Home News Cultura AgCult | Parma Capitale italiana della Cultura nel 2021: l’appello di sindaci, ex ministri e governatori

AgCult | Parma Capitale italiana della Cultura nel 2021: l’appello di sindaci, ex ministri e governatori

La richiesta da Nord a Sud dell’Italia. L’emergenza per il coronavirus ha messo in ginocchio la programmazione di quest’anno

C’è l’ex sottosegretaria al Mibact Lucia Borgonzoni, ma anche l’ex numero uno del Collegio Romano Massimo Bray e il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, oltre a sindaci dal Nord al Sud del paese: tutti a chiedere di rinviare al 2021 Parma Capitale italiana della Cultura dopo che l’emergenza coronavirus ha di fatto azzerato tutta la programmazione di quest’anno.

“Parma, capitale della cultura in questo 2020 ormai compromesso, chiede di poterlo restare per il 2021”, è stato l’appello lanciato negli scorsi giorni dalle pagine di Repubblica dal sindaco Federico Pizzarotti. “Teatri, cinema e sale da concerto sono chiusi e gli ospiti internazionali che avrebbero dovuto raggiungere Parma non riescono a farlo o non si sentono sicuri di venire nelle nostre zone”, aveva spiegato l’assessore alla Cultura della città emiliana, Michele Guerra. “Speriamo che il governo prenda in seria considerazione l’ipotesi di spostare Parma 2020 al 2021. Questo appello è stato rivolto con forza anche dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, perché è una occasione di grande sviluppo culturale, di attrazione per i nostri territori ma anche perché dobbiamo mantenere fede alla promessa che Parma, Piacenza, Reggio Emilia e tutta l’Emilia-Romagna hanno fatto al Paese”.

“Chiedo al ministro Franceschini di prorogare, d’intesa con tutto il mondo della cultura, il titolo al 2021, facendo slittare le candidature già proposte all’anno successivo”, la richiesta dell’ex sottosegretaria Borgonzoni.

Ma solidarietà è arrivata anche dai sindaci delle altre città in corsa per l’ambito titolo di Capitale italiana della cultura 2021. La Città di Trani, ha dichiarato negli scorsi giorni il primo cittadino Amedeo Bottaro, “auspica che l’anno di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 venga esteso al 2021 e che le candidature avanzate per il prossimo titolo si riferiscano al 2022”.

Il sindaco di Volterra, Giacomo Santi, ha inviato una lettera a Franceschini, a Antonio Decaro, Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani e a Pizzarotti, spiegando che “sarebbe importante se il Mibact intervenisse per capire se sussistono le condizioni per rendere Parma la Capitale Italiana della Cultura del prossimo anno, favorendo così il rilancio della città, attraverso il dispiegamento effettivo delle risorse, degli eventi e delle manifestazioni di Capitale della Cultura”.

Anche Arezzo, candidata a capitale della cultura italiana 2021, si è poi unita all’appello di Volterra e Trani: “La cultura, prima di qualsiasi altra cosa, sarà il motore che ci porterà fuori da questo momento eccezionale per tutte le persone – ha dichiarato il sindaco Alessandro Ghinelli – siamo vicini a Parma e al sindaco Pizzarotti con tutto il cuore. Il nostro, come quello di Trani e di Volterra, è un messaggio di comunità e di vicinanza, mai come oggi ne abbiamo bisogno”. 

A condividere l’appello anche i comuni di Verbania, Venosa e Pieve di Soligo.

L’ex ministro dei Beni culturali, Massimo Bray, ha poi twittato: “Sottoscrivo l’appello che sta girando in queste ore tra i sindaci che avevano candidato le loro città a Capitale Italiana della cultura per il prossimo anno: consentiamo a Parma e ai suoi cittadini di godere di questo riconoscimento per il 2021, facciamo slittare tutto di 12 mesi”.

Si associa alla catena di solidarietà anche il neo assessore alla Cultura della regione Emilia Romagna, Mauro Felicori, che su Facebook scrive: “Condivido con convinzione – scrive su Facebook – la dichiarazione del Presidente della Regione Stefano Bonaccini a sostegno della richiesta del Comune di Parma di estendere al 2021 il ruolo di Capitale Italiana della Cultura: ‘Chiediamo che Parma Capitale Italiana della cultura 2020 possa esserlo anche per il 2021, vista impossibilità causa emergenza #coronavirus di poter svolgere il programma previsto. Sarebbe un bel modo per garantire a Parma ed a tutto il territorio regionale di non perdere questa straordinaria occasione a cui tantissimi hanno lavorato e dire al Paese che non ci arrendiamo, perché reagiremo e ripartiremo come sempre’”.

E IL MIBACT?

Quella di spostare al prossimo anno l’esperienza di Parma 2020 è un’ipotesi su cui al ministero dei beni culturali si sta ragionando da giorni. Tanto che in una delle bozze del decreto “Cura Italia” che hanno preceduto la versione definitiva del provvedimento, si prevedeva proprio che il titolo di Capitale italiana della cultura 2020 fosse conferito alla città di Parma anche per l’anno 2021. “Le procedure di selezione relativa al conferimento del titolo di ‘Capitale italiana della cultura’ per l’anno 2021, in corso alla data di entrata in vigore del  presente decreto, si intendono riferite all’anno  2022”, recitava uno degli articoli poi espunto dal testo finale. Nulla di ufficiale certo – dal momento che si trattava solo di una bozza girata tra addetti ai lavori -, ma che conferma che l’ipotesi di uno slittamento di dodici mesi è stato effettivamente sul tavolo di Franceschini. La questione ora è se al Collegio Romano il dossier sia ancora all’esame del gabinetto del ministro. Il capitolo per ora non è chiuso: il Decreto deve passare in Parlamento per la conversione in legge e non è escluso che Franceschini abbia indivduato quella come la sede giusta in cui inserire norme ‘a saldi invariati’, come sarebbe appunto quella di Parma.

I PROSSIMI PASSAGGI

Il Mibact negli scorsi giorni ha ulteriormente prorogato al 30 giugno 2020 (dopo quella al 13 marzo) i termini per la presentazione dei dossier di candidatura da parte delle città e delle unioni di Comuni che avevano manifestato interesse a partecipare al bando per l’assegnazione del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2021. I comuni che hanno già presentato il dossier di candidatura per la Capitale italiana della cultura 2021 hanno la possibilità di ritirarlo e di presentarne uno nuovo.

Entro l’11 settembre la giuria esaminerà i dossier pervenuti e selezionerà le dieci finaliste, dalle quali entro il 12 ottobre sceglierà la candidatura da raccomandare al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo per il conferimento del titolo.

IL TITOLO

Il titolo di “Capitale Italiana della Cultura”, istituito dal Ministro per i beni e le attività culturali e per il Turismo Dario Franceschini con la legge Art Bonus nel 2014, è conferito per la durata di un anno e la città vincitrice riceve un milione di euro per la realizzazione del programma presentato. Le città che hanno manifestato il proprio interesse devono quindi ora presentare entro il 30 giugno i propri dossier di candidatura, che verranno esaminati da una giuria di sette esperti di chiara fama per arrivare, entro l’11 settembre,alla selezione di un massimo di 10 progetti finalisti da invitare in audizione.

Negli anni precedenti il titolo è stato assegnato alle Città di Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena nel 2015; Mantova nel 2016; Pistoia nel 2017; Palermo nel 2018.

(Fonte: AgCult.it)