Home News Comunicazione Edizioni All Around: “Pasolini 1922-2022. Un mistero italiano” di Lucia Visca

Edizioni All Around: “Pasolini 1922-2022. Un mistero italiano” di Lucia Visca

PASOLINI 1922-2022. UN MISTERO ITALIANO di Lucia Visca

“Io c’ero la mattina del 2 novembre, prima di ogni altro giornalista. C’ero e avevo visto e registrato nella memoria”.

Lucia Visca usa spesso la prima persona in questo libro. Non per un vezzo ma perché essendo vissuta a Ostia per lunga parte della sua vita, da giovane cronista si trovò catapultata nella livida alba di quel giorno invernale all’Idroscalo di Ostia dove, appunto il 2 novembre 1975, era stato trovato il corpo senza vita del poeta e regista.
Ore sette del mattino, il telefono squilla a casa di Lucia Visca. “Abbiamo un morto all’Idroscalo. Interessa?”, dice dall’altra parte della cornetta un brigadiere in servizio sul litorale romano. Un quarto d’ora dopo Visca è già in quella striscia di terra a due passi dal Tevere, taccuino in mano e fotografo di Paese Sera al seguito. Pasolini era lì, riverso nella terra fangosa, il volto quasi irriconoscibile. Massacrato a bastonate. Chi lo ha ucciso ha poi infierito sul corpo passandoci sopra con le ruote della GT 2000 dello scrittore. È ancora un volto senza nome. Solo dopo aver trovato una targhetta, di quelle che usano le tintorie per scrivere i nomi dei clienti, quel “fagotto” senza vita diventa un morto eccellente.

Visca assiste, e lo racconta con dovizia di particolari, in Pasolini 1922-2022, alla “gran confusione, di quelle ore. È ancora un’avventizia ma coglie subito che il luogo del crimine è ormai inquinato. Addirittura a pochi metri dal corpo senza vita dell’autore degli “Scritti corsari”, in un campetto di calcio polveroso “due squadrette si mettono a giocare” senza che a nessuno venga in mente di fermarle. Vede coi propri occhi gli indizi che fanno pensare alla presenza di più persone sul luogo del delitto.
Ucciso da un ragazzo di vita, uno di quelli che aveva raccontato nei suoi libri? Morto per una storia di sesso mercenario finita male? Questa la vulgata. No, “Pino la rana” non aveva fatto tutto da solo. Più volte ha cambiato versione nel corso degli anni e la verità se l’è portata nella tomba nel luglio 2017. Eppure, ragiona l’autrice “studiando le reazioni di Pelosi nel girovagare di borgata in borgata forse si sarebbe trovato un appiglio per nuove indagini, si sarebbero potuti identificare complici e testimoni, avere elementi per arrivare ai mandanti e ai carnefici indicati nelle sentenze come ignoti”.

La morte di Pasolini, esattamente a 100 anni dalla nascita, continua a essere un mistero italiano, “destinato a rimanere un buco nero nelle spesse maglie della (in)giustizia nazionale. Una trama fitta di morti, bombe, disastri, e malaffare, malavita e servizi, mafia e finanza. Dietro la morte di Pasolini può esserci di tutto oppure nascondersi un’epica del banale”.
Fedele all’abc della professione l’autrice ci spiega in Pasolini 1922-2022 che per non perdersi nel mare di ipotesi, complottismi e mezze verità un buon giornalista deve sapere rispondere alle famose 5 W: chi, come, quando, dove e perché (e il perché è il quesito più difficile). Un cronista deve osservare, registrare e descrivere. Deve cogliere le incongruenze. Non sarà la verità ma almeno tiene lontane le menzogne.

In questo libro arricchito da una “fotostoria”, immagini scattate dai più famosi fotografi dell’epoca, c’è anche una interessante riflessione sul complesso rapporto che legava Pasolini a Ostia ed emerge il ritratto di un intellettuale libero, complesso e soprattutto scomodo. Un intellettuale che nessuno oggi può mettersi sul petto come fosse una medaglietta.

Info: edizioniallaround.it