Home News Cultura Perugia, terminato il percorso formativo su valorizzazione Beni culturali: un tesoro che potrebbe trasformarsi in nuova occupazione e sviluppo per i territori

Perugia, terminato il percorso formativo su valorizzazione Beni culturali: un tesoro che potrebbe trasformarsi in nuova occupazione e sviluppo per i territori

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Con il Seminario “I beni storici, artistici e culturali come risorsa: verso la capitale europea della cultura Perugia2019 con i luoghi di san Francesco d’Assisi e dell’Umbria” che si è svolto giovedì 3 luglio a Villa Umbra – Perugia, si è chiuso il Corso di alta formazione in valorizzazione e gestione dei beni culturali, promosso dalla Scuola umbra di amministrazione pubblica, riservato ai dirigenti delle amministrazioni umbre.

Ai lavori, aperti da Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola umbra di amministrazione pubblica, e presieduti da Giuseppe Severini, presidente della sesta sezione giurisdizionale del Consiglio di Stato, hanno partecipato Luca Ferrucci e Giuseppe Liotta, professori, rispettivamente, di Economia e gestione delle imprese e Ingegneria informatica dell’Università degli studi di Perugia, Roberto Calari, responsabile nazionale del settore cultura di Legacoop, e Arnaldo Colasanti, direttore artistico della fondazione Perugiassisi2019.

Al convegno sono intervenuti anche Fabrizio Bracco, assessore alla cultura della Regione Umbria, e Teresa Severini, neo nominato assessore a cultura, turismo e università del Comune di Perugia.

“Il tema centrale, affrontato da diverse ottiche,ha sottolineato Roberto Calariè stato quello relativo a come si possa trovare un equilibrio nuovo tra ruolo ed intervento pubblico ed iniziativa privata nella tutela, gestione e valorizzazione dei Beni Culturali.

Il Patrimonio culturale ingente, di cui il Paese dispone, può essere meglio gestito, valorizzato e promosso all’interno di una nuova fase del rapporto tra pubblico e privato, che sia in grado di condividere obbiettivi e progetti di sostenibilità della gestione e valorizzazione dei Beni a livello territoriale tra i diversi attori pubblici e privati: quei privati in particolare che, come la cooperazione, esprimono da anni capacità ed esperienze importanti e innovative nel settore, con forte ancoraggio alla funzione sociale e all’interesse collettivo e con capacità imprenditoriale e di formazione di nuove competenze che hanno contribuito a creare occupazione qualificata, in particolare tra i giovani.

Servono nuove volontà di collaborare ha proseguito Calariper individuare priorità e fare sistema, per costruire progetti complessi che connettano la gestione e valorizzazione dei Beni alla valorizzazione e formazione di nuove competenze professionali e di nuove imprese innovative e che possano rappresentare fattori rilevanti e programmati di attrazione turistica e di sviluppo dei territori e delle loro eccellenze artistiche, ambientali, produttive.

Serve inoltre l’attenzione a connettere le scelte riferite alla cultura con quelle riferite, più in generale, allo sviluppo strategico dei territori: azioni, quindi, che richiedono grandi competenze specifiche ma anche una visione intersettoriale e di sistema delle politiche di sviluppo locale che contribuisca ad una nuova visione nazionale dell’importanza dell’investimento sulla cultura.

La cooperazione, che rappresenta già una parte significativa delle realtà che operano professionalmente nel settore dei Beni Culturali, dei servizi e della produzione culturale intende giocare un ruolo importante in questa nuova, delicata fase di crisi che, se non affrontata con la necessaria determinazione e chiarezza, rischia di mortificare le inderogabili necessità di conservazione, tutela e valorizzazione del Patrimonio Culturale del Paese.

Rappresenta, certo, un fatto importante la scelta del Governo di adottare misure che vanno ad incentivare le sponsorizzazioni e il mecenatismo dei privati verso la cultura, ma serve anche chiarezza nel procedere al rafforzamento delle capacità di indirizzo e controllo da parte del Pubblico e, soprattutto, a monte, della capacità di costruzione di piani di gestione e valorizzazione condivisi tra pubblico e privato.

Si è provato ad individuare un terreno di lavoro comune  – ha concluso Calariper la conservazione, tutela e valorizzazione dei Beni Culturali: un percorso da coltivare ed alimentare anche in riferimento alla stagione che si apre di Europa2020, dei Piani Operativi Regionali e Nazionali, del Bandi Europei come quelli di Horizon 2020 o di Creative Europe che hanno in sé tutte le precondizioni per alimentare azioni che, in coerenza con diversi Obiettivi tematici prioritari, possano realizzare progetti coerenti con la necessità di contribuire a far crescere il valore della cultura come elemento strategico per lo sviluppo economico e sociale del Paese”.

Sono queste alcune delle considerazioni portate nell’intervento di Roberto Calari, al Seminario di Perugia nel confronto con analisi e proposte autorevoli che l’incontro ha saputo offrire alla riflessione comune di studiosi, operatori, amministratori, studenti, imprenditori.

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