Home News Cultura La Cultura come bene primario: questa è la scommessa del settore dell’Alleanza delle Cooperative Italiane

La Cultura come bene primario: questa è la scommessa del settore dell’Alleanza delle Cooperative Italiane

10153254_506176619492150_2059540541_n2 aprile 2014 – Per le imprese della cultura è importante saper cogliere, nei diversi territori, le nuove opportunità derivanti dai Bandi del Programma Creative Europe: un’occasione per l’elaborazione di una nuova progettualità capace di mettere in rete alcune delle migliori esperienze, a livello europeo, e di portare nuove risorse per la crescita imprenditoriale in dimensione europea delle imprese culturali.
E’ ormai imminente, poi, la presentazione dei Piani Operativi Regionali e Nazionali e delle linee che, in coerenza con l’Accordo di partenariato tra Italia ed Europa di prossima sottoscrizione, dovranno essere adottate in merito a questi importanti comparti.

In questa riflessione, sia in Italia che in Europa, è necessario non abbassare la guardia e rinnovare l’impegno comune delle parti sociali, delle amministrazioni regionali e del Governo italiano per garantire che l’importanza riconosciuta alla cultura e alla creatività come elemento rilevante per lo sviluppo economico e sociale del Paese, sia salvaguardata e, se possibile, rafforzata e riconosciuta tra le priorità degli interventi previsti .

“La Cultura è la nostra identità, è un bene primario che sta a noi alimentare e rinnovare continuamente come fattore di democrazia e motore della creatività e dell’innovazione”, così ha aperto il suo intervento Roberto Calari, co-Presidente dell’Alleanza Cultura, in occasione dell’importante Convegno sull’Europa della Cultura che si è svolto a Perugia, la scorsa settimana.

Un Convegno promosso dalla Regione Umbria, da Scuola Umbra di Pubblica Amministrazione e da SEU, Servizio Europa di Perugia.

“La scommessa della cooperazione, aderente all’Alleanza delle Cooperative Italiane – secondo Calari – è quella di contribuire ad allargare la partecipazione dei cittadini alla produzione e alla fruizione culturale e, nel contempo, è quella di saper trovare nuove forme e modelli per un rinnovato rapporto tra intervento pubblico e iniziativa privato cooperativa che sappia coniugare capacità di progettazione e gestione imprenditoriale innovativa a finalità di interesse pubblico a trasparenti assunzioni di responsabilità sociale.

E’ matura la stagione della Cultura come investimento per lo sviluppo strategico di quei territori che siano dotati di una forte identità culturale e che abbiano saputo, in questi anni, coltivare infrastrutture, strumenti, realtà produttive e associative, lavoro professionale, interventi di riqualificazione urbana e di valorizzazione dei beni culturali.

E, per concludere, Calari ha sottolineato l’importanza del sostegno alla cultura da parte di molte cooperative, non della cultura, associate all’Alleanza delle Cooperative Italiane: cooperative che, da tempo, scelgono, nonostante la crisi economica, di investire sulla cultura come elemento della loro responsabilità sociale verso i territori in cui esse operano.