Home Agenda Festival S/Paesati: al Miela di Trieste incontro, spettacolo e inaugurazione mostra fotografica dedicati al popolo curdo di nuovo sotto attacco

Festival S/Paesati: al Miela di Trieste incontro, spettacolo e inaugurazione mostra fotografica dedicati al popolo curdo di nuovo sotto attacco

Per il Festival S/Paesati – eventi sul tema delle migrazioni, alla sua XX edizione, il Teatro Miela di Trieste presenta mercoledì 16 ottobre, ore 19, l’incontro “La montagna: ponte o confine?” nel corso del quale interverrà, in collegamento dalla Siria, Lorenzo Cremonesi (inviato del Corriere della Sera). L’evento fa da introduzione ai temi della mostra Imaginary Mountains della fotografa e giornalista Linda Dorigo che verrà inaugurata poco prima alle ore 18.00.

Con l’avvio dell’operazione militare turca “Primavera di Pace” nel nord-est della Siria, i curdi si preparano a resistere alla “lotta contro il terrorismo” voluta da Ankara per distruggere le milizie alleate del Pkk in Siria. Al centro dello scacchiere mediorientale, oggi come cento anni fa quando fecero le spese dell’accordo Sykes-Picot, i curdi, alleati degli Stati Uniti nella guerra all’Isis, vivono un nuovo tradimento da parte delle potenze occidentali. La storia si ripete, e la paura è quella di un ulteriore eccidio etnico in una Siria già devastata da otto anni di guerra.

La mostra Imaginary Mountains della fotografa e giornalista Linda Dorigo indaga l’identità curda in
Iran, Iraq, Siria e Turchia a partire dalla montagna. Montagna che, oltre a rappresentare l’elemento fisico naturale in cui vivono queste popolazioni, costituisce la chiave attraverso cui i curdi sono stati rappresentati dai primi viaggiatori occidentali in Mesopotamia. La stessa chiave interpretativa fatta propria dagli stessi curdi che, per descrivere la propria condizione di popolo tradito, ancora oggi usano lo slogan “non abbiamo altri amici se non le montagne”.

Il progetto fotografico si è sviluppato tra il 2014 e il 2019 con l’intento di costruire un racconto lontano dagli stereotipi preesistenti e da quelli prosperati con l’ascesa dello Stato Islamico. Il lavoro ha visto la partecipazione diretta delle comunità, che sono state invitate a riflettere sulla montagna e sulla propria identità in maniera partecipativa. Oltre che dalle immagini scattate dalla fotografa, la mostra si compone anche di disegni, mappe, poesie e materiali d’archivio che gli stessi curdi hanno realizzato e donato allo scopo di veicolare una narrazione di sé stessi.
Un racconto corale necessario per evitare di ricadere in una visione fatta “da fuori” in cui li stessi protagonisti non avrebbero trovato voce.

 

Linda DorigoGiornalista, fotografa e documentarista, ha lavorato negli ultimi dieci anni in Medioriente combinando il racconto sociale e antropologico con l’approccio dello slow-journalism. Le sue ricerche si sono focalizzate sulla fede e le minoranze etniche e religiose. Ha pubblicato il libro “Rifugio” (Schilt Publishing, 2015) dedicato alle comunità cristiane del Medioriente. Come fotogiornalista ha coperto i conflitti in Iraq e Siria e collaborato, tra gli altri, con Le Monde, L’Espresso, Die Zeit, Al Jazeera e Marie Claire.

La mostra è visitabile dal 16 ottobre al 27 ottobre negli orari di apertura del teatro.

giovedì 17 ottobre – ore 19.30 
Seconda giornata dedicata al popolo curdo con lo Spettacolo
Il paese che non c’è 
Viaggio nel popolo delle montagne 
di e con Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno, produzione Ura Teatro
E’ la storia mitica del popolo curdo, della resistenza sulle montagne e in mezzo ai deserti.

E’ uno spettacolo che racconta la storia complessa e drammatica del popolo curdo nel quadro più ampio del territorio in cui è diviso. È la storia mitica di un popolo, della resistenza sulle montagne e in mezzo ai deserti. È testimonianza della battaglia che ovunque lo ha visto in prima fila contro la ferocia delle milizie fondamentaliste e del fascismo islamico. È cronaca pulsante, presente, che irrompe sulla scena con le sue notizie, con l’insopprimibile urgenza di essere raccontata. Perché c’è bisogno di reagire, anche qui, anche da noi. Il paese che non c’è vuole fare, del presente, uno straordinario territorio di racconto e di azione teatrale.

Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno ci rivelano “Abbiamo incontrato il “paese che non c’è”. Abbiamo incontrato un popolo, quello curdo, che ha ricominciato a sognare. Sogna di poter essere popolo, senza diventare stato. Di poter vivere in una terra di pace. Dove la diversità delle religioni, delle etnie, non provochi massacri. Dove la gente possa decidere del proprio destino, autogovernandosi. Dove le donne possano uscire dalle proprie case, scoprendo finalmente il volto e prendendo la parola.
Abbiamo sentito quella loro storia come una storia che parla a noi. È possibile un altro respiro? Un altro sentimento del vivere? Della lotta, della battaglia, dell’amore, dell’incontro con il mondo? Abbiamo infine seguito le storie di quel popolo da noi, in Italia. Quando gli uomini di quel popolo, su un barcone o via terra, in fuga dalle guerre, dalle prigioni, dalle persecuzioni politiche, arrivano sulle nostre coste e nelle nostre città. Qual è il nostro sguardo? Cosa significa per noi la loro presenza?”.

Info:
Teatro Miela
Piazza Duca degli Abruzzi 3, Trieste
www.miela.it | www.spaesati.org