Home News Cultura L'8 marzo e i #sorrisi​ delle cooperatrici di CoopCulture

L'8 marzo e i #sorrisi​ delle cooperatrici di CoopCulture


8 marzo 2021 – “Esattamente un anno fa è arrivata la pandemia a coprire i nostri sorrisi e a rivoluzionare il nostro quotidiano. Oggi siamo ancora con i sorrisi coperti dalle mascherine e con i luoghi della cultura aperti ad intermittenza. Stiamo subendo il colpo più duro di questa crisi. Ma lo affrontiamo così: fiere e determinate, sperando che il prossimo 8 marzo avremo tutte qualcosa in più da festeggiare, qualcosa in meno per cui lottare.”
Le cooperatrici di CoopCulture sono il 70% di quasi 2000 dipendenti, e, quindi, essendo più di 250 dipendenti, sono state escluse dai primi ristori. Sono socie di una grande cooperativa che, avendo un fatturato sopra i 5 ml, si vedranno escluse dai prossimi ristori.
CoopCulture opera da oltre 30 anni – non essendo start up, è quindi esclusa da agevolazioni – nel settore della cultura, in un comparto molto colpito dalla crisi, quello dei beni culturali, ancora più invisibile di tutti gli altri, ed escluso dai singoli Fondi del Ministero della cultura. Presidiano diverse regioni d’Italia da nord a sud, sono nelle grandi città d’arte, come nei piccoli centri e quindi stanno lavorando a singhiozzo, in asincrono e in estrema difficoltà, ma sono necessarie per le tanto agognate riaperture.
Nonostante o proprio per tutto ciò, sono sempre escluse rischiando di sfiorare un altro record negativo.  Sono addette all’accoglienza, bibliotecarie, mediatrici culturali, operatrici didattiche, project manager, digital storyteller, operatrici di contact center, social media manager, web copywriter, supervisor di piattaforme di ticketing, addette alla catalogazione, addette e designer di concept stores museali, esperte di promozione alla lettura e tanto altro ancora.
Ignorarle significa rischiare di cancellare una vasta gamma di professioniste che hanno saputo investire su se stesse e crearsi una professione nella cultura, continuando ad innovarsi.