Home News Cultura Trionfo DOC Servizi a Sanremo 2020 con i soci Antonio Diodato e Rodrigo D’Erasmo

Trionfo DOC Servizi a Sanremo 2020 con i soci Antonio Diodato e Rodrigo D’Erasmo

Diodato vince tutto. A dirigere l’orchestra di “Fai rumore”, Rodrigo D’Erasmo, socio Doc in forza a Rimini

Grazie anzi tutto a te Antonio.
Sei stato pazzesco.
Un fuoriclasse vero.
A seguire Tommi e tutta la squadra Carosello per lo splendido lavoro svolto in fase di preparazione e la grande passione, dedizione e professionalità messi in campo in questa avventura sanremese.
Faccio ora, a caldissimo, questo post perché sono ancora emozionato e non ci voglio pensare su troppo ma buttarla fuori così, pura e semplice l’emozione.
Comunque vada sono felice per te, Antonio, perché hai costruito tutto questo un passetto alla volta con grandissima tenacia, grazia, forza, imponendoti prima di tutto per il tuo indubbio talento vocale e le tue capacità autorali.
Ogni anno se ne accorgono sempre in più e questa qui è solo una vetrina televisiva fiorita che illumina più delle altre.
Tu hai saputo, ancora una volta, affrontarla alla grande.
Ora finalmente brindiamo alla tua.
Sei stato bravissimo.
Sono davvero orgoglioso di te.

Con queste parole sul suo profilo Facebook, Rodrigo D’Erasmo, violinista, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra e polistrumentista, socio Doc in forza a Rimini, ha commentato la vittoria al 70esimo Festival di Sanremo di Antonio Diodato, anche lui socio Doc della filiale di Roma (guarda qui il video racconto del tour europeo organizzato da KeepOn LIVE, Doc Live e Doc Servizi). Una nottata incredibile, che ha tributato a “Fai rumore” il primo posto, il premio della critica “Mia Martini” e quello della sala stampa “Lucio Dalla”. Per Doc un trionfo al quadrato, di cui siamo molto orgogliosi; un orgoglio che si estende a tutti gli altri soci della cooperativa impegnati nella kermesse che abbiamo incontrato in questi giorni. Tra loro, anche Rodrigo, che ci ha raccontato così il suo Festival.

Secondo i pronostici, “Fai rumore” salirà sul podio. Che ne pensi? 
La nostra sensazione è che Antonio quest’anno abbia ricevuto un’accoglienza incredibile, da parte del pubblico e della stampa. Rispetto al 2014, quando partecipammo al Festival con “Babilonia”, abbiamo notato maggiori attenzione e rispetto per la sua figura artistica. È vero che è arrivato a Sanremo sull’onda lunga del film di Ozpetek, ma lui è proprio una macchina da palco. Si è esibito con una forza e una professionalità incredibili. Meglio di così non poteva andare. Un piazzamento sul podio chiaramente ci darebbe una grande soddisfazione. Ma al di là della gara sono certo che la canzone avrà una sua vita e un bel successo anche dopo il festival.

Il festival di Sanremo mette alla gogna mediatica presentatori e cantanti in primis. Il ruolo del direttore d’orchestra è sicuramente meno esposto, ma il livello di adrenalina immagino sia alto. Come stai vivendo questo Sanremo, rispetto all’edizione 2014? 
Sono più grande. Dal 2014 a oggi ho fatto tante esperienze. Allora era la mia prima volta da direttore. Io, lo ammetto, non ho studiato da direttore, ma da violinista. Nel 2014 volevo che l’orchestra mi rispettasse, che non mi vedesse come un novellino. È per questo che già allora studiai i primi rudimenti di direzione per essere all’altezza di un compito così importante e di un ruolo per cui nutro grande ammirazione, venendo dalla musica classica. Quest’anno arrivo a Sanremo un po’ più sereno. Però ti confermo che la prima sera, con tutto il rumore che si scatena intorno, c’era un’adrenalina e una tensione incredibili. Quando mi sono seduto in prima fila in attesa di essere chiamato, come da cerimoniale, mi tremavano le mani. Dalla serata delle cover con Nina (Zilli, ndr) è andata meglio, e sono sicuro andrà sempre meglio. Questa canzone è molto emotiva, quindi il fatto di essere emozionati mentre la si canta, aiuta a far passare meglio il messaggio.

Tu hai partecipato all’evento delle sardine a Bologna. Tra i due palchi quale ti ha emozionato di più? 40.000 persone fisiche in piazza a Bologna o l’Ariston? 
Per noi è stato importante esserci in quel giorno di festa. Abbiamo pensato fosse giusto metterci la faccia e credo abbia funzionato meglio di tanti primi maggio. E alla fine di tutta la serata hanno fatto 13’ di ritardo. Davvero una grande professionalità. Rispetto ai palchi, sono molto diversi. A Bologna è stata la vita vera, in una piazza, non nella bolla di Sanremo. Tanta gente senza bandiera, educata, è stato davvero un dono. L’Ariston, in quanto edificio, è un cinema-teatro di provincia che 70 anni di storia, canzoni e leggende della musica e dello spettacolo hanno reso un luogo mitologico, unico nel nostro Paese e non solo.

Recentemente il tour di #AnEveningwithManuelAgnelli ha ricevuto da Rockol il premio della critica come miglior live del 2019. Un progetto dietro l’altro, diciamo che non ti annoi. Dopo Sanremo, cosa prevede la tua agenda? 
L’agenda dell’anno non dovrebbe prevedere molti live. In questi ultimi anni ho suonato veramente tanto, quindi ora mi fermo un attimo sul fronte live. Anche perché si sta aprendo la strada della composizione della musica da film. Ho già fatto due grosse produzioni e sto per fare un film per il cinema, un’opera prima molto bella. Inoltre è in corso una bella collaborazione con Sky Arte, per la quale ho fatto le musiche. Si tratta di un documentario su Fellini, con Francesco Zippel, regista che stimo molto. I prossimi saranno lavori di studio, per lo più. Ma può succedere di tutto. Chissà.

(Fonte: www.docmagazine.it)