Al Franco Parenti tornano Filippo Timi e Lucia Mascino con “Promenade de santé”
Dal 22 al 30 ottobre 2021 sul palco della Sala Grande del Franco Parenti tornano Filippo Timi e Lucia Mascino con “Promenade de santè“, debutto teatrale del regista cinematografico Giuseppe Piccioni (tra i suoi film Il rosso e il blu, Questi giorni, Fuori dal mondo).
In scena una storia d’amore: l’uno narcisista, ossessivo, l’altra psicotica, paranoica, schizofrenica.
Entrambi malati e a caccia loro malgrado, di eros e amore, si cercano, si fuggono, sempre palpitano. Duettano per scavare nelle debolezze e paure danzando un “passo a due” di una verità penetrante e di una vitalità travolgente.
PROMENADE DE SANTÉ
Passeggiata di salute
con Filippo Timi, Lucia Mascino
regia Giuseppe Piccioni
Passeggiata di salute
con Filippo Timi, Lucia Mascino
regia Giuseppe Piccioni
di Nicolas Bedos – traduzione a cura di Monica Capuani
scene e luci Lucio Diana – costumi Stefania Cempini
produzione Marche Teatro
Una diversa storia d’amore
“Sono secoli, millenni, che si parla d’amore.
Da così tanto tempo che alla fine ci si convince di aver sentito e visto tutto.
Eppure ogni tanto succede che qualcuno, così testardo da ritirare in ballo ancora una volta questo argomento consumato e decrepito, riesce a rigirarselo un po’ tra le mani e a dargli una forma che, forse, nessuno gli aveva mai dato. O più semplicemente, trova il coraggio di essere onesto.
E questo è sicuramente uno di quei casi, perché quello che succede in questo spettacolo è che si è onesti. Succede che si parla d’amore, ma se ne parla senza filtri, senza giri di parole, senza il timore di essere scomodi, inadeguati, imbarazzanti. Succede che Filippo Timi e Lucia Mascino l’amore lo scardinano, lo predicono, lo diagnosticano. E la sincerità dello spettacolo sta proprio nel mettere a nudo un sentimento e di presentarlo con i suoi caratteri nascosti ma più autentici.
Perché se è vero che il testo è ambientato in una clinica psichiatrica, è anche vero che i meccanismi morbosi di cui i due protagonisti parlano senza alcuna inibizione sono celati probabilmente in ogni relazione amorosa, anche nelle nostre, che pazzi non siamo. Ma noi, spesso, non ce ne accorgiamo. E serve la voce di un matto a svelarci questo segreto. Serve la voce di un matto per farci rendere conto che probabilmente qualcosa di patologico c’è anche in noi, anche tra noi e l’uomo o la donna che ci sta a fianco. E che in fondo anche la nostra, come la loro, non è che una commedia romantica in una clinica psichiatrica”. Valeria Croce
Info: teatrofrancoparenti.it