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AgCult | Coronavirus, Adei: le librerie non devono riaprire in questo momento

In ogni caso, “non siamo ‘scienziati’, e ci rimettiamo al giudizio esperto di chi di questo virus si occupa, con competenza, professionalità, passione”

Le librerie italiane non devono riaprire. Lo chiede l’Associazione degli editori indipendenti (Adei) commentando un appello al Presidente del Consiglio per la riapertura delle librerie, pubblicato ieri su “il Manifesto”. Pur condividendo i sentimenti e le preoccupazioni dei firmatari sul fatto che oggi manchino i libri e la possibilità di acquistarli nelle librerie, Adei, Associazione degli Editori Indipendenti Italiani, che rappresenta 250 editori – fra cui Astrolabio, Babalibri, e/o, Fazi, Iperborea, Marcos y Marcos, Minimum Fax, Sur, solo per fare alcuni nomi – e la maggior parte delle Associazioni Regionali, è contraria a questa richiesta.

“Vedere i libri “costretti” sugli scaffali ci addolora. Dire: ‘no, non andate in libreria’, mentre normalmente lo facciamo con slancio e passione, per noi è un triplice dolore – dichiara Marco Zapparoli, presidente di ADEI – per i lettori che seguono i nostri libri, per l’interruzione temporanea di un rapporto fondamentale, per il grave danno economico che ne consegue. Amiamo le librerie proprio perché sono un luogo d’incontro. Un luogo, spesso non troppo ampio, dove ci si trova a fianco o di fronte ad altre persone, molto più che al supermercato o in farmacia. Trascorriamo un tempo meraviglioso in libreria, incrociando altri clienti, sfogliando libri”. 

“Ma davvero non riusciamo a immaginare una fila come davanti alle farmacie, dove si entra uno per volta a chiedere il prodotto che si vuole acquistare. In un’edicola, i clienti sono all’esterno, ben distanti fra loro e dall’edicolante” precisa Zapparoli. “Ma a parte questo: non siamo ‘scienziati’, e ci rimettiamo al giudizio esperto di chi di questo virus si occupa, con competenza, professionalità, passione. Abbiamo nel frattempo lavorato per dare la possibilità ai librai di poter consegnare a domicilio o tramite corriere. Centinaia di librai ora possono farlo, prestando attenzione alle condizioni sanitarie del territorio nel quale si muovono”.

Grazie al contributo degli editori – anche “grandi” –  che hanno dato vita a iniziative come Libri da Asporto o Libri con le Ali, sono da poco possibili consegne a domicilio senza spese per i clienti. Un’iniziativa complessa e impegnativa, che permette di tenere vivo un rapporto con i lettori finché le condizioni sanitarie non permetteranno di tornare alla normalità.

“Siamo i primi ad auspicare la riapertura delle librerie fisiche – conclude Zapparoli – e ci siamo battuti per una Legge che da poco permette condizioni di vendita eque proprio perché teniamo alla salute, anche economica, di tutti noi, ma occorre farlo in condizioni di sicurezza per chi ci lavora e per chi le frequenta”.

(Fonte: AgCult.it)