Home News Turismo “FARE COOPERAZIONE E DIFFONDERE UN TURISMO SOSTENIBILE”. L’intervista di Oltremare News a Maurizio Davolio, presidente di Aitr

“FARE COOPERAZIONE E DIFFONDERE UN TURISMO SOSTENIBILE”. L’intervista di Oltremare News a Maurizio Davolio, presidente di Aitr

L’Associazione italiana per il turismo responsabile (Aitr) s’impegna per diffondere tra i viaggiatori e i turisti valori come il contatto con le comunità locali, il rispetto della biodiversità e delle culture dei territori visitati, il supporto a progetti di sviluppo socio-economico e di auto-promozione.

Massimo Santucci di Oltremare News, rivista della Cooperazione Italiana, ha intervistato il 2 agosto Maurizio Davolio, membro del Consiglio nazionale per la Cooperazione e presidente di Aitr (Associazione italiana turismo responsabile).

“Abbiamo circa cento soci, tutti soggetti collettivi – dice Davolio – con una decina di Ong impegnate nella Cooperazione allo Sviluppo e una ventina di organizzatori di viaggi con licenza di tour operator, oltre ad Associazioni come l’Ecpat che si batte contro la piaga del turismo sessuale a danno dei minori e molti altri soggetti.”.

Un impegno forte quello dell’AITR nel settore del turismo?

“Il nostro obiettivo è quello di far crescere e diffondere le regole e le idealità del turismo responsabile che devono privilegiare i valori delle comunità locali: abbiamo un vademecum in cui diamo suggerimenti e consigli su come viaggiare in modo responsabile”.

Alcuni impegni sono sotto gli occhi di tutti perché fronteggiano una serie di criticità che stanno compromettendo un’equilibrata gestione dei flussi turistici e delle ricadute economiche nei Paesi che si visitano?

“Occorre limitare il fenomeno dell’overtourism – continua il presidente di AITR – che interessa interi territori e anche grandi città come Venezia e Barcellona; ma non si può chiudere ai visitatori, ad esempio con “numeri chiusi”, occorre piuttosto programmare, “spalmando” le visite durante tutto l’anno anche con l’ausilio di strumenti informatici di prenotazione e programmazione. Si deve evitare poi il leakage, cioè la perdita di guadagno dei territori visitati ai quali spesso, col turismo tradizionale, non restano che le “briciole”, cioè neanche il 20% degli investimenti, perché oltre l’80% viene assorbito dai ricavi degli agenti di viaggio, compagnie aeree e assicurative. Cerchiamo invece, con l’adozione di buone pratiche, di raggiungere per le comunità locali una ricaduta economica di oltre il 40%“.   Continua a leggere