Home News Comunicazione 2° Congresso CulTurMedia: Giovanna Barni confermata presidente per i prossimi 4 anni

2° Congresso CulTurMedia: Giovanna Barni confermata presidente per i prossimi 4 anni

22 febbraio 2023 –Si è concluso alla Sapienza Università di Roma, presso l’Edificio Marco Polo, il 2°Congresso Nazionale di CulTurMedia, il settore di riferimento delle oltre 1.500 cooperative della cultura, spettacolo, turismo, editoria e informazione di Legacoop, con un valore complessivo della produzione di oltre 1 miliardo e 640 milioni di euro e più di 31mila occupati. I 106 delegati presenti hanno confermato Giovanna Barni come presidente per il prossimo quadriennio di lavoro.

Giovanna Barni, nel corso della sua relazione introduttiva, ha evidenziato come “Occorre nel prossimo futuro generare pratiche e spazi culturali accessibili e inclusivi per ricreare legami sociali e partecipazione, ecosistemi di scambio tra bisogni non soddisfatti dal mercato e offerta, facendo leva proprio sulla nostra natura nella quale i membri sono produttori e consumatori al contempo. Solo così si può provare ad invertire anche quel calo di domanda culturale che affigge soprattutto le aree più marginali e incrementa ancora di più le diseguaglianze di educazione e crescita”. Ma è necessario anche “tessere nuovi spazi istituzionalizzati di collaborazione tra Enti, imprese e comunità, alle diverse scale territoriali e lungo tutto il ciclo: dalla co-progettazione, cura partecipata, co-creazione, co-gestione sostenibile delle risorse culturali e naturali di un territorio, dal singolo luogo ad un circuito interregionale, superando anche gli steccati burocratici. Occorrerà una sussidiarietà con il Terzo Settore, avvalendoci degli strumenti esistenti di amministrazione condivisa, ma sempre in modo complementare e generativo di cooperazione”. Altro punto è “preparare strategie di aggregazione e integrazione con gli altri settori per approcciare più risorse del prossimo settennio, ma soprattutto per contaminarci e generare nuove economie di rete, filiere tematiche o territoriali ad un livello più alto ed a valore aggiunto grazie all’ingrediente culturale e creativo: non solo il turismo ma anche agricoltura innovativa e artigianato 4.0, welfare culturale, percorsi naturalistici di mobilità sostenibile, hub creativi e innovativi per un nuovo abitare nelle periferie e nei borghi. Nuove economie che solo la cultura può connettere perché capace di mettere a valore risorse intangibili nei processi di sviluppo locale”.

Infine, occorre “innovarci insieme, costruendo un ampio partenariato per l’innovazione, un accordo di scambio tra cooperazione e mondo della formazione perché l’innovazione sociale e l’innovazione digitale e le filiere innovative non possono che essere generate da nuove competenze sempre più multidisciplinari e innovative, per le quali la cooperazione può essere casa ideale: sia perché di per sé l’innovazione non può che scaturire dalla cooperazione tra competenze e discipline diverse sia perché l’impresa cooperativa è in grado di conciliare l’autonomia e la flessibilità delle professioni creative e digitali con la dignità del lavoro, far emergere anche quel lavoro sommerso, nascosto o precario tipico delle nuove professioni”.

“Tutto ciò” -ha aggiunto Barni-“non esclude affatto che permangono criticità che riguardano singoli settori più fragili come i giornali cooperativi, la piccola editoria, i cinema perché ripetutamente colpiti da crisi (il caro energia, il costo della carta, la concorrenza non regolata delle grandi piattaforme) ma anche dai ritardi normativi nel fronteggiare gli squilibri conseguenti alle trasformazioni digitali, ed anche di soluzioni centralistiche sbagliate come la Netflix della cultura. L’importanza dei nostri presidi per la promozione della lettura, per l’informazione plurale e di qualità, accessibili nelle piazze e presso l’utenza più fragile,sono stati sottovalutati anche dal nostro stesso mondo, nella loro portata di cura e educazione delle comunità e quindi di stimolo per una crescita più equa e creativa dei nostri contesti territoriali. Invece devono continuare ad essere sostenuti dal pubblico, ma soprattutto non essere lasciati soli.”

Nel Prologo del Congresso è intervenuta anche la coordinatrice delle Industrie Culturali e Creative OCSE, Ekaterina Travkina: “Oltre al suo valore intrinseco, la cultura è anche una leva economica e sociale. Le industrie culturali e creative connettono bellezza ed effetti economici, portando reddittività e lavoro nelle città e nelle regioni-più del 10% dell’occupazione nella maggior parte delle città OECD sono culturali e creative, e intorno al 7% delle aziende nelle economie OECD sono culturali e creative. Le persone creative che lavorano in tutti i settori dell’economia portano innovazione. La cultura inoltre contribuisce al place making, rendendo città e regioni luoghi più attrattivi per lavorare, vivere e visitare, incoraggiando gli investimenti e l’attrazione di talenti. Inoltre la cultura apre a nuove prospettive le sfide del futuro, come il cambiamento climatico, l’invecchiamento, il benessere, l’integrazione dei migranti, il turismo sostenibile. Mentre i governi riconsiderano i loro modelli di crescita, la rigenerazione e le strategie di sviluppo a base culturale possono favorire i cambiamenti verso una crescita più equa e più inclusiva.

Per raccogliere questi benefici -ha aggiunto Travkina- i governi delle OECD devono incentivare l’accesso alle professioni creative e alle aziende per l’occupazione, la protezione sociale, l’innovazione e le misure di sostegno alle imprese. È inoltre necessario includere la cultura come parte integrante di un’agenda politica più ampia, come la coesione sociale, l’innovazione, la salute e il benessere, l’ambiente e lo sviluppo locale sostenibile. In conclusione, dobbiamo vedere la cultura come un investimento economico e sociale, e non come un costo.”

Antonella Galdi, Vice Segretario Associazione Nazionale Comuni Italiani, è intervenuta nella prima parte del programma affermando che: “La cooperazione e l’ANCI insieme possono lavorare per sensibilizzare le amministrazioni ad un uso corretto e produttivo del partenarito pubblico privato perché è una grande conquista che può qualificare il territorio e le relazioni”.

Guido Castelli, Commissario Straordinario Ricostruzione Sisma 2106, intervenuto anche lui nella prima parte dei lavori, ha così commentato in un post: “Mahler diceva che la tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri. Questo è ancora più vero nel Centro Italia colpito dal sisma, dove c’è bisogno, accanto alla ricostruzione, di ricompaginare la comunità, condividendo un’ipotesi di futuro per superare la crisi. Importante questa mattina essere presente al secondo Congresso nazionale Culturmedia, prima di tornare a dedicarmi ai lavori per la conversione del DL Sisma. Un terzo delle risorse messe a bando nel programma NextAppennino, circa 200 milioni, sono destinate al Terzo settore, imprese creative e partenariati tra pubblico e privato. Una scelta chiara, perché alla ricostruzione serve una sollecitazione e un’attivazione antropologica, che si può produrre proprio da esperienze come quelle delle cooperative”. Guarda il video intervento

Mariya Gabriel, Commissaria europea per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, ha detto in un messaggio inviato in occasione del Congresso di CulTurMedia, che: “Il riconoscimento delle associazioni cooperative come parte del patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco è un gradito primo passo verso il pieno riconoscimento del contributo delle cooperative per aiutare a migliorare la qualità della vita delle persone, guidare il cambiamento sociale e affrontare le sfide della comunità, come il raggiungimento di un approccio inclusivo e una crescita economica e sostenibile. Questo approccio è pienamente in linea con gli sforzi della Commissione europea, ad esempio nell’ambito del New European Bauhaus”. “L’Unesco –ha aggiunto –è un partner fondamentale dell’Ue nelle attività che rafforzano la dimensione culturale dello sviluppo sostenibile e comunicano il ruolo della cultura come bene pubblico globale. Sono lieta che queste caratteristiche siano state riconosciute anche da 150 governi nazionali nella dichiarazione Mondiacult lo scorso settembre in Messico. Ciò contribuirà a rafforzare la posizione della cultura nelle agende politiche nazionali e nelle misure per approfondire la cooperazione transnazionale in questo campo e favorire lo sviluppo sostenibile. Con un bilancio combinato record di oltre 14 mld di euro per la cultura e la creatività spero di garantire un futuro sostenibile per questi settori e di massimizzare la loro capacità di co-innovazione per aiutare a risolvere le sfide della società, come la rigenerazione urbana e rurale. Con questo spirito accolgo con favore la vostra collaborazione nel campo culturale e vi incoraggio a sfruttare appieno i finanziamenti dell’Ue disponibili per approfondire la vostra collaborazione e co-creare progetti a beneficio di tutti”.

Il sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, in un messaggio inviato in occasione del congresso di CulTurMedia, ha affermato come: “La Cultura è l’architrave su cui costruire un futuro migliore e più sostenibile per tutti”. Ricordando che “Il Ministero ha fatto l’esercizio di previsione nel PNRR Cultura 4.0, documento in cui si declinano le linee di finanziamento, da qui al 2026, per consentire la ripresa e la resilienza dei settori della cultura ma è anche, a tutti gli effetti, il piano che indica il percorso strategico di sviluppo e la visione di lungo periodo del nostro Ministero che va ben oltre il conseguimento dell’ultimo deliverable concordato con l’Unione europea”.

“Il futuro, per il Ministero, persegue il raggiungimento degli obiettivi trasversali del PNRR cioè quelli della transizione verde e digitale. Nel PNRR, è riflessa una visione “comunitaria” e “partecipata” della Cultura intesa come bene comune, dove l’innovazione digitale facilita la trasmissione del nostro Patrimonio alle prossime generazioni e dove, al contempo, si sostiene la crescita di un mercato complementare di servizi culturali e turistici fatto di micro e piccole imprese e di start-up innovative. Tali principi hanno informato anche la Dichiarazione di Roma dei Ministri del G20 Cultura in cui è ribadito ‘il ruolo prioritario della cultura nello sviluppo sostenibile in termini economici, sociali ed ecologici’. Si chiede ai Governi ‘il pieno riconoscimento e l’integrazione della cultura e dell’economia creativa nei processi e nelle politiche di sviluppo attraverso il coinvolgimento di tutti i livelli della società, comprese le comunità locali, per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile’.

A chiusura della prima parte dei racconti cooperativi sono stati consegnati i premi “Costruttrici di Comunità”: alla cooperativa Risguardi di Campobasso è andato il premio come la più giovane cooperativa culturale (nata infatti a novembre 2022); mentre per la più anziana, il premio 100 anni di cooperazione per la cultura è andato alla cooperativa Casa del Proletariato di Carloforte (Cagliari).

Umberto Croppi, Direttore Federcultureha sottolineato la necessità di uno Statuto dei Lavoratori della Cultura che tenga conto delle peculiarità del lavoro in questo settore e di un contratto condiviso che introduce l’assicurazione sanitaria obbligatoria per i dipendenti. Valori, legami e rinascita le parole chiare per uno sviluppo armonico e durevole del settore culturale nel nostro paese.

“Quello della cooperazione è un modello a cui noi teniamo molto perché la sussidiarietà realizzata e applicata è l’unica soluzione per rigenerare le nostre città attraverso una visione urbanistica e quindi culturale”. Lo ha detto il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone (Fdi), intervenendo al Congresso di CulTurMedia. Questa visione, ha aggiunto Mollicone, “è strategica per la ritessitura dei nostri spazi urbani degradati nel corso degli anni anche da una mancata pianificazione urbanistica che non rispondesse a logiche di profitto”. Serve allora, secondo il presidente della VII commissione di Montecitorio, orientarsi verso logiche “per la costruzione di luoghi comunitari –una parola chiave insieme al modello cooperativo –che vanno riscoperti, incentivati e sostenuti”.

“Se finalmente siamo riusciti a fare un passaggio sull’indennità di discontinuità, credo che dovremo fare ora uno sforzo anche per dare valore alla qualità del lavoro cooperativo e combattere chi ‘infanga’ il buon nome della cooperazione”. Lo ha detto Chiara Gribaudo (Pd), vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, intervenuta nel corso del Congresso. “Dobbiamo costruire –anche in un dialogo franco e aperto con le forze che oggi stanno al Governo –un modello diverso per i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo. Abbiamo bisogno di dare risposte a professionalità che hanno dimostrato resilienza e resistenza, che si sono già rimesse in discussione e a cui non possiamo dare risposte evasive. Il mondo prima della pandemia era disuguale per questi lavoratori e ora abbiamo bisogno di ricucire quella frattura. Mi auguro che da oggi si possa costruire un percorso comune”.

Francesco Verducci (Pd), membro della commissione Cultura del Senato, intervenuto nel corso del 2° Congresso Nazionale CulTurMedia ha detto che: “L’auspicio è fare in modo che questa legislatura, e noi faremo la nostra parte all’opposizione, porti a centrare degli obiettivi fondamentali come quelli messi al centro della scorsa legislatura. Aver ottenuto il riconoscimento dell’indennità di discontinuità per i lavoratori delle arti creative e performative è stato qualcosa di importantissimo, un fondamento su cui possiamo incardinare tutta una nuova legislazione. C’è ora il tema di approvare una legge che riconosca e definisca l’impresa culturale e creativa dentro il riconoscimento e la definizione dell’intero settore creativo e culturale. Serve un nuovo contesto normativo che risponda a quelli che sono i bisogni di un sistema produttivo e delle imprese del settore”.

Mauro Lusetti, presidente Legacoop Nazionale e Simone Gamberini, candidato Presidente, sollecitati dalle domande di Roberto Lippi della Fondazione Barberini, hanno valorizzato il lavoro di questi ultimi 4 anni, il lavoro sulle filiere produttive e sull’intersettorialità, il lavoro sulle relazioni istituzionali culminato in maniera plastica con un Congresso che ha manifestato la forza e la dimensione di CulTurMedia che dialoga all’interno dell’associazione ma, soprattutto, si apre all’esterno con le Istituzioni che ne riconoscono oggi il ruolo e la rappresentanza.

Il 2° Congresso è stato organizzato sulla piattaforma mentimeter.com che ha permesso un’iterazione con il pubblico in sala e quello collegato in streaming. Oltre 300 persone che hanno seguito. Circa 150 persone che hanno inviato 418 reaction agli stimoli della discussione e hanno definito la scelta della Promozione della forma cooperativa presso i giovani tra le priorità di lavoro proposte. Sul podio delle scelte anche le progettazioni in partenariato e la formazione di nuove professioni e competenze.

Oltre 700 le visualizzazioni sul nostro sito: https://culturmedia.legacoop.coop/2-congresso-nazionale-culturmedia…

Tra le parole della cooperazione scelte insieme ai partecipanti al Congresso CulTurMedia:

Per vedere il 2° Congresso Nazionale CulTurMedia clicca qui: https://youtu.be/27-efQ9hxdw

Allegati
Relazione introduttiva – Giovanna Barni
Invito e Programma della giornata
Traduzioni video messaggi Ariel Guarco-Ernesto Ottone Ramirez
Messaggio sen. Lucia Borgonzoni, sottosegretario Ministero della Cultura

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