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AgCult | Turismo, Franceschini: dopo crisi tornerà più forte e impetuoso di prima

II ministro alla presentazione del Fondo Nazionale del Turismo di Cdp: “Uno strumento molto utile, importante ora e in prospettiva. Aiuterà a superare momenti di difficoltà”

Quando si chiuderà questa parentesi legata alla pandemia da Covid-19, “il turismo in Italia tornerà più forte e impetuoso di prima”. Lo ha detto il ministro per i Beni culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, intervenendo alla presentazione del ‘Fondo nazionale per il turismo’. All’evento hanno partecipato anche l’amministratore delegato di Cdp, Fabrizio Palermo, che ha illustrato il funzionamento del Fondo, e il presidente Giovanni Gorno Tempini che ha aperto i lavori con un breve saluto.

IL FONDO – Il fondo è “uno strumento molto utile, importante ora e in prospettiva, aiuterà a superare momenti di difficoltà”, ha detto Franceschini: innanzitutto servirà infatti “ad aiutare a superare momenti di difficoltà per le strutture”, ma “in prospettiva consente di finalizzare il tipo di intervento, di scegliere dove intervenire, di indirizzare gli investimenti”. Cdp, ha sottolineato il ministro, ha individuato “quello che per molto tempo non si è voluto capire nel nostro Paese: investire in cultura e turismo non è solo un dovere costituzionale, ma è anche una straordinaria opportunità economica e il Fondo nazionale del turismo è un passo enorme in questa direzione”.

IL TURISMO IN ITALIA – In questi mesi, ha spiegato il ministro, “il dovere è stato – e lo sarà ancora per il periodo che abbiamo davanti (vedremo quanto a lungo) – quello di sostenere e di aiutare le imprese ad attraversare il deserto. Tuttavia, fino a gennaio il problema era governare una crescita impetuosa sapendo che il turismo globale pre covid era in crescita esponenziale e la prima meta desiderata di viaggio in tutti i paesi del mondo è l’Italia”.

IL PIANO STRATEGICO – Franceschini ha ricordato quindi come “il piano strategico per il turismo del 2017 era stato impostato cercando di valorizzare ‘l’Italia minore’, quella dei borghi, delle città d’arte minori, del paesaggio, dei cammini, delle vie storiche, delle bellezze naturali. Allora la necessità era decongestionare, oggi quella strategia si dimostra attuale perché va incontro anche ai cambiamenti di abitudini personali” derivanti dalle esigenze di sicurezza e sanitarie.

(Fonte: AgCult.it)