Home News Cultura Coronavirus, Alleanza Cooperative, Confindustria e Federculture a Franceschini: servono misure urgenti per il settore

Coronavirus, Alleanza Cooperative, Confindustria e Federculture a Franceschini: servono misure urgenti per il settore

Ammortizzatori sociali, rinvio dei pagamenti, sospensione delle gare, voucher per visite non effettuate, indennizzi per mostre sospese, abolizione dell’indetraibilità dell’Iva. Sono le richieste che Alleanza Cooperative Comunicazione Turismo Cultura, Associazione Imprese Culturali e Creativa Confindustria e Federculture hanno inviato al ministro per i Beni culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, attraverso una lettera firmata dalle tre organizzazioni che rappresentano la stragrande maggioranza delle imprese che operano per le attività culturali e per la gestione e valorizzazione del patrimonio culturale. Inoltre, le tre organizzazioni chiedono “alcuni interventi strutturali che non potranno che essere co-progettati e condivisi nell’ambito di un ampio partenariato sociale”.

L’emergenza Covid-19 e le conseguenti misure governative via via più stringenti hanno travolto i settori legati alla cultura, un settore più esposto di altri in quanto caratterizzato da imprese labour intensive altamente qualificato e in alcuni casi con quote di lavoro intermittente, con programmazioni rigide di medio lungo periodo e fortemente dipendente anche dai flussi turistici.  

Nei giorni scorsi si è tenuto al Ministero un Tavolo per l’Impresa Culturale, nel corso del quale è stato chiesto “in primo luogo la dichiarazione dello stato di crisi (ancor più necessario alla luce degli ulteriori provvedimenti),  e abbiamo assunto un approccio di filiera, con un mix di misure graduali, che vanno da una serie di interventi urgenti a tutela del lavoro e a sostegno delle imprese che non possono che essere oggetto di iniziativa governativa, ad interventi dedicati alle imprese pubbliche e private che gestiscono attività di valorizzazione dei luoghi della cultura che possono essere adottati dallo stesso Ministero, fino ad investimenti indispensabili in futuro per il rilancio del settore”. 

Nel dettaglio le tre organizzazioni chiedono come “interventi urgenti”:

  • Gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione in deroga e FIS) estesi anche alle PMI innanzitutto laddove assistiamo ad interruzioni di servizio per chiusure obbligate di Musei, Teatri, Cinema, Monumenti (visite guidate), Parchi e Riserve Naturali, Centri visita, Uffici Informazione e Accoglienza Turistica e ad annullamenti di programmazioni di eventi e spettacoli, festival, tournee. Misura che dovrà essere automaticamente riconosciuta ai concessionari di servizi pubblici e che dovrà prevedere semplificazione e abbassamento dei requisiti al fine di essere applicabile anche ai lavoratori intermittenti che sono la caratteristica del settore (artisti, musicisti, operatori didattici, tecnici dello spettacolo); 
  • Interventi di sostegno: rinvio dei pagamenti contributivi e rateizzazione del pagamento senza interessi e/o rimborso parziale attraverso credito d’imposta e/o rinvio dei pagamenti fiscali di ogni tipo (IVA/IRPEF) nonché dei rimborsi dovuti alle pubbliche amministrazioni;
  • Abolizione dell’indetraibilità dell’IVA; 
  • Sospensione del pagamento delle rate di mutuo e interessi rispetto a finanziamenti accesi dalle imprese che matureranno in questo periodo.

Inoltre, chiedono ulteriori interventi adottabili dallo stesso Ministero concernenti musei e aree archeologiche di titolarità statale o civica: 

  • Sospensione delle gare in corso, e comunque revisione condivisa degli stessi parametri in merito a ricavi e investimenti e delle impostazioni da adottare in futuro, e deroga nazionale rispetto alla possibilità di rinegoziare, al momento della riapertura dei luoghi della cultura, durata, canoni e oneri delle concessioni museali;
  • Trasformazione dei rimborsi per prenotazioni di visite non effettuate in voucher da utilizzare successivamente al periodo dell’emergenza;
  • Indennizzo per mostre ed esposizioni culturali già avviate e sospese, secondo canoni che tengano conto dei ricavi attesi così come già discussi e concordati con la P.A. 

Tutte le misure proposte dovrebbero avere una durata annuale minima, prorogabile in caso di persistenza dimostrata degli effetti della crisi. 

Alleanza delle Cooperative Italiane, Confindustria e Fedeculture, inoltre, si candidano “soprattutto, per una più ampia finalità comune di rilancio dell’economia culturale e della creatività, allo studio e alla proposta di alcuni interventi strutturali che non potranno che essere co-progettati e condivisi nell’ambito di un ampio partenariato sociale rappresentativo dell’intera filiera e, ci auguriamo, anche tra i diversi livelli istituzionali”. 

  • azioni di sostegno alla domanda, in particolare quella interna di scuole e famiglie sotto forma di un bonus speciale cultura, accompagnate da campagne di comunicazione straordinarie nazionale; 
  • investimenti nel potenziamento della rete diffusa di imprenditorialità culturale con un sostegno all’innovazione, alla trasformazione digitale e alla formazione di nuove competenze;
  • adozione di misure per la semplificazione delle procedure per l’avvio di attività, per l’affidamento di spazi culturali, per l’accesso al credito;
  • sostegno alla produzione di mostre ed esposizioni culturali concordate con le pubbliche amministrazioni, evitando che un eccesivo rischio d’impresa degli operatori possa portare ad un blocco della progettualità e della produzione nei prossimi mesi;
  • contributi straordinari a favore delle piccole imprese culturali e creative nei progetti di rigenerazione urbana, in aree anche di titolarità comunale. 

Le azioni “che proponiamo, necessarie anche per una futura ripartenza, non sono quindi solo economiche ma di sistema – mettono in chiaro le tre organizzazioni -. Pensiamo che per queste azioni le risorse potrebbero in parte provenire anche da fonti diverse: come ad esempio la tassazione delle grandi piattaforme WEB, il ripristino delle sponsorizzazioni dalle società di gioco che sono state cancellate, i finanziamenti da parte del Credito Sportivo per il cui sblocco si è ancora in attesa dell’apposito decreto”. A tale scopo chiedono che, “passata la fase più acuta della crisi, sia organizzata una seconda fase di incontri per coordinare un programma efficace di azioni di rilancio a livello nazionale e declinabile anche nelle diverse regioni”.