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Miela per Asporto, Bonawentura presenta DA BUCHENWALD A BELSEN. Diario della prigionia di Osiride Brovedani

Per la rassegna Miela per Asporto, giovedì 28 gennaio 2021 alle ore 18.30 sul canale youtube del Teatro Miela, visibile gratuitamente fino a giovedì 4 febbraio, Bonawentura, in collaborazione con il museo “Casa di Osiride Brovedani” e la Fondazione Osiride Brovedani, presenta on line:

DA BUCHENWALD A BELSEN
Diario della prigionia di Osiride Brovedani

Un esempio di docu-teatro on line: narrazione, musica e immagini d’archivio.

Con Alessandro Mizzi e  l’accompagnamento musicale alla fisarmonica di  Stefano Bembi. Drammaturgia di Stefano Dongetti e regia video di Sabrina Morena e Antonio Giacomin.

Alessandro Mizzi dà voce a Osiride Brovedani, un uomo  la cui vita è un esempio della capacità di resilienza dell’essere umano.  Pur avendo vissuto delle esperienze drammatiche Brovedani riesce a riscattarsi e costruire per sé e per gli altri un nuovo destino prospero e creativo: al ritorno dei campi riprende la produzione della pasta Fissan, diventa un importante industriale e un benefattore, solidale con i giovani e i più fragili, opera che la Fondazione Osiride Brovedani prosegue per ricordare il suo nome. Il suo diario è una lucida testimonianza di prigioniero, arrestato per aver ascoltato Radio Londra ma anche per origini ebraiche, e rappresenta un ulteriore tassello per la conoscenza della storia del ‘900 e dei suoi momenti più oscuri.

La narrazione di Alessandro Mizzi, sottolineata dalla fisarmonica di Stefano Bembi, e le immagini d’archivio dei campi di sterminio dove Brovedani è stato prigioniero, ci accompagneranno in un viaggio nell’interiorità del deportato.

Dopo aver letto il Diario al Museo “Casa Brovedani” e  alla Risiera di San Sabba, Bonawentura/Teatro Miela in collaborazione con la Fondazione Brovedani propone uno spettacolo in streaming in forma di documentario con un montaggio creativo a cura di Antonio Giacomin e la regia condivisa con Sabrina Morena, fatto di immagini del reading sul palcoscenico, e quelle tratte dagli archivi storici di Pond5, intrecciate alle musiche popolari e effetti sonori,  che ricostruiscono l’esperienza umana di profonda intensità di Osiride Brovedani,  davanti alla crudeltà e alla violenza,  ma anche freddo calcolo e ordine, dei campi di sterminio dove l’essere umano veniva ridotto a un numero, negando e annullando così la personalità di ciascuno. “L’addio a Trieste e all’Italia cominciò in una luminosa giornata dell’agosto 1944. Alla vista dei pochi passanti mattinieri che scendevano la via Nizza, si presentava una colonna di autocarri strazeppi d’uomini di tutte le età, vestiti d’abiti borghesi, alcuni con valigie, altri senza bagagli, i quali con visi attoniti e pallidi guardavano per l’ultima volta la loro Trieste. Circondati com’erano da militi delle S.S. e dalla Gestapo, non potevano parlare con i passanti raccoltisi curiosi intorno a loro. Alle 5.30 la colonna si mosse, diretta a Monfalcone. Era uno dei trasporti settimanali che i tedeschi avviavano in Germania. A Monfalcone, gli uomini vennero fatti salire su carri ferroviari merci, trenta per carro. Mentre il treno attraversava la piana del Friuli e nello sfondo si scorgevano sempre più vicini i monti della Carnia e le Alpi Giulie, pensavo alle giornate d’incubo trascorse nelle carceri del Coroneo.”  Come molti altri deportati triestini, Osiride Brovedani provò i rigori del Carcere del Coroneo e l’umiliazione dei carri bestiame che trasportavano i prigionieri. Conobbe poi gli orrori dei campi di concentramento di Buchenwald, Dora e Belsen di cui abbiamo trovato le immagini d’archivio che vogliono restituire la terribile esperienza di Brovedani nell’orrore dello sterminio nazista. Osiride Brovedani lo racconta con un approccio scientifico tenendo il computo dei morti e dello sfruttamento fisico dei deportati. Un’ esperienza di lucida moralità dove il cuore alterna momenti di speranza legati alla natura, e momenti di scoramento davanti alle visioni infernali degli eventi, come il rogo di una catasta di morti o il viaggio allucinato in un carro scoperto durante il trasferimento da Dora a Belsen a guerra quasi conclusa.

Info: www.miela.it