Home News Cultura AgCult | Cinema, Mattarella: l’arte è un elemento irrinunciabile, e non aggiuntivo, della vita sociale

AgCult | Cinema, Mattarella: l’arte è un elemento irrinunciabile, e non aggiuntivo, della vita sociale

Il settore, ha dichiarato il capo dello Stato alla cerimonia dei David, “è un’industria di rilievo per l’Italia, il progetto di potenziare Cinecittà e con essa il Centro Sperimentale di Cinematografia, può diventar elemento propulsivo della ripartenza”

Il settore del cinema “non è solo una punta della nostra cultura e della sua espressione artistica, ma è anche un’industria di rilievo per l’Italia. Lo spettacolo, in particolare quello dal vivo, è stato tra i settori più colpiti dalla pandemia; si tratta di un impoverimento economico e culturale, quest’ultimo non risarcibile, che non può permanere a lungo, perché l’arte non è un elemento aggiuntivo della vita sociale, ne è parte irrinunciabile. La pandemia ci ha costretto a chiudere le porte di cinema e teatri, per sconfiggere il virus serviranno ancora prudenza e responsabilità nei comportamenti, ma servirà anche determinazione ed iniziativa”. Lo ha detto il capo dello Stato, Sergio Mattarella, intervenendo al Quirinale alla cerimonia di presentazione dei candidati ai Premi “David di Donatello” per l’anno 2021. La cerimonia, condotta dal Geppi Cucciari, è stata aperta dalla proiezione di un video a cura di Rai Cultura a cui sono seguiti gli interventi di Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, e del Ministro della Cultura, Dario Franceschini.

“Il David di Donatello è una festa del cinema e quindi della cultura italiana. L’anno scorso a causa della pandemia non è stato possibile svolgere questa cerimonia, quest’anno realizzarla rappresenta un segnale di ripartenza e di speranza”, ha aggiunto Mattarella, sottolineando che “il progetto di potenziare Cinecittà e con essa il Centro Sperimentale di Cinematografia, può diventar elemento propulsivo della ripartenza, attrarre a Cinecittà produzioni nazionali, europee ed internazionali; aumentare il potenziale degli Studi e anche la loro strumentazione digitale è un investimento che può restituire molto al paese in termini di cultura, di lavoro di qualità e di prestigio nel mondo”.

“Nel dopoguerra, al tempo della ricostruzione morale e materiale dalle macerie della dittatura e del conflitto più sanguinoso, il cinema italiano conobbe una stagione straordinaria. In quella stagione seppero esprimersi talenti di grande levatura, le cui opere furono ammirate in tutto il mondo. Registi come Vittorio De Sica, Roberto Rossellini, Luchino Visconti aprirono un capitolo nuovo nella cultura italiana, fecero breccia nel sentimento popolare, valorizzarono attrici e attori che sono rimasti a lungo nel cuore di ciascuno di noi. Divennero maestri di altri maestri. Sarebbero tanti i nomi da ricordare. Così come i nomi di produttori, di sceneggiatori, di direttori di fotografia, di costumisti, di scenografi. Di tutti coloro, insomma, che nel dare anima al cinema hanno contribuito ad arricchire la civiltà degli italiani, a farli sentire più partecipi di un destino comune, a sollecitare attraverso le immagini, le parole, le musiche il desiderio di vivere e di crescere in un Paese migliore. Le eccellenze del cinema hanno contribuito a far conoscere e apprezzare l’Italia nel mondo e hanno accresciuto il valore del talento italiano. Talenti, sensibilità molteplici che ancora ispirano filoni e generi diversi. Ma in questa eredità c’è anche un patrimonio che appartiene a tutti, come un bene indivisibile. Appartiene a voi che date sempre vita nuova al cinema italiano. Appartiene a tutti gli italiani che continuano ad attingere a questa fonte così ricca di cultura, di emozioni, di divertimento”.

I candidati ai David e tutte le persone che lavorano nel cinema “sono eredi di questa storia. La linfa di quelle radici circola ancora. Il testimone è passato di mano ma ora va condotto ancora più avanti. Tanto è cambiato in questi decenni nella strumentazione tecnica, nella qualità delle immagini, nella costruzione e nella percezione delle storie, nel senso comune e nel costume sociale. Siamo però, di nuovo, chiamati a ripartire. Non soltanto a proseguire. E per questo avvertiamo, accanto alla ricchezza delle nostre diversità e differenze, anche il senso di una missione comune. Indubbiamente il cinema è cambiato. E continua a cambiare, con innovazioni che procedono a grande velocità. Tutti concordano nel ritenere che, dopo il Covid, non torneremo alla normalità di prima ma ci troveremo in uno scenario nuovo. Voi sapete bene quanto nel cinema si cammina in fretta. Quanto le trasformazioni tecnologiche impongano nel vostro lavoro sfide continue e avanzamenti costanti. Lo sapete perché – pur nelle limitazioni di questi mesi – avete continuato a inventare, a girare, a produrre. Non sono pochi i film, le fiction, le serie, trasmesse dalla tv e da altre piattaforme, che il pubblico ha così potuto apprezzare pur senza poter entrare nelle sale cinematografiche”.

“Adesso – spiega il Presidente della Repubblica – le sale riaprono, e desideriamo anzitutto che il pubblico possa di nuovo godersi le emozioni del grande schermo in sicurezza. Pesa purtroppo, anche economicamente, la lunga sosta forzata. E va affrontato, con i gestori delle sale, il rischio derivante dagli ingressi contingentati. Le sale del cinema sono un luogo prezioso della vita delle città. È bene che siano stati previsti fondi per ammodernare e rendere più efficienti da punto di vista energetico le sale, così come i musei, i teatri e tutti i luoghi della cultura. Il cinema ha ormai intessuto una relazione intensa con la televisione e con le varie piattaforme che sempre di più arricchiscono le nostre capacità di comunicazione e di informazione. Ne è nata una interdipendenza, negli strumenti e nei linguaggi, che ha prodotto un proficuo scambio di professionalità e che può incrementare le risorse complessive del cinema. Nessuno oggi pensa al cinema come a un settore separato dal mondo dell’audiovisivo. Ma è necessario, perché il dialogo continui e sia proficuo, che il cinema conservi la sua originalità e il suo DNA creativo. E’ giusto che le istituzioni vi sostengano in questa sfida. Un capitolo significativo del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza è dedicato allo sviluppo dell’industria cinematografica. Mi auguro che trovi attuazione nel confronto e nell’impegno convergente di tutti i protagonisti del mondo del cinema e dell’audiovisivo, come già è avvenuto quando fu varata la nuova legge sul cinema. Istituzioni, operatori, aziende del settore unite nell’obiettivo di rafforzare le produzioni nazionali. Di migliorarne la qualità. Di conseguire una migliore efficienza e competitività dell’intero sistema”.

(Fonte: AgCult.it)