Home Ritratto Lettera 22, una cooperativa di giornalisti che edita “Sprint e Sport”: un piccolo Giornale che racconta grandi Storie

Lettera 22, una cooperativa di giornalisti che edita “Sprint e Sport”: un piccolo Giornale che racconta grandi Storie

Una storia lunga 57 anni quella che oggi è diventata una cooperativa, la Lettera 22 di Torino. Una cooperativa di giornalisti che edita “Sprint e Sport“, il settimanale del calcio giovanile e dilettantistico di Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia che esce il lunedì mattina in tutte le edicole ed è anche disponibile in formato digitale.

Abbiamo chiesto al direttore del giornale, Claudio Verretto, di raccontarci la lunga storia di questa piccola ma importante realtà editoriale.

1. LETTERA 22, una cooperativa di giornalisti nata nel 2001: ma gli anni dalla nascita sono molti di più?

Schermata 2015-08-02 alle 12.13.21Nel 1957, e precisamente il 30 luglio, al Tribunale di Torino veniva registrato ilPiemonte Sportivo, nome originario dell’attuale Sprint e Sport. Direttore responsabile Aristide Tutino.

Tutino, in gioventù, era stato un corridore ciclista. Un discreto atleta che aveva intessuto importanti amicizie. A metà anni cinquanta aveva già smesso con l’attività sportiva agonistica e si era dedicato a quella che sarebbe stata la sua professione: il giornalismo.

Aveva avuto delle buone esperienze con alcune testate nazionali (Sport Pronostici) e locali (Domenica Espresso) un settimanale che veniva stampato e distribuito la domenica sera a Torino.

Nel 1956 conobbe il commendatore Ennio Pedrini, politico ed esponente del Partito Liberale nella Valle d’Aosta, nonché editore di diversi giornali locali: La Gazzetta del Canavese, Il Corriere di Ciriè, La Gazzetta di Chivasso, Le Moniteur Valdotaine, Il Corriere di Torino e Provincia, l’Arco di Chieri.

Nelle testate di Pedrini, comunque, non esisteva alcun periodico sportivo (le esperienze di Paese Sportivo e, poi, di Piemonte Sport erano ormai cessate) e proprio per questa ragione, Tutino propose di farne nascere uno.

Discussero per alcune settimane sul nome da dare al giornale e Tutino scrisse anche a Fausto Coppi, di cui era molto amico, per avere un suo parere.

Venne scelto Piemonte Sportivo con direttore responsabile Aristide Tutino e nel settembre del 1957 partì una bellissima avventura che non è mai terminata. La prima redazione era stata al primo piano di Via Nizza, a Torino, all’angolo con Via Berthollet, poi ci si spostò in Corso Francia 32, quindi in Via Casalis (con annessa tipografia) e negli anni ottanta in Corso Novara all’angolo con Corso Regio Parco.

tutino-piemonte-sportivoNel frattempo erano passati per Piemonte Sportivo alcuni dei nomi più noti del giornalismo italiano: Bruno Bernardi, il compianto Piero Dardanello, Franco Costa, Gigi Arvati,Franco Mattalia, Ruggero Quadrelli, tanto per indicarne alcuni.

piemonte sportivoLo stesso Nino Nutrizio, grande penna, si prestò con alcuni pezzi di colore che furono molto letti. Per molti di quegli anni collaborarono al settimanale sportivo Roberto Tutino, fratello del fondatore, Tito Delton, Luciano Coraglia e, in qualità, di factotum, la mitica Degilla Franchino.

Nel 1988 la testata fu ceduta e Tutino lasciò quell’incarico. Con editore Furio Morano, assunse la carica di direttoreFerdinando Giordano che la mantenne sino al 1991, quando un gruppo industriale di Vinovo acquistò il giornale eDomenico Moscatelli ne divenne direttore.

Agli inizi degli anni novanta un nuovo competitor però si affaccia sul panorama editoriale di Torino e provincia: Sport e Sport (un anno dopo diventerà Sprint e Sport), direttore responsabile Pierangelo Isolato, editore Claudio Verretto. Sono gli anni in cui l’editoria, grazie all’ausilio dei nuovi sistemi informatici, subisce una profonda trasformazione.

Il merito di Sprint e Sport sta nell’adottare da subito una grafica accattivante, molti avvenimenti seguiti in diretta con i propri collaboratori e il giorno di uscita: il lunedì. Di lì a poco tempo, e cioè verso la metà degli anni novanta, le due testate decidono di unire forze e risorse per la creazione di un giornale unico.

Ma è dal 2001 che il giornale ha un forte impulso e cioè quando la società editrice diventa laLettera 22, una cooperativa di giornalisti nata quasi spontaneamente all’interno della redazione del giornale.

2. Che cosa ha significato per la vostra esperienza di giornalisti la nascita della cooperativa?

La nuova forma societaria rappresenta una vera e propria svolta per una testata sostanzialmente radicata a Torino e provincia. La cooperativa, formata in prevalenza da giovani, sviluppa un progetto editoriale fondato esclusivamente sul calcio ma ne amplia la zona di uscita ristrutturando la distribuzione.
11796190_1154209694594189_6335486594230145700_nCambia il formato, la fogliazione, l’impaginazione e aumentano i contenuti rivolti alla lettura.Nel 2004, al tradizionale spazio riservato ai campionati del Piemonte, si aggiungono i campionati di calcio giovanile e dilettantistico della Lombardia. Una scelta che qualche anno più tardi si rivelerà strategica e lungimirante.

La provincia di Torino nel 2008 entra in una crisi strutturale che, sommandosi alla crisi congiunturale che colpisce l’economia mondiale, mette in ginocchio la città e la provincia con conseguente perdita di copie anche per il giornale.

3. Negli anni più recenti, in particolare, molte cose sono cambiate sia nel mercato sia nel modello di sostegno pubblico al pluralismo dell’informazione. Quali sono stati e sono oggi le difficoltà principali?

Nel corso degli ultimi 10 anni sono state sostanzialmente tre le problematiche di difficile gestione.
Da una parte la pubblicità che non ha mai rappresentato più del dieci per cento del fatturato. Si potrebbe fare di più ma essendo il nostro un giornale che va in mano ai giovani ci siamo sempre rifiutati di pubblicare giochi e scommesse così come gli annunci di incontri.

11145144_994828053884307_144550260844098669_nIl secondo aspetto negativo è stato il proliferare di tante pubblicazioni che facevano sempre capo ai quotidiani. Inserti normalmente confezionati da service esterni alle loro redazioni per poter abbattere i costi e quindi andare in edicola a poco prezzo.

Attualmente Sprint e Sport ha un prezzo di copertina di 3,50 euro, ma un quotidiano sportivo di Torino offre un inserto molto simile al nostro giornale al prezzo di 1,50 euro.

Terzo aspetto i costi di gestione (contributi e imposte) in continua crescita e difficili da sostenere per una piccola realtà. Grazie al contributo pubblico, che tuttavia non ha mai superato un trenta per cento del fatturato, si è comunque riusciti a sostenere il giornale e a rimanere sul mercato. Le risorse sono state importanti perché ci hanno permesso di fare investimenti. Soprattutto tecnologici.

Vero è che dal 2010 Sprint e Sport è possibile leggerlo anche in versione digitaletramite la piattaforma Virtualcom e su tutti i dispositivi mobile iOS e Android. Investimento che sta producendo ottimi frutti con circa 600 copie vendute settimanalmente.

4. E per il futuro?

A fronte di un’impresa che nel corso degli anni ha prodotto posti di lavoro, fatturato e un’informazione specifica in un settore sensibile come il calcio giovanile, vi è però un futuro particolarmente incerto.

La già poca pubblicità si è ridotta al lumicino, ma più che altro pesano le incertezze sulle provvidenze pubbliche che di fatto ne bloccano l’attività di sviluppo e gli investimenti. Una riforma del settore non è solo auspicabile ma vitale.

5. A tal proposito, anche i lettori di “Sprint e Sport” hanno aderito alla campagna “MENO GIORNALI MENO LIBERI” ……

anche io leggo sprint e sportSi è vero! E’ stata una vera e propria testimonianza di affetto quella dei nostri lettori che con#ancheioleggosprintesport hanno aderito alla Campagna “Meno Giornali Meno Liberi”diventando loro stessi veri e propri Testimonial a sostegno del loro giornale e per far capire soprattutto l’importanza dei piccoli giornali che svolgono una grande funzione sul territorio e raccontano grandi storie come le loro.

Come ho già detto, i contributi diretti da parte del Governo all’Editoria cooperativa e no profit sono molto importanti per noi perchè ci servono per migliorare la qualità del giornale, ci permettono di respingere alcune pubblicità che ai nostri giovani lettori darebbero solo dei ‘cattivi consigli’, ci servono per difenderci in un mercato dove i concorrenti non hanno regole e per questo riescono a sopravvivere.

Alcune copertine storiche…che puoi scaricare qui