Home News Cultura Salone del libro, debutto nazionale per ALESSANDRO spettacolo del Teatro Koreja

Salone del libro, debutto nazionale per ALESSANDRO spettacolo del Teatro Koreja

Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande

Sarà il Salone Internazionale del Libro di Torino ad ospitare, nel programma Salone OFF, un appuntamento speciale in ricordo di Alessandro Leogrande, scrittore e giornalista tarantino impegnato nella difesa dei diritti dei migranti e nelle battaglie a favore degli ultimi della Terra.

Debutto nazionale venerdì 20 maggio 2022 alle ore 20.45 presso la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino, per ALESSANDRO. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande, uno spettacolo del Teatro Koreja di Lecce con la regia di Fabrizio Saccomanno. Sul palcoscenico lo stesso Saccomanno insieme a Giorgia Cocozza, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta e Andjelka Vulic, attrici di Koreja. Lo spettacolo con la drammaturgia di Fabrizio Saccomanno e Gianluigi Gherzi e la consulenza artistica di Salvatore Tramacere è una coproduzione Ura Teatro.

L’evento nasce dalla collaborazione tra il Teatro Koreja di Lecce, il Salone Internazionale del Libro di Torino e la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus e fa parte di GIOVANI SGUARDI, rassegna dedicata allo sguardo sul mondo dell’adolescenza in programmazione nel mese di maggio alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani.

“Alessandro Leogrande è stato un mio amico – ricorda Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone del Libro di Torino – ma questo lo lascio alla parte privata. È stato anche un formidabile compagno d’avventura nel cosiddetto lavoro culturale. In particolare, ci siamo trovati a militare insieme nella rivista “Lo Straniero” di Goffredo Fofi (è stata la nostra scuola) e abbiamo lavorato fianco a fianco al Salone del Libro, un’esperienza interrotta solo dalla morte di Leogrande. Siamo in debito con lui: ospitare questo spettacolo è al tempo sesso un onore, un’occasione per chi lo vedrà, ma anche il minimo che possa fare questa fiera per ricordarlo”.

Grazie ai suoi scritti, ai suoi libri e alle sue inchieste Alessandro Leogrande continua, con la sua sensibilità e il suo coraggio, ad indicare una strada da seguire.

“È grazie al suo lavoro attento e potente, racconta Salvatore Tramacere, direttore di Koreja – che Leogrande continua a vivere nel ricordo di tanti amici, dei suoi lettori e di tutti quelli che lo hanno conosciuto. Ecco perché, a quasi cinque anni dalla sua scomparsa, abbiamo pensato ad uno spettacolo che fosse un omaggio all’intellettuale, all’uomo e soprattutto all’amico con cui ho condiviso progetti, idee e battaglie. Alessandro è stato l’autore de Il naufragio, il romanzo da cui è stato tratto Katër i Radës, l’opera che ci è stata commissionata dalla Biennale Musica di Venezia nel 2014. Parlare di Alessandro dopo la sua scomparsa è stato molto difficile. Ci sono ricordi, lunghissime chiacchierate, emozioni e progetti appena accennati, che avrebbero avuto un futuro e che senza di lui sono rimasti sbiaditi. Alessandro ha insegnato a tutti noi che gli ideali devono avere radici robuste. Con lui abbiamo sperimentato il valore e la forza dirompente che l’arte può avere nell’immaginare un mondo migliore. La sua capacità di raccontare è politica allo stato puro; il suo modo di scrivere sa scavare dentro, ed è talmente tagliente e doloroso da lasciare un segno profondo. Alessandro sapeva fare tutto questo con garbo e coraggio.”

Il lavoro di Alessandro Leogrande era una missione di pace. Con il suo lavoro voleva cambiare il mondo.

“Alessandro si racconta da sé, con le sue parole – sottolinea Fabrizio Saccomanno, attore, regista e coautore dello spettacolo – io provo ad esserne semplicemente il cantore. Per lui scrivere era uno stato di necessità, era come infilarsi ogni giorno dentro il presente e provare a raccontarlo con le sue contraddizioni, le sue storture, le sue tragedie. Cercando di fare luce nel buio, di affrontare la complessità della realtà e provare a dipanarne i fili più intricati. Raccontare Alessandro è come aprire i pori della pelle dello spettatore e inondarlo di complessità, di parole preziose, di straordinarie chiavi di lettura del reale. Ho scritto il testo con Gianluigi Gherzi, una persona con cui mi trovo benissimo a dialogare: avevo bisogno di un compagno di viaggio. Grazie a Salvatore Tramacere, alle attrici e a Koreja ho potuto costruire lo spettacolo: abbiamo incontrato persone molto vicine ad Alessandro che ci hanno offerto il loro contributo prezioso, in particolar modo la madre. E’ stato fondamentale conoscere Maria. Lei mi ha incoraggiato a continuare il lavoro intrapreso.”

ALESSANDRO è il racconto della vita, delle imprese, delle opere di un intellettuale straordinario. È racconto di un giovane che sceglie di tenere gli occhi aperti sulla realtà che lo circonda, di dedicare la propria vita a donare luce a quello che rimane oscuro e nascosto nei luoghi più terribili, d’impegnarsi a smontare gli stereotipi e le frasi fatte con cui allontaniamo da noi i drammi che percorrono il nostro presente, di stare sempre e comunque dalla parte degli ultimi. Alessandro è Taranto; è viaggio nei ghetti dei migranti, persi nelle campagne. Alessandro è meraviglia di fronte a un quadro di Caravaggio, è capacità poetica di stare vicino al dolore, anche a quello che nessuno sopporta di vedere. E’ pratica altissima di una pietas dello sguardo, di un conoscere che parte dall’empatia, di un agire intellettuale continuamente bagnato dalla vita, dall’esperienza, dal rischio personale. Alessandro è un compagno di viaggio in questi tempi difficili, una fonte inesauribile d’ispirazione, un invito ad essere visionari.

Alessandro è teatro pulsante, dove memoria, presente e utopia non sopportano mai, come in tutta la sua opera, di essere separati.

L’appuntamento è realizzato con il Sostegno del Consiglio Regionale della Puglia ed è inserito nel programma della Regione Puglia.

ALESSANDRO LEOGRANDE nasce a Taranto nel 1977 e dopo aver conseguito la maturità al Liceo classico Archita della città natale, si trasferisce a Roma, dove si laurea in filosofia all’Università La Sapienza con una tesi sulla critica sociale di Michael Walzer. Ha scritto per giornali e riviste come Internazionale, l’Unità, il manifesto, Panorama, il Riformista, Il Fatto Quotidiano, Una città, Nuovi Argomenti, Gli asini, La terra vista dalla luna, Pagina99, Minima&Moralia. È stato editorialista del Corriere del Mezzogiorno, curatore dell’inserto Fuoribordo per il settimanale “Pagina 99” e ha condotto trasmissioni per Radio 3 RAI e Radio Svizzera Italiana. È stato per dieci anni vicedirettore del mensile “Lo Straniero” (diretto da Goffredo Fofi). Leogrande ha esordito nel reportage narrativo con Un mare nascosto, dedicato alla sua città (1999), e ha proseguito l’indagine sulle nuove mafie, i movimenti di protesta, lo sfruttamento dei braccianti stranieri con Le male vite. Storie di contrabbando e di multinazionali (2003; 2010), Nel paese dei viceré. L’Italia tra pace e guerra (2006), Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud (2008), Fumo sulla città (2013). In seguito si è occupato delle migrazioni dai Balcani e dall’Africa in Il naufragio. Morte nel Mediterraneo (2011), da cui ha tratto il libretto dell’opera Katër i Radës che ha debuttato alla Biennale Musica di Venezia nel 2014 (musica di Admir Shkurtaj, regia di Salvatore Tramacere, prodotta dal Teatro Koreja), Adriatico (2011), in La frontiera (2015), e nel libretto Haye. Le parole, la notte, che ha debuttato al Teatro Ariosto di Reggio Emilia il 29 settembre del 2017, con musica di Mauro Montalbetti e regia di Alina Marazzi. Ha curato le antologie Nel Sud senza bussola. Venti voci per ritrovare l’orientamento (con Goffredo Fofi, 2002), Il pallone è tondo (2005), Ogni maledetta domenica. Otto storie di calcio (2010), il volume Trois Agoras Marseille. Art du geste dans le Méditerranée di Virgilio Sieni (2013), l’antologia degli scritti giornalistici di Rodolfo Walsh Il violento mestiere di scrivere (2016), e gli scritti di Carlo Pisacane L’altro risorgimento (2017). Nel 2017 Leogrande si era recato in Argentina per scrivere un nuovo libro sui rapporti tra cappellani militari ed esercito durante la dittatura del ’76-’83. È morto a Roma il 26 novembre 2017, stroncato da un malore improvviso a 40 anni. Il padre Stefano ne ha voluto ricordare il lavoro “in difesa degli ultimi e dei ferocemente sfruttati nei più diversi contesti: nell’ambito del caporalato, degli immigrati, dei desaparecidos in Argentina, e ovunque ci sia stato un sopruso”. Nel 2018 la capitale dell’Albania, Tirana, gli ha intitolato una strada.

Fabrizio Saccomanno è un attore, regista, drammaturgo e pedagogo teatrale dal 1998. Ha recitato e diretto molti spettacoli in collaborazione con Teatri Stabili e compagnie di ricerca. Si occupa di formazione e di pedagogia teatrale, dirige numerosi laboratori di teatro e di scrittura creativa nelle Istituzioni Scolastiche, nelle carceri, in centri di psichiatria e in centri per rifugiati politici. Nel corso della sua esperienza si trova a condurre laboratori anche all’estero, in Albania, in Iran, in Serbia, in Francia. Svolge corsi di alta formazione anche all’Estero. È direttore artistico di progetti di comunità creando progetti sul racconto e sulla riscoperta della memoria, ma come atto creativo del presente. È autore, regista e interprete di molti spettacoli che circuitano sul territorio nazionale e internazionale. Lo spettacolo “Gramsci, Antonio detto Nino”, vince il Premio della Critica al Palio Ermo Colle nell’estate del 2017, e nello stesso periodo viene selezionato da RadioRai3, programmato a Matera e trasmesso in diretta nell’ambito della Festa di Materadio all’interno del programma Pantheon diretto da Lorenzo Pavolini. Nel 2018 debutta lo spettacolo al Festival internazionale Napoli Teatro Festival “Il Paese che non c’è”, viaggio nel popolo delle montagne, un progetto sul popolo curdo di e con Fabrizio Saccomanno insieme al regista e drammaturgo milanese Gigi Gherzi. E’ actor coach e attore in ambito cinematografico.

Koreja è un Teatro riconosciuto dal Ministero della Cultura come Centro di Produzione Teatrale, di Sperimentazione e di Teatro per l’Infanzia e la Gioventù, al cui interno opera un gruppo di artisti e pedagoghi che produce spettacoli e realizza con le più diverse realtà sociali, attività formative e laboratoriali in linea con l’alto valore educativo del teatro. Le principali attività riguardano la produzione, la promozione, la ricerca e la pedagogia teatrale attraverso spettacoli, tournée, laboratori e stage rivolti a giovani e adulti in stretta relazione con il territorio. La compagnia ha prodotto quasi 70 spettacoli dedicati a diverse fasce di pubblico, di cui 20 attualmente in repertorio. L’attività di tournée internazionale ha visto Koreja toccare quasi 50 diversi Paesi in tutto il mondo avviando, su basi innovative, processi di internazionalizzazione ed azioni tra loro integrate di scambi e collaborazioni tra artisti e professionisti di diverse aree geografiche.

ALESSANDRO
Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande
uno spettacolo di Koreja
di Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno
con Fabrizio Saccomanno, Giorgia Cocozza, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Anđelka Vulić
regia Fabrizio Saccomanno
cura del progetto e consulenza artistica Salvatore Tramacere
tecnici Mario Daniele, Alessandro Cardinale
coproduzione Ura Teatro
si ringrazia Feltrinelli Editore
grazie a Cecilia Bartoli, Mario Desiati, Emiliano Morreale e Laura Scorrano
un ringraziamento speciale a Maria Leogrande

BIGLIETTI

Intero € 13
Ridotto € 11 (over 65, abbonati stagione 2021/2022, associazioni e CRAL convenzionati)
Ridotto giovani € 8 (dai 14 ai 25 anni)
Ridotto Allievi € 6 (riservato agli allievi della SCUOLA DI TEATRO 2021/2022)
Gruppi Scolastici € 5
Doppio spettacolo € 10 (biglietto cumulativo per i due spettacoli programmati nella stessa

Info:
Tel . 0832 242000
www.teatrokoreja.it