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AgCult | Ue: al via Polifonia, il progetto che indaga sul patrimonio musicale Europeo

Tra i partner del progetto anche l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione e Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi del Mibact

Foto da Pixabay

Polifonia, il nuovo progetto da 3 mln di euro finanziato dal programma Quadro Europeo Horizon 2020, si svilupperà durante i prossimi 40 mesi con lo scopo di ricreare le connessioni tra musica, persone, luoghi ed eventi dal XVI secolo fino ad oggi. I risultati, che saranno pubblici e disponibili via web sotto forma di un dataset globale e interconnesso, forniranno un contributo fondamentale al miglioramento della comprensione del patrimonio musicale europeo.

“Polifonia svilupperà strumenti di intelligenza artificiale che permetteranno di navigare attraverso un’incredibile mole di suoni e testi plurilingue”, spiega Valentina Presutti, coordinatrice del progetto Polifonia e Professoressa di Computer Science presso l’Università di Bologna, “per capire come la musica è cambiata e come ha reagito al contesto sociale e politico negli ultimi sei secoli”.

“In questo progetto sono coinvolti entrambi gli istituti del Mibact che ho l’onore di dirigere” dice Carlo Birrozzi Direttore dell’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione e dell’Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi, “si tratta di un’operazione inedita, e di cui sono molto orgoglioso, che ci permetterà di sperimentare le tecnologie del web semantico applicate alla catalogazione ai fini della tutela e della valorizzazione del patrimonio. Grazie a questo progetto, la componente sonora entrerà a far parte del paesaggio, avremo quindi modo di analizzare il ‘paesaggio sonoro’ circoscritto in questo caso al patrimonio campanario storico.”

Louis P. Grijp, professore all’Università di Utrecht e ricercatore in musicologia della Royal Netherlands Academy of Arts and Sciences (KNAW), purtroppo recentemente scomparso, ha dimostrato come la musica tradizionale olandese della fine del XVI secolo fosse stata influenzata dall’Opera francese dello stesso periodo. Considerando che in quegli anni i due paesi erano in guerra, risulta evidente come le connessioni musicali tra individui possano essere stabilite nonostante apparenti ostacoli o confini. Quanti casi analoghi potrebbero esistere? Ci sono somiglianze per quanto riguarda il contesto culturale, politico o artistico di diverse realtà? Attualmente è difficile rispondere a simili domande anche perché i musicologi lavorano principalmente su cataloghi non connessi tra loro.

Lo scopo di Polifonia è creare una risorsa vasta e accessibile da chiunque – ricercatori, artisti, produttori musicali e musicisti e amanti della musica, per citare alcune categorie di utenti – attraverso un portale web permettendo in tal modo di svelare fenomeni di connessione in modo sistematico. Utilizzando la stessa metodologia sarà possibile migliorare la comprensione dell’evoluzione dei generi musicali, la loro diffusione nel tempo e nello spazio e le relazioni esistenti tra musica e società, come le colonne sonore delle rivoluzioni, dei movimenti di emancipazione, delle guerre o addirittura delle pandemie. L’industria musicale, per citarne una, avrà finalmente la possibilità di sfruttare appieno i propri grandi cataloghi: collegamenti inaspettati tra musiche apparentemente lontane potranno rivelare nuovi metodi di classificazione in aggiunta alle usuali etichette (genere, artista, anno).

Il consorzio di Polifonia è un gruppo interdisciplinare composto da ricercatori e amanti della musica (di seguito la lista dei partner): informatici, antropologi ed etnomusicologi, storici della musica, linguisti, archivisti del patrimonio musicale, amministrativi e professionisti creativi.

(Fonte: AgCult.it)