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AgCult | Roma, Palazzo Merulana presenta il suo Rapporto di Sostenibilità

Oltre 56 mila visitatori, 17 mostre, 147 attività culturali, 746 giornate di programmazione, 47 dipendenti: in occasione del suo terzo compleanno Palazzo Merulana presenta la fotografia e l’analisi dei risultati 2019–2020

Se penso a un luogo della collettività, io penso a Palazzo Merulana”. In queste parole di Letizia Casuccio, Direttore Generale di Coopculture, c’è tutto il senso di quello che Palazzo Merulana è per chi lo frequenta abitualmente sin dal 2018, anno della sua apertura; per chi lo visita ammirando le 90 opere della Collezione Cerasi della prima metà del Novecento e le mostre temporanee; per chi ne segue le attività culturali e gli eventi; per chi lo gestisce, ci lavora e lo ama ogni giorno; per gli artisti che qui espongono; per gli operatori che ne hanno la percezione di hub culturale e avanzano perciò le loro proposte, divenendo partner di progetto; per la stampa che lo racconta; oseremmo dire per tutta la città di Roma che ne ha sentito profondamente la mancanza nei periodi di chiusura forzata, causata dall’emergenza sanitaria. “L’autentico caso scuola Palazzo Merulana” – come è stato definito più volte dai media – testimonia la centralità del cittadino che “ri-assume un ruolo cruciale nel miglioramento delle città e dei territori”. L’evoluzione di Palazzo Merulana e le sue prospettive future sono raccontate nel secondo Rapporto di Sostenibilità, presentato in occasione del suo terzo compleanno, con il significativo sottotitolo Raccontare i traguardi. Riflettere sulle potenzialità. Sviluppare comunità. Nei quattro capitoli in cui è suddivisa – Sostenibilità Culturale, Sociale, Organizzativa ed Economica – la pubblicazione fotografa due anni straordinariamente diversi tra loro a causa della pandemia che si è abbattuta in modo inaspettato sul mondo e sul sistema produttivo culturale. Inoltre analizza i risultati raggiunti e pone le basi per il continuo confronto con la collettività, alla quale questo spazio si apre e si rivolge dalla sua sede in via Merulana 121.

LA STORIA

Il Palazzo, come lo conosciamo oggi, nasce dall’incontro e la sinergia tra la Fondazione Elena e Claudio Cerasi, collezionisti che hanno fatto dell’amore per l’arte e la bellezza una vera vocazione, e CoopCulture, cooperativa leader da oltre 30 anni nella gestione dei più importanti musei e aree archeologiche a livello nazionale. Una fondazione e un gestore sensibile alle questioni sociali, al dialogo verso diversi linguaggi espressivi, alla potenza che il messaggio artistico è in grado di trasmettere, alla sperimentazione di pratiche di coinvolgimento di pubblici nuovi e ampi. All’ indimenticato Claudio Cerasi e alla sua straordinaria capacità di visionario si deve la riqualificazione del quartiere Esquilino attraverso il recupero, con un progetto di project financing, di un edificio storico, l’ex Ufficio igiene del Comune di Roma, andato in rovina. A lui si deve la volontà di rendere fruibile al pubblico la meravigliosa collezione privata di famiglia e di affidare a CoopCulture il progetto di far rivivere il Palazzo con mostre, iniziative ed eventi. Il recente accreditamento presso l’Organizzazione Museale Regionale (OMR) della Regione Lazio, che riunisce sulla base di rigorosi criteri i musei gestiti da enti locali, aziende o enti regionali e soggetti privati, rappresenta un grandissimo riconoscimento per questo giovane museo, frutto proprio della collaborazione tra pubblico e privato. Palazzo Merulana conferma sempre più di essere una piazza culturale, un centro di produzione e promozione, un vero aggregatore.

IL BIENNIO 2019–2020

Oltre 56 mila visitatori, 17 mostre, 147 attività culturali, 746 giornate di programmazione, 47 dipendenti (il 62% donne). La multidisciplinarietà del palinsesto culturale caratterizza in modo omogeneo entrambi gli anni in analisi. Nel mix di offerta, tra i due anni si è mantenuto costante il bilanciamento tra attività culturali svolte e mostre, rimanendo in linea con la strategia event-driven. In particolare, si può notare una prevalenza di attività di conferenza (talk, incontri con autori) e iniziative di lettura. Non sono mancate nel biennio le offerte didattiche per i bambini, che storicamente fanno parte della mission e della competenza di CoopCulture: differenziate per fascia scolare, hanno coinvolto i più piccoli con laboratori e visite gioco e con visite generali e itinerari a tema per le scuole secondarie. Il visitatore tipo di Palazzo Merulana è una donna. Rispetto al primo anno di attività, si nota un trend di abbassamento dell’età di visita: da una maggioranza nel primo periodo di visite, prevalentemente di donne intorno ai 50 anni, nel periodo 2019-2020 l’età della nostra visitatrice tipo si attesta intorno ai 35 anni. Romana ma non residente all’Esquilino, le piace visitare il museo da sola o in coppia.

IL 2019

Nel dettaglio: 46.772 presenze di cui 33.288 in collezione e in mostra, 13.118 per attività culturali e 366 Palazzo Merulana pass. Il 2019 è stato pieno di soddisfazioni e successi, con il raggiungimento e il superamento degli obiettivi strategici individuati, portando avanti la visione del suo fondatore: un modo diverso di immaginare gli spazi museali, ampi e accoglienti come fossero casa sua. In questo anno la Collezione Cerasi a Palazzo Merulana ha avuto l’occasione di accostarsi a diversi linguaggi espressivi, differenti rappresentazioni di svariate epoche e di molteplici artisti. Particolarmente significativo è stato l’impegno verso azioni volte alla valorizzazione della collezione permanente e all’apertura degli spazi agli operatori del territorio nella prevalenza di attività volte alla co-progettazione e gestione partecipata. Tra le mostre, vogliamo ricordarne in particolare una, prodotta da Palazzo Merulana e amatissima dal pubblico romano: “Giacomo Balla. Dal futurismo astratto al futurismo iconico” (Marzo-giugno 2019). 

IL 2020

Nel dettaglio: 9.473 presenze, di cui 5.908 in collezione e in mostra, 3.337 per attività culturali e 228 Palazzo Merulana pass. E’ stato un anno particolarmente difficile a partire dalla chiusura del 9 marzo. La scomparsa di Claudio Cerasi, avvenuta ad aprile, ha lasciato un vuoto immenso. L’emergenza sanitaria ha causato una perdita del fatturato del 74,7% con un monte ore lavorate diminuito del 74,5%, supportato dalla cassa integrazione per i dipendenti. Il calo del fatturato è da intendersi all’interno del quadro economico che la pandemia ha causato per molti settori produttivi, in particolare in quello culturale e creativo, che si registra, per il 66,4%, in perdita rispetto all’anno precedente. (Fonte: Fondazione Symbola – Unioncamere, Io sono Cultura – Rapporto 2020). La perdita complessiva di oltre € 260.000 è stata sostenuta da CoopCulture, con un contributo pari al 17% del Valore della produzione.

I giorni di apertura del Palazzo sono stati ridotti del 59,4% rispetto all’anno precedente. Seppur visitabile per meno della metà delle giornate di apertura dell’anno precedente, a luglio la Collezione Cerasi ha visto un mutamento di veste, un riallestimento integrato dall’aggiunta di cinque opere inedite.

A fronte di una programmazione più ridotta data dalle numerose chiusure, si è scelto di supportare in modo particolare lo spettacolo dal vivo, tra i settori più colpiti dalle regole di contenimento dell’emergenza sanitaria, nello specifico con il festival estivo di musica e intercultura “Note dal Mondo”.  E’ stata maggiormente attenzionata la componente dell’inclusione e dell’accoglienza di categorie di pubblico più fragili o meno solite alla fruizione culturale. Tra le mostre, vogliamo ricordarne in particolare una: “Riscatti di Città”, che dal 18 gennaio al 17 febbraio ha offerto una panoramica sullo scenario urbanistico e architettonico di Roma con un approccio multidisciplinare: fotografia, grafica, video e progetti architettonici realizzati e visionari.

IL FUTURO

“Abbiamo innumerevoli sfide davanti a noi, prima tra tutte la possibilità di cogliere le opportunità che il Piano di Ripresa e Resilienza, il Next Generation EU e l’Agenda 2030 ci offrono- afferma Letizia Casuccio – Vogliamo continuare a contribuire alla discussione su come fare cultura, sulla creazione di modelli di sviluppo sostenibile al passo coi tempi correnti.  E mi fa ben sperare – conclude il Direttore Generale di CoopCulture – che questo piccolo museo, proprio per la sua originaria destinazione d’uso, in quanto un tempo Ufficio di Igiene di Roma, possa porsi come un punto di ricerca e indagine sulle prossime vie da intraprendere, per curare i malanni e riprogettare la rinascita. 

(Fonte: AgCult.it)