Home Agenda Al gLocal Film Festival 2019 anteprima regionale di “FEMINA ACCABADORA – La dama della buona morte”, il film prodotto da Zenit Arti Audiovisive

Al gLocal Film Festival 2019 anteprima regionale di “FEMINA ACCABADORA – La dama della buona morte”, il film prodotto da Zenit Arti Audiovisive

Nelle campagne della Sardegna quando lei era nei paraggi, qualcuno stava per morire. Parliamo di Sa Femina Accabadora, il film riconosciuto di interesse culturale con il contributo del MIBAC, prodotto da Massimo Arvat per Zenit Arti Audiovisive, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund – produzione dicembre 2017, Regione Autonoma della Sardegna, Fondazione Sardegna Film Commission, ISRE.

 

Anteprima regionale  del Documentario giovedì 7 marzo 2019 dalle 19 alle 20.30 al Cinema Massimo di Torino (Via Verdi, 18) in occasione della 18° edizione del gLocal Film Festival, la rassegna, in programma dal 5 al 10 marzo, organizzata dall’Associazione Piemonte Movie, che dal 2000 promuove la cultura del cinema, mantenendo vivo il legame con il territorio piemontese, in sinergia con le più importanti realtà cinematografiche della Regione.

Sa Femina Accabadora – La dama della buona morte

Con: Piero Bardanzellu, Anna Carta, Don Francesco Mariani,
Gian Paolo Mele, Giuseppe Maria Saba, Dolores Turchi, Donatella Turri

Regia: Fabrizio Galatea
Direttore della fotografia: Claudio Marceddu
Montaggio: Andrea Lotta
Musiche: Fabio Viana, Gian Paolo Mele , Coro di Nuoro
Direttore di produzione: Marco Cabitza
Direttore della fotografia seconda unità: Corrado Serri, Lucio Viglierchio
Suono in presa diretta: Biagio Gurrieri, Federico Sirocchi, Mirco Fincato
Line Producer: Francesca Portalupi
Post Produzione audio: Stefano Guzzetti

La femina accabadora era una donna che fino agli anni 60 in Sardegna ha praticato un’antica forma di eutanasia: un atto pietoso nei confronti del moribondo ma anche una sorta di regolatore sociale, a bilanciare il rapporto tra vivi e morti, come raccontano i nostri protagonisti, testimoni oculari delle gesta delle dame della buona morte. Insieme a loro ci immergiamo nella cultura sarda, in un contesto in cui il rapporto con la morte è naturale come la vita stessa. Attraversando i paesaggi solari della Sardegna, il film illumina le zone d’ombra di una cultura millenaria, che vive ancora nel presente dei testimoni e delle storie che ci riportano agli eterni interrogativi sulla morte.

“Ho incontrato l’accabadora per caso, in una giornata di pioggia in Gallura, non si poteva andare in spiaggia e il museo della Femina Accabadora di Luras stava a pochi chilometri. Mi è parsa da subito una storia incredibile, bizzarra, paradossale, perfetta per farci un documentario. Di voce in voce, di contatto in contatto, ho trovato qualcuno che fosse disponibile a raccontare, a testimoniare, qualcuno che aveva visto le accabadoras, qualcuno che le aveva conosciute. Io grazie a queste testimonianze sto maturando nuove convinzioni, nuovi punti di vista, che non si risolvono nell’essere favorevoli o contrari all’eutanasia, comprendono qualcosa di più, un modo diverso di affrontare la vita e la morte, modi che vengono dalla Sardegna, dalla sua cultura e dalle sue tradizioni millenarie. È questo che spero riesca a percepire chi guarderà il film”. (Fabrizio Galatea)