Home News Comunicazione URGE SBLOCCARE L’ANTICIPAZIONE DEI CONTRIBUTI ALLE IMPRESE EDITORIALI

URGE SBLOCCARE L’ANTICIPAZIONE DEI CONTRIBUTI ALLE IMPRESE EDITORIALI

Un triennio di risorse certe serve per accompagnare i processi di ristrutturazione e innovazione nel settore

La grande novità positiva prevista dalla nuova Legge 198 sull’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, che prevede il pagamento di una prima tranche del contributo entro il mese di maggio, consistente in un anticipo pari al 50% del contributo complessivo, rischia di trasformarsi in un boomerang per le imprese editoriali che hanno fatto affidamento su queste risorse. A maggio inoltrato infatti non si hanno ancora notizie sui tempi di erogazione previsti, un dato essenziale per le aziende, nell’attuale contesto non favorevole del mercato, dopo anni di incertezza e riduzione del contributo che ha portato alla chiusura di molte testate, al ricorso agli ammortizzatori sociali e all’impossibilità di un rilancio del settore, un tema che sembra giustamente stare a cuore al legislatore.

Pur considerando positivamente l’impianto generale dei testi che complessivamente corrispondono agli impegni di sostegno al pluralismo e all’innovazione annunciati e alla modernizzazione della intera filiera editoriale da cui la Legge ha preso le mosse, le imprese cooperative aderenti si stanno interrogando su temi cruciali come quello della destinazione delle risorse nel quadro della previsione triennale come previsto nella Legge di Stabilità; un dato che consentirebbe di programmare la propria attività e di fare quegli investimenti necessari per il rilancio del settore e dell’occupazione. Partendo dal presupposto che il “Fondo” nasce con una dotazione significativa, l’importante è che essa sia adeguata alla effettiva quantificazione del fabbisogno annuale. Per questo sarebbe auspicabile prevedere la data entro la quale deve essere emanato il decreto del Presidente del Consiglio per la ripartizione delle risorse. E per questo il Governo e il Parlamento devono essere coerenti con gli impegni presi dalla Legge sull’Editoria approvata ed evitare ogni rischio di diversa destinazione delle risorse in essa previste e appostate sul Fondo per il Pluralismo e l’innovazione dell’informazione.

Un’altra preoccupazione diffusa riguarda gli investimenti connessi all’innovazione che viene  incentivata, ma che, anch’essa, per realizzarsi necessita di una certezza di risorse per poter garantire una transizione di qualità, dal punto di vista tecnologico, contenutistico e di aggiornamento professionale delle imprese verso il digitale: ovvero l’effettivo passaggio alla multimedialità, ma anche una nuova dimensione qualitativa e professionale dei giornalisti con l’eventuale assunzione di figure dedicate al web e di giovani.

Infine, se “L’obiettivo è quello di assicurare il sostegno pubblico necessario alle voci informative autonome e indipendenti”, in particolare a quelle più piccole e legate alle comunità locali che rischiano di risentire maggiormente dell’attuale situazione di crisi del mercato editoriale, sarebbe importante la definizione degli incentivi che possano riguardare la pubblicità incrementale di ogni impresa verso le testate di informazione locale ritenuta un elemento di sviluppo per sostenere l’informazione del territorio. La caratterizzazione territoriale dei media locali si esprime, infatti, nel coinvolgimento di tutti gli stakeholder dell’ecosistema per la valorizzazione della prossimità territoriale: nella rappresentazione e promozione del territorio attraverso l’informazione sull’attività politica, sulla cronaca, sullo sport e sugli eventi locali; nella capacità di dar voce alle istanze dei singoli cittadini e, in generale, della comunità; nella relazione virtuosa con l’imprenditoria locale, piccola e media, che nei mezzi locali trova il principale vettore della propria comunicazione commerciale.

In attesa di conoscere il testo finale e di chiarire alcuni punti, rileviamo che i decreti abbiano bisogno di ulteriori correzioni tecniche e di alcune maggiori esplicitazioni che evitino fraintendimenti in fase di gestione o che rischino di applicare solo alle cooperative obblighi che per altre forme giuridiche di impresa non profit siano interpretati come non dovute.

Le Note sul testo del decreto elaborate dalla Cooperazione sono state tempestivamente fatte pervenire come contributo alla definizione più puntuale ed efficace del testo:

ora vi è la necessità che la nostra Associazione abbia l’opportunità di illustrare al meglio le proprie osservazioni e proposte di modifica del testo, eventualmente partecipando a un tavolo tecnico.

E’ fondamentale che i Decreti attuativi, sia quelli approvati, sia quelli ancora da produrre da parte del Governo, siano redatti nella massima chiarezza e nell’ascolto,  per quanto possibile, non solo delle Commissioni Parlamentari, ma anche delle realtà associative. Esse possono, crediamo, infatti, contribuire alla definizione di regole certe e trasparenti. Un confronto necessario che rimane aperto e dal cui esito derivano  le valutazioni finali su una legge di riforma che deve effettivamente poter contare su risorse certe e regole tali da dare solidità di riferimenti alla indispensabile fase di transizione verso il digitale, all’innovazione e agli investimenti cui le imprese cooperative e non profit del comparto sono obbligatoriamente chiamate con tempi sempre più accelerati nei prossimi mesi.

Lidia Gattini
Vicepresidente Culturmedia con delega all’Editoria