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AgCult | INTERVISTA / Ue, Gabriel: Digitalizzazione leva chiave per rilanciare il settore culturale

I primi bandi del cluster Cultura del programma Horizon saranno lanciati a giugno per lo sviluppo di nuovi strumenti digitali per aumentare l’accesso verso il patrimonio culturale. L’intervista ad AgCult della Commissaria Ue per la Cultura e l’Innovazione

Il primo programma di lavoro di Horizon Europe dedicato alla cultura e al patrimonio “e gli inviti a presentare le proposte saranno aperti a giugno e prevedono azioni sulla gestione innovativa e partecipativa per musei e altre istituzioni culturali, sviluppando nuove metodologie e strumenti digitali per aumentare l’accesso e l’impegno verso il patrimonio culturale” europeo. Ad annunciarlo è Mariya Gabriel, Commissaria europea per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e la Gioventù, in un’intervista ad AgCult sull’importanza di innovazione e digitalizzazione nei settori culturale e creativo e degli strumenti a disposizione degli Stati membri per sfruttare a pieno le risorse di Bruxelles per la conservazione del patrimonio comunitario. “Queste azioni permetteranno e miglioreranno la reale cooperazione e la partecipazione dei musei e di altre istituzioni culturali”, spiega Gabriel, sottolineando che “la digitalizzazione del patrimonio culturale e storico è importante non solo per preservarlo per le generazioni future, ma anche per renderlo più facilmente accessibile al pubblico e ai cittadini”.

HORIZON EUROPE E IL CLUSTER PER LA CULTURA

“Il programma europeo dedicato alla ricerca Horizon 2020 – ricorda la Commissaria – ha già investito più di 135 milioni di euro per finanziare circa 35 progetti che utilizzano strumenti digitali, dal 3D all’intelligenza artificiale e alla realtà aumentata”. Horizon Europe incorpora il più alto stanziamento di bilancio dell’UE per la ricerca legata al digitale e alla digitalizzazione, che potrà essere sfruttato dagli Stati membri per la conservazione del patrimonio. “Sono orgogliosa del fatto che abbiamo raggiunto il budget più ambizioso (95,5 miliardi di euro) del Programma quadro per la ricerca e l’innovazione dell’Ue e per la prima volta nella sua storia include un budget (2,28 miliardi di euro) dedicato alla cultura e al patrimonio culturale europeo”. Si tratta di un cluster specifico dedicato a “Cultura, Creatività e Società inclusiva” e affronterà temi di ricerca relativi ai settori culturali e creativi, così come al patrimonio culturale allo scopo di sviluppare o sfruttare “nuove o esistenti tecnologie digitali e d’avanguardia per la cura, la conservazione e la protezione del patrimonio culturale”, spiega. I temi dei progetti promuoveranno, per esempio, “la digitalizzazione estesa permettendo a collezioni, opere e monumenti, incluso il patrimonio ‘nato digitale’, di essere conservati, restaurati e salvaguardati in modo sostenibile e facile da usare”. Inoltre, “le azioni di ricerca e innovazione di Horizon Europe sosterranno la modellazione avanzata 3D/4D per l’accesso ai beni culturali europei, creando musei virtuali e piattaforme sociali” che faciliteranno la comprensione promuovendo anche “l’interazione culturale e la partecipazione dei cittadini”. Il programma conterrà anche una “proposta di invito sul ruolo dell’architettura di qualità con l’architettura e il design inclusivi come mezzo per abbracciare la diversità umana e garantire l’accessibilità e la sicurezza per tutti”, ha anticipato. Gabriel ricorda inoltre il ruolo che svolgerà nella digitalizzazione del patrimonio europeo anche l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) con la prossima creazione “di una nuova Comunità della conoscenza e dell’innovazione (CCI) nel campo dei settori culturali e creativi” che “costruirà sinergie con gli strumenti di Horizon Europe e altri programmi dell’Ue in questo settore, tra cui il New European Bauhaus europeo”. 

SOLUZIONI DIGITALI PER I PICCOLI MUSEI

Il patrimonio culturale digitale ha avuto un ruolo essenziale “durante i periodi di chiusura” dovuti alla pandemia, “in cui le visite virtuali dei musei e le mostre, le biblioteche digitali e simili soluzioni digitali erano l’unico mezzo per le persone di accedere al patrimonio culturale”, ha aggiunto la commissaria. Eppure, c’è ancora molto lavoro da fare: menzionando l’indagine condotta dal Network of the European Museum Organisations (NEMO) sugli effetti della pandemia, Gabriel sottolinea che “la maggior parte dei musei più grandi (81%) ha aumentato le proprie capacità digitali a causa della pandemia COVID-19, ma solo il 47% dei musei più piccoli ha indicato di averlo fatto”. Anche per questo sostiene che “investire nella ricerca e nell’innovazione” sia cruciale per “migliorare l’accesso e la comprensione dei beni culturali europei attraverso la creazione di musei virtuali e piattaforme sociali”. Alcuni strumenti sono già in possesso degli Stati membri, come il “Centro di competenza sulla conservazione del patrimonio culturale” sviluppato nel quadro di Horizon Europe, con “la creazione di una piattaforma per aiutare i musei di piccole e medie dimensioni con soluzioni digitali” dove le istituzioni “culturali nazionali, regionali e locali possono trovare consulenza, supporto e servizi incentrati sulla conservazione e la tutela dei monumenti e dei siti storici”.

IL RUOLO DELLA CULTURA PER IL FUTURO DELL’EUROPA

Nel giorno della festa dell’Europa, il 9 maggio, le Istituzioni europee hanno inaugurato la Conferenza sul futuro dell’Europa, il forum per discutere sulla direzione e sul futuro dell’Ue nei prossimi anni. Secondo la commissaria, questo spazio di discussione “rappresenta l’occasione per ripensare il ruolo e il significato del progetto europeo, per fare un bilancio dei suoi successi e delle sfide critiche che deve affrontare, per verificare l’attualità dei suoi valori fondamentali e ridefinire le priorità che guideranno la sua azione futura”. L’obiettivo dell’Ue è quello di coinvolgere i cittadini in questo percorso di riflessione, “dare agli europei una maggiore voce in capitolo sulla direzione e sul futuro dell’UE”. E nel dibattito globale sul futuro del progetto europeo, i settori culturali e creativi “hanno un ruolo cruciale, poiché possono fornire una narrazione che parla direttamente al cuore delle persone”. È la cultura ad essere un “elemento chiave dell’identità e della coesione dell’Europa ed è sempre stato un aspetto chiave del progetto europeo”. Le tre Istituzioni di Bruxelles hanno adottato una dichiarazione congiunta – ricorda Gabriel – che ha identificato otto temi principali per l’agenda della Conferenza: “la cultura è uno di questi otto temi, ma il suo contributo, con il suo potere di costruire e rafforzare i valori europei, va oltre e sarà rilevante in tutti i settori di questo dibattito”, ha precisato. Conferma che la Conferenza “ha suscitato grandi aspettative nei settori culturali e creativi”, con un gran numero di attori nel campo della cultura in tutta l’Ue (artisti, organizzazioni della società civile e reti) che si sono detti “molto desiderosi di contribuire alla Conferenza e far sentire la propria voce”. Sono loro a dover diventare “facilitatori del dibattito, fornendo così un valore aggiunto alla Conferenza”.

EX CARCERE DI SANTO STEFANO: L’UE SOSTIENE IL PROGETTO DI RECUPERO

Se è essenziale discutere di futuro dell’Europa, ancora di più lo è ricordarne il passato e l’origine. Le isole di Ventotene e Santo Stefano hanno “un’indiscutibile rilevanza simbolica per la storia e i valori europei” e sono luoghi simbolo della nascita dell’Europa, oggi al centro di un progetto di restauro varato dal governo italiano per riqualificare l’ex carcere borbonico di Santo Stefano dove oppositori politici e partigiani venivano inviati al confino dal regime fascista. Oggi Bruxelles accoglie “con favore i rinnovati sforzi del governo italiano per il restauro e la valorizzazione dell’ex carcere (di Santo Stefano, ndr)”, afferma la commissaria ricordando che il compito dell’Esecutivo comunitario è quello “di assistere e integrare le azioni degli Stati membri nel preservare e promuovere la cultura”. A questo proposito, “l’Ue incoraggia attivamente le attività culturali nel quadro dei suoi diversi programmi che possono aiutare a sostenere cooperazione, sviluppo o ricerca regionale e locale”. Per questo sostiene anche la decisione del ministero della Cultura italiano “di candidare Ventotene per il marchio del patrimonio europeo”, che premia ogni anno siti “selezionati a livello nazionale ed europeo per il loro significato simbolico e per le attività che offrono per aumentare la consapevolezza del loro ruolo nella storia e nella cultura dell’Europa e nella costruzione dell’Unione europea”. L’Italia ha preselezionato Ventotene insieme al Delta del Po e Venezia per l’edizione 2021. “Nei prossimi mesi – spiega Gabriel – il panel europeo di esperti indipendenti valuterà le candidature dei siti preselezionati, sulla base dei criteri per l’attribuzione del marchio e raccomanderà un sito per Stato membro a cui assegnare il marchio e la Commissione Ue designerà formalmente i siti selezionati all’inizio del 2022”, con l’obiettivo di aumentare la “consapevolezza della storia condivisa europea e della ricchezza del patrimonio culturale”.

L’IDEA DI UNA SETTIMANA EUROPEA DELLA CULTURA

“La cultura e il patrimonio culturale sono della massima importanza perché rappresentano ciò che siamo, il legame tra il nostro passato e il nostro futuro”, ha aggiunto. Se il patrimonio culturale europeo “è una ricca eredità di espressioni culturali e creative che abbiamo ricevuto dalle generazioni precedenti”, è compito delle Istituzioni “salvaguardarlo in modo da poter lasciare un’eredità duratura per coloro che verranno”. Questo il motivo per cui, accanto all’iniziativa dell’Anno europeo del patrimonio culturale attiva dal 2018, la Commissione potrebbe valutare l’istituzione di una Settimana Europea della Cultura, sulla scia di quella dedicata allo sport. “Non è una cattiva idea e stiamo riflettendo internamente su qualcosa di simile, magari dedicato ad alcuni sotto-settori”, ci spiega la commissaria. “Tuttavia, per questo, avremmo bisogno che i nostri Stati membri e i cittadini sostengano questa iniziativa”.

NUOVO BAUHAUS EUROPEO: PROSEGUE LA FASE DI PROGETTAZIONE

A Bruxelles prosegue anche il lavoro nel quadro del nuovo Bauhaus europeo, l’iniziativa ambientale, economica e culturale per contribuire alla realizzazione degli obiettivi del Green Deal. Lo scorso 30 marzo si è svolto il primo incontro con i membri della tavola rotonda, con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, la Commissaria per la Coesione e le riforme, Elisa Ferreira, e la commissaria Gabriel. “È stata l’occasione per i membri della tavola rotonda per condividere brevi presentazioni ispiratrici su sei argomenti: rigenerare gli ecosistemi delle costruzioni; riscoprire lo spirito di un luogo; co-progettazione di un nuovo movimento Bauhaus europeo; un nuovo rapporto con la natura; economia virtuosa, sostenibile, inclusiva; narrativa nuova, bella, sostenibile, inclusiva”, racconta la Commissaria. Un mese dopo si è svolta anche la prima conferenza di alto livello: “È importante che i membri della tavola rotonda fungano da ambasciatori del Nuovo Bauhaus europeo, diffondendo la voce, attivando le loro reti, organizzando eventi, riportando a noi le voci degli europei. Il prossimo incontro è in programma a giugno”, ha concluso. 

(Fonte: AgCult.it)