Home News Cultura Convegno ICOM, rapporto pubblico-privato. Giovanna Barni interviene sul tema delle professioni museali

Convegno ICOM, rapporto pubblico-privato. Giovanna Barni interviene sul tema delle professioni museali

La mattinata di apertura dell’assemblea straordinaria di ICOM Italia (International Council of Museums Italia) avvenuta a Roma, presso l’Università degli Studi Roma Tre lo scorso 16 novembre, è stata dedicata al tema delle competenze con il Convegno nazionale: “Il Museo oggi. Le professioni del patrimonio culturale: formazione, esperienze, prospettive.”

Il tema delle professioni museali è stato oggetto di dibattito in ICOM fin dai primi anni 2000. Il percorso avviato con la Carta delle professioni museali nel 2005, seguito dal Manuale delle Professioni europee nel 2007, si confronta oggi con la Riforma dei musei statali, la creazione del Sistema museale nazionale e la complessa realtà normativa per le professioni nel settore del patrimonio culturale.

Il convegno, articolato in una sessione plenaria introduttiva e tavoli su diversi ambiti professionali, ha approfondito tematiche relative alle nuove sfide delle professioni museali, ai percorsi di alta formazione e alle condizioni professionali nel rapporto tra pubblico e privato.

“Siamo di fronte a paesaggi culturali nuovi e dobbiamo mettere in campo sinergie per la gestione di strategie territoriali integrate”. Lo ha detto Giovanna Barni, presidente di Coopculture e CulTurMedia, intervenuta al Convegno nazionale sul tema “Il rapporto tra pubblico e privato: quali professionalità per la gestione degli istituti culturali”.

“Accoglienza e accessibilità non iniziano dalle porte di un museo ma dal desiderio del visitatore di arrivare, visitare una città d’arte. Quante volte ci sono stati interventi di restauro senza provvedere alla strada per arrivare? E’ ora di costruire set di competenze a livello territoriale. C’è necessità di strutturare un rapporto con il territorio, -ha sottolineato la presidente Barni- un rapporto con le comunità, un rapporto con i pubblici e naturalmente, rinsaldare il rapporto pubblico-privato.”

“I nuovi attori da inserire nel novero delle professioni culturali, –ha aggiunto Barni– devono avere competenze ibride, devono essere esperti di community engagement e tecnologie, competenze essenziali per qualsiasi umanista o professionista del nostro settore. E si potrebbe immaginare una formazione congiunta tra pubblico e privato per acquisire tali competenze, come la felice esperienza che, come cooperazione, stiamo conducendo con il Centro di Eccellenza del DTC Lazio”.

Il Programma del Convegno