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AgCult | Report Istat / Turismo, nel 2020 spese turisti stranieri -26,8 mld

“Questa sembra anche essere la componente destinata al recupero più lento, a causa di modifiche dei comportamenti non immediatamente reversibili e del perdurare di restrizioni sui movimenti tra paesi”

Il turismo è stato uno dei settori più colpiti dalla crisi pandemica, risentendo in particolare della drastica riduzione dei flussi turistici dall’estero. Questa sembra anche essere la componente destinata al recupero più lento, a causa di modifiche dei comportamenti non immediatamente reversibili e del perdurare di restrizioni sui movimenti tra paesi. Nel 2020 la spesa per consumi finali sul territorio economico delle famiglie non residenti (fonte Banca d’Italia) ha registrato un crollo del 60 per cento, pari a circa 26,8 miliardi di euro. Lo rileva l’Istat nel Rapporto annuale 2021 sulla situazione del Paese. I 26,8 miliardi di euro di contrazione dei consumi finali dei turisti stranieri, evidenzia l’Istituto di statistica, hanno comportato una riduzione complessiva del valore aggiunto di poco più di 23,5 miliardi di euro, pari all’1,5 per cento di quello dell’intera economia: circa 19,5 miliardi (l’1,2 per cento) in via diretta, 4 miliardi dovuti agli effetti indiretti di trasmissione sul resto del sistema produttivo. In termini occupazionali, questa minore attività si traduce in circa 450 mila unità di lavoro a tempo pieno in meno, pari al 2 per cento del totale. Il settore degli alberghi e pubblici esercizi subisce gli effetti più severi, con una caduta del valore aggiunto del 14,3 per cento, dovuto principalmente all’impatto diretto della minore domanda finale.

Rilevante è anche l’impatto diretto sul commercio (-2,4 per cento), mentre per il settore agricolo la flessione del valore aggiunto (-2,1 per cento) è causata dagli effetti indiretti generati sulla filiera agro-alimentare. La caduta dell’attività dei servizi di alloggio e ristorazione, insieme alla riduzione degli affitti turistici (10,8 miliardi di euro nel complesso), spiega in via diretta o indiretta poco meno della metà dell’effetto complessivo sul valore aggiunto. Rilevante è anche l’impatto d’insieme sul commercio (4,5 miliardi, pari a circa il 20 per cento dell’effetto totale) e sul comparto della cultura e dell’intrattenimento (poco più di 500 milioni). Anche i settori del trasporto e logistica (-1,2 per cento il valore aggiunto), dell’energia, acqua e rifiuti (-1,1 per cento) e degli altri servizi di mercato (-1 per cento) risentono della riduzione della spesa degli stranieri, così come la manifattura a bassa tecnologia (-0,9 per cento, principalmente per gli effetti sul comparto alimentare) e i servizi finanziari, assicurativi e immobiliari (-0,9 per cento, per effetto dell’impatto diretto sul settore immobiliare).

(Fonte: AgCult.it)