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AgCult | Spettacolo, Relazione Fus 2018: lo stato dell’arte in Italia

Il documento esamina la ripartizione dei contributi per il 2018 nei diversi settori di attività oltre a dare elementi conoscitivi sull’offerta e la domanda dello spettacolo nel Paese

È on line la Relazione sull’utilizzazione del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) e sull’andamento complessivo dello spettacolo relativa all’anno 2018. La rendono pubblica la Direzione generale Cinema e la Direzione generale Spettacolo del Ministero per i Beni culturali.

Come specificato nella premessa alla Relazione, a firma del direttore generale Spettacolo Onofrio Cutaia, l’esercizio 2018 costituisce “il primo esercizio di applicazione” del decreto ministeriale in tema di criteri e modalità per l’erogazione, l’anticipazione e la liquidazione del FUS (DM 27 luglio 2017, modificato dal DM 17 agosto 2018). Il documento, dopo aver definito la metodologia utilizzata per l’estrapolazione dei dati in esso contenuti, analizza le diverse sezioni del Fondo riportando l’impatto delle nuove disposizioni l’erogazione dei contributi. Ripercorrendo lo stato dell’arte dello spettacolo in Italia, il documento si conclude con due appendici sull’andamento dell’indice di copertura territoriale dell’offerta di spettacolo dal vivo dal 2014 al 2018 e sui contributi assegnati per il 2018.

Ogni capitolo del documento contiene una parte introduttiva con la normativa di riferimento e la ricostruzione delle modalità attraverso sui si ripartisce il contributo alle singole attività. Il documento viene definito come “una relazione sull’utilizzazione del Fondo Unico per lo Spettacolo per l’anno 2018, accompagnata da essenziali elementi conoscitivi concernenti l’offerta e la domanda di spettacolo in Italia”.

LE FONDAZIONI LIRICO-SINFONICHE

La Relazione, partendo da un’analisi dello stanziamento dei contributi a favore delle Fondazioni lirico-sinfoniche nel corso del 2018, esamina l’andamento dello stanziamento nel periodo 2006-2018. Tale stanziamento risulta assumere nel 2008 il valore più alto del periodo, circa 213,09 milioni di euro. Negli anni dal 2009 al 2013 aumenta di anno in anno, da circa 188,58 milioni di euro a circa 193,39 milioni di euro, e negli ultimi anni è di poco maggiore di 180 milioni di euro (nel 2018 è pari a 182,27 milioni di euro, +0,001% rispetto al 2017 e +1,04% rispetto al 2006). 

Considerando il valore reale delle risorse stanziate, “calcolato a prezzi costanti in modo da eliminare l’effetto distorsivo dell’inflazione”, il valore del 2018 è pari a circa 155,13 milioni di euro (-1,11% rispetto al 2017 e -14,01% rispetto al 2006). Questo dato rappresenta il valore più basso del periodo preso in considerazione.

Nell’analisi della ripartizione del contributo tra le 14 fondazioni, la Fondazione Teatro alla Scala di Milano ha ricevuto il contributo più alto (29.345.801,34 euro). Un contributo maggiore di 15 milioni di euro sono andati anche  alla Fondazione Teatro dell’Opera di Roma Capitale e alla Fondazione Teatro La Fenice di Venezia (rispettivamente 18.257.427,52 euro e 15.881.332,55 euro).La Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova ha ricevuto il contributo più basso (7.985.575,22 euro). Hanno ricevuto importi minori di 10 milioni di euro anche la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, la Fondazione Teatro Comunale di Bologna e la Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari.

LE ATTIVITÀ TEATRALI

Per quanto riguarda le attività teatrali, è sempre nel 2008 che si registra lo stanziamento a prezzi correnti con valore più alto (circa 74,26 milioni di euro). Il valore più basso si evidenzia, invece, nel 2010 (60 milioni di euro) mentre dal 2013 al 2018 aumenta di anno in anno (da circa 62,41 milioni di euro del 2013 a circa 72,93 milioni di euro del 2018). Considerando il valore reale delle risorse stanziate per le attività teatrali, nel 2013 si osserva il valore più basso del periodo (circa 54,27 milioni di euro) e il valore dell’ultimo anno è pari a circa 62,07 milioni di euro.

La Relazione riporta un resoconto dettagliato sulle modalità di utilizzo per i contributi, a partire dagli stanziamenti per sotto-settori fino alla loro distribuzione territoriale. Sono state 508 le domande di accesso al contributo presentate per l’ambito teatro, di cui 494 ammissibili. Il 25,90% del totale assegnato è per Teatri di Rilevante Interesse Culturale, il 17,23% per Teatri Nazionali, il 16,50% per Centri di produzione teatrale, il 14,08% per Imprese di produzione teatrale, l’11,26% per Imprese di produzione di teatro di innovazione, il 6,75% per la Fondazione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. Per gli altri sotto-settori si sono registrate percentuali inferiori al 2%. 

Il contributo medio è maggiore di 2 milioni di euro per il sotto-settore Teatri Nazionali (2.016.666,17 euro), è pari a circa 900 mila euro per il sotto-settore Teatri di rilevante interesse culturale. Minore di 15 mila euro è il contributo per il sotto-settore Imprese di produzione – Teatro di strada e per il sotto-settore Tournée all’estero (rispettivamente 14.999,80 euro e 3.859,09 euro). I dieci contributi più alti rappresentano il 30,12% del totale assegnato per il 2018 per attività teatrali. Sono due i contributi inferiori a 10 mila euro.

Rispetto al 2017, sono state effettuate cinque assegnazioni in più e maggiore è stato l’importo assegnato (+1,75%). Le variazioni positive più rilevanti del contributo assegnato si sono registrate per il sotto-settore Promozione – Progetti di ricambio generazionale degli artisti e per il sotto-settore Promozione – Progetti di perfezionamento professionale (rispettivamente +63,04% e +114,17%). Le variazioni negative più rilevanti si registrano per il sotto-settore Circuiti regionali e per il sotto-settore Tournée all’estero (rispettivamente -52,49% e -58,51%). Le variazioni più rilevanti del numero di contributi assegnati si possono osservare per il sotto-settore Imprese di produzione teatrale (cinque contributi in più) e per il sotto-settore Tournée all’estero (sei contributi in meno).

Per valutare la distribuzione territoriale del contributo assegnato per attività teatrali, la Relazione ha preso in considerazione la sede legale dichiarata dai soggetti beneficiari. Tra i dati più rilevanti: i soggetti della Lombardia ricevono l’importo maggiore (40 contributi e 12.998.557 euro) mentre i soggetti del Lazio ricevono il numero più alto di contributi (63 contributi e 11.405.439 euro).

Rispetto al 2017, il contributo assegnato è diminuito per i soggetti dell’Abruzzo, della Basilicata, della Calabria, del Friuli-Venezia Giulia, del Lazio, della Liguria, del Piemonte, della Sardegna e della Sicilia. Aumentato invece per i soggetti delle altre regioni. Le variazioni positive più rilevanti si sono osservate per i soggetti della Puglia (+13,30%), della Campania (+11,52%) e del Veneto (+8,18%). Le variazioni negative più rilevanti del contributo assegnato si sono osservate per i soggetti della Basilicata (- 69,35%), della Calabria (-14,53%) e della Sardegna (-9,61%). Le variazioni più rilevanti del numero di contributi assegnati si osservano per i soggetti della Campania (5 contributi in più), del Lazio e della Liguria (rispettivamente 4 contributi in meno).

LE ATTIVITÀ MUSICALI

Anche per le attività musicali, lo stanziamento a prezzi correnti assume il valore più alto nel 2008 (circa 62,71 milioni di euro) e il valore più basso nel 2009 (circa 51,81 milioni di euro). Nel 2012, è pari a circa 58,02 milioni di euro e dal 2013 al 2018 aumenta di anno in anno, da circa 54,86 milioni di euro del 2013 a circa 62,19 milioni di euro del 2018 (+7,18% rispetto al 2017 e +17,15% rispetto al 2006). Prendendo come riferimento il valore reale delle risorse stanziate per le attività musicali, calcolato a prezzi costanti in modo da eliminare l’effetto distorsivo dell’inflazione, il valore del 2013 è il più basso del periodo considerato, e quello del 2018 è pari a circa 52,93 milioni di euro (+6% rispetto al 2017 e -0,30% rispetto al 2006).

Per l’ambito musica, nel 2018, sono state presentate 517 domande di accesso al contributo, di cui 491 ammissibili. Il 28,13% del totale assegnato è per Teatri di Tradizione, il 25,82% per Istituzioni concertistico-orchestrali, il 23,80% per Programmazione di attività concertistiche e corali, l’11,88% per Festival, il 2,56% per Complessi strumentali e complessi strumentali giovanili, il 2,34% per Promozione – Progetti di perfezionamento professionale. Per gli altri sotto-settori, le percentuali sono state inferiori al 2%. Per il 2018, sono assegnati 288 contributi per attività musicali.

Rispetto al 2017, è aumentato il numero delle assegnazioni (38 in più) ed è maggiore l’importo assegnato (+2,50%). Le variazioni positive più rilevanti del contributo assegnato si osservano per il sotto-settore Promozione – Progetti di perfezionamento professionale (+19,36%), per il sotto-settore Festival (+11,79%), per il sotto-settore Istituzioni concertistico – orchestrali (+7,81%) e per il sotto-settore Programmazione di attività concertistiche e corali (+5,33%).  Le variazioni negative più rilevanti, invece, si osservano per il sotto-settore Tournée all’estero (-48,52%), per il sotto-settore Complessi strumentali (-36,09%), per il sotto-settore Attività liriche ordinarie (-12,30%) e per il sotto-settore Circuiti regionali (- 11,31%). Le variazioni più rilevanti del numero di contributi assegnati si osservano per il sotto-settore Festival e per il sotto-settore Programmazione di attività concertistiche e corali, rispettivamente 16 contributi in più e 14 contributi in più.

Per valutare la distribuzione territoriale del contributo assegnato per attività teatrali, la Relazione ha preso in considerazione la sede legale dichiarata dai soggetti beneficiari. Più di 25 contributi sono destinati anche ai soggetti della Lombardia (29), dell’Emilia-Romagna (27) e della Puglia (27). Ricevono meno di 5 contributi i soggetti della Calabria (3) e del Molise (1). 
Ricevono più di 5 milioni di euro i beneficiari della Lombardia e della Toscana, rispettivamente 9.360.525 euro e 6.618.244 euro. Meno di 300 mila euro vanno ai beneficiari del Friuli-Venezia Giulia e all’unico beneficiario del Molise, rispettivamente 294.324 euro e 54.696 euro. 

I beneficiari di Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto ricevono complessivamente circa il 50,61% del totale assegnato per il 2018. L’unica regione senza soggetti beneficiari di contributo è la Valle d’Aosta (come per il 2017). Rispetto al 2017, il contributo assegnato è diminuito per i soggetti dell’Emilia-Romagna, del Lazio, della Sicilia e del Trentino-Alto Adige. È aumentato per i soggetti delle altre regioni. 

Le variazioni positive più rilevanti del contributo assegnato si osservano per i soggetti della Basilicata (+104,30%), della Campania (+18,15%) e del Piemonte (+18,37%). Le variazioni negative più rilevanti si osservano per i soggetti del Lazio e della Sicilia, rispettivamente – 8,54% e -2,57%. Le variazioni più rilevanti del numero di contributi assegnati si osservano per i soggetti della Lombardia (5 contributi in più) e dell’Emilia-Romagna, del Lazio, della Puglia e della Toscana (4 contributi in più ciascuna).

LE ATTIVITÀ DI DANZA

Per le attività di danza, lo stanziamento a prezzi correnti aumenta dal 2006 al 2008 (da circa 6,57 milioni di euro a circa 9,59 milioni di euro). Dopo la diminuzione del 2009 (-11,52% rispetto al 2008), l’importo aumenta di anno in anno: dal 2012 è maggiore di 10 milioni di euro e nell’ultimo anno assume il valore più alto del periodo (11.809.574,39 euro, +1,77% rispetto al 2017 e +79,89% rispetto al 2006). In base al valore reale delle risorse stanziate per le attività di danza, calcolato a prezzi costanti in modo da eliminare l’effetto distorsivo dell’inflazione, il valore del 2018 è pari a circa 10,05 milioni di euro, che rappresenta il valore più alto del periodo considerato (+0,64% rispetto al 2017 e +53,09% rispetto al 2006).

Nel 2018, sono 188 le domande di accesso al contributo presentate per l’ambito danza, di cui 179 ammissibili. Il 48,54% del totale assegnato è per Organismi di produzione della danza, il 18,45% per Centri di produzione della danza, l’11,78% per Festival, il 6,57% per Rassegne, il 5,21% per Promozione – Progetti di ricambio generazionale degli artisti, il 2,68% per la Fondazione La Biennale di Venezia. Per gli altri sotto-settori, le percentuali sono inferiori al 2%. Sono assegnati 146 contributi per attività di danza.

Rispetto al 2017, è aumentato il numero delle assegnazioni (11 in più) ed è maggiore l’importo assegnato (+3,41%). Le variazioni positive più rilevanti del contributo assegnato si osservano per il sotto-settore Promozione – Perfezionamento professionale (+38,86%), per il sotto-settore Rassegne (+18%), per il sotto-settore Festival (+10,70%) e per il sotto-settore Promozione – Ricambio generazionale degli artisti (+10,39%). Le variazioni negative più rilevanti si osservano per il sotto-settore Tournée all’estero (-127,35%), per il sotto-settore Promozione – Progetti di formazione del pubblico (-49,87%) e per il sotto-settore Circuiti regionali (-45%). Le variazioni più rilevanti del numero di contributi assegnati si osservano per il sotto-settore Tournée all’estero (+8 contributi), per il sotto-settore Festival (+3 contributi) e per il sotto-settore Organismi di produzione della danza (-3 contributi).

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale del contributo, i soggetti dell’Emilia-Romagna ricevono l’importo maggiore (16 contributi e 1.916.620 euro), i soggetti della Toscana ricevono il numero più alto di contributi (21 contributi e 1.771.934 euro). Più di 10 contributi sono destinati rispettivamente anche ai soggetti del Lazio (19 contributi), della Campania (14 contributi), della Lombardia (14 contributi), del Piemonte (12 contributi) e del Veneto (11 contributi). Ricevono meno di 3 contributi i soggetti dell’Umbria (2) e del Friuli-Venezia Giulia (1).

Un importo maggiore di un milione di euro è assegnato anche ai beneficiari del Lazio (1.630.282 euro), mentre ricevono importi minori di 100 mila euro i beneficiari dell’Umbria (89.790 euro), dell’Abruzzo (73.723 euro) e del Friuli Venezia Giulia (42.813 euro). I beneficiari di Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Lombardia ricevono complessivamente circa il 60,06% del totale assegnato per il 2018 e le regioni italiane senza soggetti beneficiari di contributo sono la Basilicata, la Calabria, il Molise e la Valle d’Aosta (per il 2017 la Basilicata, la Calabria e il Molise).

Rispetto al 2017, il contributo assegnato è diminuito per i soggetti dell’Abruzzo, del Friuli-Venezia Giulia, del Lazio, dell’Umbria e della Valle d’Aosta. È aumentato per i soggetti di tutte le regioni. Le variazioni positive più rilevanti del contributo assegnato si registrano per i soggetti della Campania (+86,39%), della Liguria (+34,57%) e della Puglia (+33,12%). Le variazioni negative più rilevanti si registrano per i soggetti della Valle d’Aosta (-100%), del Friuli-Venezia Giulia (-58,19%) e dell’Abruzzo (-43,48%). Le variazioni più rilevanti del numero di contributi assegnati si registrano per i soggetti della Campania (+8) e del Lazio (-4).

LE ATTIVITÀ CIRCENSI E DELLO SPETTACOLO VIAGGIANTE

È sempre il 2008 l’anno nel quale si registra il valore più alto dello stanziamento (circa 6,79 milioni di euro). Dal 2012 al 2015 diminuisce di anno in anno e nel 2015 si registra il valore più basso del periodo (circa 4,47 milioni di euro). Nell’ultimo anno è pari a circa 5,03 milioni di euro (+3,74% rispetto al 2017 e -11,67% rispetto al 2006). Considerando il valore reale delle risorse stanziate per le attività circensi e di spettacolo viaggiante, calcolato a prezzi costanti in modo da eliminare l’effetto distorsivo dell’inflazione, il valore del 2015 è il valore più basso del periodo. Il valore del 2018 è pari a circa 4,28 milioni di euro (+2,59% rispetto al 2017 e -24,82% rispetto al 2006).

Sono 140 le domande di accesso al contributo presentate per l’ambito circo e spettacolo viaggiante, di cui 124 ammissibili.
Il 34,55% del totale è assegnato per Imprese di circo e di circo contemporaneo in Italia, il 22,75% per Acquisto di nuove attrazioni, impianti, macchinari, attrezzature e beni strumentali, il 20,87% per Promozione – Progetti di perfezionamento professionale, il 6,11% per Imprese di produzione di circo contemporaneo e di innovazione, il 4,52% per Promozione – Progetti di formazione del pubblico, il 4,26% per Festival di circo non competitivi, il 3,49% per Festival di circo competitivi. Per gli altri sotto-settori, le percentuali sono inferiori al 2%. Sono assegnati 81 contributi.

In merito alla distribuzione territoriale del contributo, i soggetti del Lazio ricevono l’importo maggiore (15 contributi e 837.643 euro), i soggetti dell’Emilia-Romagna ricevono 15 contributi (518.863 euro) mentre i soggetti delle altre regioni ricevono un numero inferiore di contributi. Più di 10 contributi sono destinati anche ai soggetti del Piemonte (13), un solo contributo è assegnato rispettivamente per i soggetti dell’Abruzzo, della Basilicata, del Friuli-Venezia Giulia, della Liguria, del Molise, della Sardegna e della Sicilia.

Più di 700 mila euro è assegnato ai beneficiari del Piemonte e del Veneto (rispettivamente 805.170 euro e 739.607 euro). Un importo minore di 30 mila euro va rispettivamente all’unico beneficiario dell’Abruzzo (27.583 euro), della Sardegna (25.702 euro) e del Friuli-Venezia Giulia (20.226 euro). I beneficiari di Lazio, Piemonte, Veneto e Campania ricevono complessivamente il 66,07% del totale assegnato per il 2018 per attività circensi e di spettacolo viaggiante. Sono quattro le regioni in cui non si registra la presenza di soggetti beneficiari di contributo: Calabria, Trentino-Alto Adige, Umbria e Valle d’Aosta (per il 2017 Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta).

Rispetto al 2017, il contributo assegnato è diminuito per i soggetti della Basilicata, della Campania, della Liguria, della Lombardia, della Puglia, della Toscana, dell’Umbria e del Veneto.  È aumentato per i soggetti delle altri regioni. La variazione positiva più rilevante del contributo assegnato si registra per i soggetti del Lazio (+85,93%), mentre le variazioni negative più rilevanti si registrano per i soggetti dell’Umbria e della Toscana, rispettivamente -100% e -72,50%. Le variazioni più rilevanti del numero di contributi assegnati si registrano per i soggetti dell’Emilia-Romagna e del Piemonte, rispettivamente 8 contributi in più.

LO SPETTACOLO IN ITALIA

Nell’ultima sezione della Relazione sul FUS 2018, si esaminano i dati relativi allo stato dell’arte dello spettacolo in Italia. Secondo i dati riportati, nel 2018, si sono tenuti 3.329.787 eventi di spettacolo, tra spettacoli lirici, spettacoli teatrali, spettacoli concertistici, spettacoli di balletto, spettacoli circensi e viaggianti e spettacoli cinematografici. Il numero di ingressi a questi eventi è pari a 119.078.591, con una spesa al botteghino pari a 1.044.922.895,17 euro. Rispetto al 2017, si sono tenuti 23.032 spettacoli in più (+0,70%), il numero di ingressi è diminuito di 7.634.886 (-6,03%) e la spesa al botteghino di 29.120.640,53 euro (-2,71%).

L’offerta è costituita per il 95,04% da spettacoli cinematografici, per il 3,24% da spettacoli teatrali, per lo 0,68% da spettacoli circensi e viaggianti, per lo 0,67% da spettacoli concertistici, per lo 0,26% da spettacoli di balletto e per lo 0,11% da spettacoli lirici.

Per l’attività lirica, il numero di spettacoli assume il valore più basso del periodo nel 2006 (2.748) mentre assume il valore più alto del periodo nel 2017 (3.758). Nel 2018, è pari a 3.714 (-1,17% rispetto al 2017 e +35,15% rispetto al 2006). Il numero di ingressi assume il valore più basso del periodo nel 2014 (1.902.577), e il valore più alto del periodo nel 2018 (2.395.429, +3,28% rispetto al 2017 e +13,96% rispetto al 2006).

Per l’attività teatrale, il numero di spettacoli diminuisce di anno in anno dal 2007 al 2012. Nell’ultimo anno è pari a 107.990 (-0,81% rispetto al 2017 e -21,68% rispetto al 2006). Il numero di ingressi è nel 2007 pari a circa 18,8 milioni, il valore più alto del periodo, nel 2013 a circa 16,2 milioni, il valore più basso del periodo, e nell’ultimo anno è pari a 17.451.654 (+0,95% rispetto al 2017 e +1,93% rispetto al 2006).

Per l’attività concertistica, il numero di spettacoli assume il valore più alto del periodo nel 2018 (22.159, +3,04% rispetto al 2017 e +18,50% rispetto al 2006). Il numero di ingressi è maggiore di 4 milioni nel 2007 e nel 2008, assume il valore più basso del periodo nel 2014 (3.620.048), e nell’ultimo anno è pari a 3.973.397 (+1,99% rispetto al 2017 e +9,01% rispetto al 2006).
Per l’attività di balletto, il numero di spettacoli aumenta di anno in anno dal 2008 al 2013, da 6.690 a 7.677. Nel 2017 assume il valore più alto del periodo (8.526) e nel 2018 è pari a 8.504 (-0,26% rispetto al 2017 e +33,61% rispetto al 2006). Il numero di ingressi è pari a 2.148.832 nel 2007, assume il valore più alto del periodo nel 2017 (2.167.511), e nel 2018 è pari a 2.023.138 (-6,66% rispetto al 2017 e +11,02% rispetto al 2006).

Per l’attività circense e di spettacolo viaggiante, il numero di spettacoli diminuisce di anno in anno dal 2007 al 2012. Il numero di ingressi, dopo aver assunto il valore più basso del periodo nel 2007 (1.227.026), aumenta di anno in anno fino al valore del 2012. Nel 2018 è pari a 1.547.274 (+8,77% rispetto al 2017 e -21,15% rispetto al 2006).

Per l’attività cinematografica, il numero di spettacoli aumenta di anno in anno dal 2006 al 2016, dal 2013 è maggiore di 3 milioni, e nell’ultimo anno è pari 3.164.690 (+0,70% rispetto al 2017 e +159,35% rispetto al 2006). Il numero di ingressi assume il valore più alto del periodo nel 2010 (120.582.757) e nel 2018 assume il valore più basso del periodo (91.687.699, -7,96% rispetto al 2017 e -12,66% rispetto al 2006).

La Lombardia è la regione in cui si è tenuto il numero maggiore di spettacoli mentre il Molise è la regione in cui si è tenuto il numero minore di spettacoli, rispettivamente 569.072 spettacoli e 7.731 spettacoli. La seconda regione italiana per numero di spettacoli è il Lazio e la terza l’Emilia-Romagna, rispettivamente 478.983 spettacoli e 277.880 spettacoli. Rispetto al 2017, il numero di spettacoli proposti è aumentato in Abruzzo, in Campania, in Lombardia, in Molise, in Puglia, in Sardegna e in Valle d’Aosta, mentre è diminuito nelle altre regioni. Le variazioni positive più rilevanti del numero di spettacoli si registrano per la Sardegna (+17,73%), per l’Abruzzo (+5,70%) e per la Lombardia (+5,29%), mentre le variazioni negative più rilevanti si registrano per il Veneto e per la Liguria, rispettivamente -3,60% e -3,16%.

Relazione FUS 2018

(Fonte: AgCult.it)