoprire FICO e i suoi prodotti dal racconto di chi ci lavora.
I RICONOSCIMENTI INTERNAZIONALI
Ad attirare l’attenzione del pubblico e del mondo su FICO sono stati anche alcuni riconoscimenti internazionali: il Parco è stato quest’anno tra i vincitori dei MIPIM Awards 2018, gli “Oscar” del settore immobiliare. Mentre secondo Lonely Planet, l’Emilia-Romagna è al primo posto tra le mete da visitare in Europa nel 2018 grazie alla presenza di eccellenze come la Ferrari e FICO, “un paradiso per gli amanti del cibo”. Stesso giudizio per il New York Times: la Regione e FICO, insieme alla riapertura del felliniano cinema Fulgor di Rimini, sono per la testata americana novità da non perdere, e collocano l’Emilia-Romagna tra i 52 luoghi da visitare nel 2018.
“Il primo anno di FICO – afferma Matteo Lepore, assessore al Turismo e Promozione della città del Comune di Bologna – è andato molto bene, i numeri ci confortano. Fabbrica Italiana Contadina è un progetto che è diventato realtà, che internazionalizza Bologna e la fa confrontare con mercati e temi sfidanti. L’obiettivo è continuare a fare sì che rimanga un incubatore di idee e di imprese senza mai perdere l’autenticità e il peso culturale”.
“Il nostro sogno – sottolinea l’amministratore delegato di Eatalyworld, Tiziana Primori – è diventato realtà: una realtà viva e autentica, che viene studiata a livello internazionale e che sta diventando una piattaforma per portare i nostri prodotti e le grandi competenze delle nostre aziende agroalimentari nel mondo. Mentre decine di comuni e realtà locali hanno trovato nel Parco un luogo dove portare e far conoscere al grande pubblico la cultura, i prodotti, le tradizioni e i saperi del territorio che sono la nostra incomparabile ricchezza. FICO è l’Italia, ed è il frutto di un grande lavoro di squadra, di chi ha creduto in questo progetto e dell’impegno delle aziende e delle persone che ogni giorno lavorano per far conoscere, capire e apprezzare il nostro cibo”.
«A un anno dall’inaugurazione del Parco, la ricaduta sulla città è evidente – afferma Andrea Segrè, Presidente Fondazione FICO: gli investimenti privati per 200 milioni pervenuti al Fondo PAI, che presiedo, sono un grande risultato sotto gli occhi di tutti, con le loro ricadute positive. Un “ecosistema” economico – ecosostenibile che impegna quotidianamente Fondazione Fico nella produzione di contenuti, progetti e percorsi legati alla sostenibilità e all’educazione alimentare: oltre 500 ore di formazione gratuita rappresentano una mole di materiale straordinario per qualità e quantità.
Fondazione FICO apre adesso alla formazione con attività anche all’esterno del Parco, come la Mediterranean Lecture di venerdì a Napoli: tutte troveranno una memoria digitale che diventerà proposta formativa “on demand”, una vera Digital Foodpedia della Fondazione FICO, attraverso il nuovo canale webinar che ci apprestiamo a varare in sinergia con il Politecnico di Milano, e che sarà a breve presentato alla stampa e agli operatori. Una “alta formazione” a perenne disposizione per studio, ricerche e master, declinata per livelli di istruzione/formazione, età ed esigenze accademiche e professionali».
«A un anno dall’inaugurazione di FICO sono evidenti gli effetti, altamente positivi, sul sistema economico di Bologna – spiega il Direttore Generale CAAB Alessandro Bonfiglioli – Abbiamo prodotto un ecosistema imprenditoriale unico in Italia – sul piano scientifico, formativo-educativo, culturale-turistico e produttivo – grazie alla sinergia fra la Nuova Area Mercatale, FICO e la Fondazione FICO in cui convergono l’Università Alma Mater Studiorium di Bologna e altri 3 Atenei. Senza contare la Borsa Merci in fase di insediamento e l’Hotel che aprirà nella primavera 2019. Sul piano economico il progetto ha portato oltre 200 milioni di investimenti privati sulla città (cifre soggette a implementazione fra 2 e 3 volte sulla base degli opportuni moltiplicatori). Sul piano occupazionale un migliaio di persone è oggi impiegato a FICO, oltre a un altro migliaio gravitante in area CAAB: questo significa 25/30 milioni di euro erogati in salari sulla città. Questo ecosistema, unico in Italia e forse in assoluto nel suo genere, contribuisce ad incrementare il capitale intellettuale ed economico della città: si registrano oggi 309 nuove imprese sul tema food in città nell’ultimo anno (dati Camera di Commercio di Bologna)».
“A distanza di un anno dalla sua apertura possiamo ritenerci soddisfatti per quanto riguarda l’andamento del parco – dichiara Andrea Cornetti, Direttore Generale di Prelios SGR che ha istituito e gestisce il Fondo PAI Parchi Agroalimentari Italiani – La soddisfazione va al di là dei numeri e dell’aspetto puramente economico del progetto. In primis come operatore – grazie anche all’aiuto di tutti gli investitori – abbiamo reso possibile la strutturazione di una operazione molto complessa, e in tempi rapidissimi, come quella del progetto FICO Eataly World. Abbiamo raggiunto obiettivi non soltanto economici ma anche qualitativi. Non a caso sono giunti anche riconoscimenti internazionali come il MIPIM Award 2018, “Oscar” del settore immobiliare. FICO ha inoltre dato un importante all’occupazione, creando posti di lavoro per i giovani sia direttamente sia nell’indotto. E ha contribuito ai flussi sulla città di Bologna grazie sia ai visitatori del Parco, sia a organizzazioni e aziende che utilizzano in misura importante il Centro Congressi di FICO Eataly World“.