Home News Comunicazione Donne: Alleanza Cooperative, riequilibrio di genere per modello di sviluppo equo e sostenibile

Donne: Alleanza Cooperative, riequilibrio di genere per modello di sviluppo equo e sostenibile

La ripresa è davvero donna, anche se le cifre ci dicono che ancora solo il 49% delle donne lavora, si evidenzia un miglioramento che sicuramente va considerato con una crescita dello 0,6% rispetto al giungo 2016, ma ancora siamo del 13,2% sotto la media europea, dopo di noi c’è solo la Grecia.

Un quadro in chiaroscuro ma con alcuni spiragli di luce quello emerso dal convegno “La ripresa è donna” il 14 novembre scorso a Palazzo Montecitorio, presieduto dalla Presidente della Camera Laura Boldrini con gli interventi delle rappresentanti delle organizzazioni d’impresa e sindacali, del Presidente della V Commissione, del Presidente del CNEL, del sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle finanze, delle deputate componenti dell’Intergruppo parlamentare per le donne, i diritti e le pari opportunità, che ha avuto tra i suoi obiettivi quello della formulazione di proposte da tradurre in emendamenti alla legge di bilancio.

“Il divario continua a esserci, divario nell’accesso al lavoro, nelle retribuzioni, nelle pensioni, c’è il sovraccarico domestico sulle spalle delle donne e la spesso scarsa qualità degli incarichi che le donne rivestono, nonostante tutti sappiano che le donne sono più istruite degli uomini – ha detto la Presidente Boldrini – Noi dobbiamo coinvolgere di più uomini anche nella suddivisione delle responsabilità familiari, perché si è in due a fare un progetto di vita”.

Nell’ultimo rapporto, Unioncamere fornisce dati incoraggianti. Le imprese femminili crescono, tra il 2010 e il 2015, di 35mila unità: e questo è sicuramente un dato positivo, sappiamo che dietro c’ètanta fatica, ci sono tanti sacrifici per conciliare lavoro e vita domestica, perché ancora oggi questa parte di vita si considera quasi una prerogativa femminile, dunque essenzialmente sulle spalle delle donne. C’è un grosso problema culturale: la necessità, appunto, di coinvolgere di più gli uomini nella suddivisione delle responsabilità familiari.

La crescita di un paese, inoltre, dipende anche dall’andamento demografico e la natalità devediventare un obiettivo sociale, garantendo alle donne il supporto per la conciliazione vita-lavoro.Per promuovere il cambiamento culturale necessario occorrono dunque investimenti socio-educativi.

“Ringraziamo la Presidente Boldrini per la grande attenzione dedicata al supporto di tutto ciò che riguarda le misure che facilitano l’occupazione femminile e il superamento degli sterotipi di genere. Esprimiamo in particolare grande apprezzamento perché non è affatto scontato che una donna, una volta raggiunto un ruolo politico-istituzionale di rilievo, si dedichi alle politiche di genere con la giusta dedizione, come sta facendo lei”. Così Dora Iacobelli, in rappresentanza della Commissione Donne e parità dell’Alleanza delle Cooperative Italiane , ha aperto il suo intervento concentrandosi poi su tre aspetti:
– il riequilibrio di genere è uno dei perni di un modello di sviluppo basato su equità, inclusione, sostenibilità (uno dei 17 SDGs della strategia di sviluppo sostenibile dell’ONU). La cooperazione è impegnata nella costruzione di questo modello;
– la pesante situazione dell’occupazione femminile in Italia risente delle insufficienti misure di supporto a donne e famiglie nei lavori di cura. Focus in particolare sull’assistenza agli anziani. Le imprese cooperative, oltre ad esprimere importanti best practice in tema di conciliazione, offrono servizi di welfare per la conciliazione in una logica di rete ad altre imprese e ad altri contesti lavorativi;
– l’imprenditoria femminile e quella cooperativa in particolare mostrano un trend positivo di crescita. Sarebbe opportuno sviluppare misure di supporto allo start up e allo sviluppo di questa tipologia d’impresa.

La Presidente Boldrini, riassumendo le proposte emerse dal Tavolo, ha individuato alcune aree prioritarie di lavoro:
– creazione di opportunità di ‘buona occupazione’ per le donne per esempio, no al part time subito e non scelto);
– razionalizzazione delle misure per la conciliazione e passaggio da una logica di interventi congiunturali ad una di proposte strutturali;
– estensione congedi paterni;
– riflessioni e proposte sull’impatto dell’attuale sistema pensionistico sulle donne;
– supporto all’imprenditoria femminile;
– contrasto alla violenza di genere;
– proposte per misure contro la povertà, che riguarda una quota rilevante della popolazione femminile.