Home News Comunicazione Corriere Romagna | Barni, presidente CulTurMedia: “Difesa editoria cooperativa e cultura obiettivi prioritari”

Corriere Romagna | Barni, presidente CulTurMedia: “Difesa editoria cooperativa e cultura obiettivi prioritari”

13 novembre 2019 – Riportiamo di seguito l’intervista rilasciata dalla Presidente di CulTurMedia Giovanna Barni a Gaetano Foggetti del Corriere Romagna sul momento delicato dell’editoria cooperativa.

Col nuovo governo giallorosso, Cinque Stelle e Pd, il fronte dei contributi pubblici all’editoria ha registrato novità importanti per il movimento cooperativo. Ne siete soddisfatti?
«I mesi scorsi sono stati caratterizzati da forti preoccupazioni per la decisione del precedente Governo di tagliare progressivamente per poi portare a zero il fondo, ora la scelta di rinviare al 2020 la decisione in merito permette alle nostre realtà di respirare e di guardare al futuro con più ottimismo. In tal senso è stata accolta la richiesta di moratoria che avevamo già avanzato nel luglio scorso all’allora sottosegretario Vito Crimi».

Il fronte, però, è molto più ampio.
«Ci rincuora anche constatare che c’è una diffusa consapevolezza, a partire dal nuovo sottosegretario all’editoria Andrea Martella, della necessità di affrontare insieme tematiche che vanno oltre il problema del fondo, per cercare una soluzione condivisa a molte delle criticità che affliggono da anni il settore, per coniugare tutela e necessità di innovazione nell’ambito del pluralismo dell’informazione».

Un tema che ha un’eco che va oltre i confini nazionali.
«Certamente, l’Unione ha preso una posizione netta sull’importanza del pluralismo e sul fatto che la cultura sia un pilastro fondamentale nell’Europa dei diritti. Non dimenticando che nello stesso ambito tanti altri Paesi stanziano su questa partita somme decisamente superiori».

Molto complesse le ricadute a fronte di una eventuale riduzione del sostegno al settore.
«I tagli minaccerebbero l’esistenza non solo dei giornali ma quella di una intera filiera produttiva che coinvolge direttamente altri soggetti come, per esempio, tipografie ed edicole. Non dimenticando, poi, il problema di un istituto pensionistico di categoria che è già in grosse difficoltà. Preferisco, però, guardare ai giornali cooperativi per il ruolo che svolgono sui territori, essendo un presidio culturale che in molti casi diventa l’unico mezzo di informazione e di accessibilità alla cultura per alcune fasce della popolazione come per esempio gli anziani. Un’informazione talmente indispensabile da venire spesso rubata da varie piattaforme. Ma non solo, guardiamo con interesse alla diffusione della lettura dei quotidiani nelle scuole».

A chi dice che deve essere il mercato a dettare legge cosa risponde?
«Che in presenza di grandi gruppi il mercato non può definirsi equo, e quindi c’è bisogno di riequilibrarlo con questo tipo di aiuti, per evitare che tutta l’informazione sia in mano ad alcune testate o piattaforme web che contano su disponibilità economiche enormemente superiori. Così come sarebbe importante garantire l’applicazione della legge sulla tutela del copyright, a difesa dell’informazione di qualità e la cui violazione ricade proprio sulle testate che hanno rischiato di chiudere».

Che ruolo può giocare CulTurMedia in questi scenari?
«Quello, essenziale, di fare rete. La forma cooperativa, infatti, deve anche dotarsi di strumenti di sistema. E poi ci vogliamo occupare della crisi dei lettori, di giornali ma anche di libri. Vogliamo essere un partner efficace nella lotta alla povertà culturale ed educativa del Paese ed è per questo che stiamo lanciando, anche come Alleanza delle cooperative, il progetto “Obiettivo lettura”. Pensiamo ai 12 milioni di soci che vanta la cooperazione e immaginiamo cosa può significare una autentica promozione della lettura di libri e giornali in questo enorme ambito di popolazione che può partire anche, come chiedeva Olivetti, dal portare piccole biblioteche nei luoghi di lavoro. Una iniziativa che farà capire al Governo quello che la cooperazione può fare. Porteremo “Obiettivo lettura” al salone del libro di Torino mentre a febbraio vogliamo fare un evento specifico di carattere europeo. Ecco, credo che anche tutto questo sia la dimostrazione di quanto la cooperazione può fare nei contesti e per le comunità in cui opera»

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