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Presentata ad Expo la piattaforma “ReteCulture”

coopculturae_id_evento_336_1403Rete Culture è la prima piattaforma in Italia dedicata alla gestione integrata del patrimonio culturale, in grado di mettere a sistema l’esperienza di aziende, cooperative e in generale di tutte quelle realtà che partecipano alla gestione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano.

Ideata e promossa da CoopCulture, azienda leader nel settore dei beni e delle attività culturali, Rete Culture è stata presentata il 10 giugno in Cascina Triulza, il Padiglione della Società Civile di Expo Milano 2015. Sono intervenuti Sergio Silvotti (Presidente di Fondazione Triulza), Roberto Ferrari (Partners di Struttura Consulting), Giovanna Barni (Presidente CoopCulture), Dora Iacobelli (CoopFond), Carlos Lana (MagmaCultura), Alessandro Ramazza (Obiettivo Lavoro), Christian Iaone (Comitato Sharepo), Pietro Petraroia (Eupolis Lombardia), Luca Bergamo (Culture Action Europe).

Fare sistema per fare cultura
Concretamente parlando, Rete Culture è una piattaforma digitale che raccoglie, verifica, organizza e mette a sistema tutte le informazioni e le risorse per la gestione del patrimonio culturale italiano presenti sul web. Innovazione unica nel panorama nazionale, Rete Culture è concepita e promossa da CoopCulture, una delle più importanti realtà italiane che operano nel settore della promozione culturale e turistica.
E’ loro la gestione di colossi culturali del calibro del Colosseo a Roma, Palazzo Ducale a Venezia e Castello Sforzesco a Milano.
Passando per le biglietterie dell’Esposizione Universale. Forti di questa esperienza, con Rete Culture intendono migliorare e ampliare accessibilità e fruibilità dei beni culturali italiani e dei loro territori.
Perché se l’Italia è il Paese al mondo col più vasto patrimonio UNESCO, essere gli eredi di questa ricchezza comporta la responsabilità di conservarla e renderla accessibile: non solo agli italiani, ma a tutto il mondo.

Sinergie tra pubblico e privato
Avere un patrimonio culturale non basta, per farne un fattore di sviluppo servono le risorse per valorizzarlo e renderlo fruibile. E in tempi in cui non è più facile contare sui bilanci degli enti pubblici, occorre rivolgersi anche ai privati.

Ecco perché la piattaforma Rete Culture sceglie con decisione la strada della collaborazione tra istituzioni e aziende, coinvolgendo soprattutto le realtà più caratteristiche del comparto e cioè quelle del terzo settore. “In uno scenario di risorse pubbliche sempre più scarse per i beni comuni ed in particolare per quelli culturali, Rete Culture consente di fare un salto di qualità nella collaborazione ormai imprescindibile fra pubblico e privato, fra istituzioni e imprenditorialità cooperativa – afferma Giovanna Barni, Presidente di CoopCulture – Forti di oltre vent’anni di esperienza nel settore, con questo progetto la nostra ambizione è accelerare un’inversione di tendenza che stiamo cavalcando da tempo: passare anche nel comparto dei beni culturali da meccanismi di decisione top-down a modalità collaborative e di coinvolgimento degli operatori sul territorio, degli stakeholder e delle comunità, secondo il nuovo modello della sharing economy di cui il sistema cooperativo è stato antesignano”.

Innovazione sociale per tutte le cooperative del territorio, anche le più piccole e diffuse
Attraverso la piattaforma, le cooperative che operano nel settore possono concretamente condividere modelli e standard di servizio, risorse e informazioni. E quindi proporre e personalizzare l’offerta culturale e turistica per i loro clienti, monitorare i flussi e le preferenze di visita in tempo reale, gestire in un unico ambiente le prenotazioni e le vendite online come pure le postazioni locali di biglietteria. Ma anche fornire servizi informativi, promuovere prodotti, servizi e itinerari sul territorio di riferimento, supportare i turisti con attività di city pass e triplanning.
E per dare alle strutture diffuse nei territori la possibilità di conoscere il progetto, CoopCulture propone l’adesione gratuita alla piattaforma per i primi 6 mesi. Tale adesione offre l’opportunità di testare alcuni dei servizi offerti dalla piattaforma, in vista di un successivo e più ampio coinvolgimento.

“Fare rete e mettere a sistema informazioni e processi per la gestione dei beni culturali è un’operazione importante per chi opera in questo comparto ma anche e soprattutto per le persone, i turisti, tutti coloro che vogliono fruire del nostro immenso patrimonio – afferma Roberto Ferrari, Economista della Cultura e Partner di Struttura Consulting – Innanzi tutto perché la rete consente agli operatori un’economia di scala e una maggiore efficienza e quindi di proporre i servizi a costi inferiori rispetto ad una gestione tradizionale.

Un meccanismo di rete innovativo e realmente efficiente come Rete Culture può inoltre contribuire a cambiare sia le politiche pubbliche di gestione del patrimonio culturale sia i comportamenti degli utenti. Questo è l’obiettivo più ambizioso del progetto, un esempio concreto di innovazione sociale per superare il paradigma tradizionale e ormai disfunzionale di gestione pubblica del patrimonio culturale”.

Il progetto ha già avuto il sostegno di Legacoop a livello nazionale, di Coopfond per il finanziamento della piattaforma e di CFI (Cooperazione Finanza Impresa) per finanziare la crescita delle imprese locali. La forte integrazione di cooperative diffuse sul territorio nazionale è uno degli obiettivi strategici di Rete Culture: la rete consente infatti anche a strutture piccole ma radicate localmente, e quindi fondamentali per la promozione dei territori, di essere supportate nella loro attività, rendendole più efficiente e consentendo loro di stare sul mercato in maniera competitiva.