Tasselli di Memoria: al Miela Il silenzio dei campi in fiore – pensieri dall’oblio di Zoran Mušič

Martedì 30 e mercoledì 31 gennaio 2024, ore 20.30, chiude la rassegna Tasselli di Memoria al Teatro Miela di Trieste “Il silenzio dei campi in fiore – pensieri dall’oblio di Zoran Mušič”.

Spettacolo dedicato all’artista Anton Zoran Mušič (1909 – 2005) di Marko Sosič, regia Massimo Navone, con Marco Puntin. Una produzione Bonawentura per la rassegna Storie nell’Arte.

L’atmosfera avvolge lo spettatore lasciandolo in silenziosa attesa di qualcosa di unico e onirico. Ed è proprio dalla dimensione del silenzio che parte il lavoro, il testo teatrale di Marko Sosič sul grande artista Zoran Mušič. In questo monologo teatrale preparato ad hoc dal regista Massimo Navone si ripercorre la vita dell’artista alla ricerca dell’essenziale, oltre a ciò che vedono gli occhi.

Anton Zoran Mušič nasce nel 1909 in un villaggio presso Gorizia allora Austria, oggi Slovenia. Terminati gli studi all’Accademia dell’Arte di Zagabria nel 1934, comincia la sua carriera con lunghi viaggi tra Madrid, la Dalmazia, Lubiana, Trieste e Venezia dove sposa nel 1949 la pittrice Ida Barbarigo Cadorin che Music considererà per tutta la vita la sua unica musa ispiratrice.  Sospettato di attività sovversive contro il regime fascista, nel 1944 è arrestato e deportato a Dachau. Nel giugno del 1945 è libero, anche se molto provato sia nel fisico che nel morale. In una serie di tele e disegni, intitolata Noi non siamo gli ultimi, l’artista trasforma l’inferno del campo di concentramento nella visione poetica di quella tragedia universale. Muore a Venezia il 25 maggio 2005. Le sue opere sono esposte nei più importanti musei del mondo.

Marco Puntin, attore e gallerista è il protagonista di questo monologo che dà voce al grande pittore attraverso frammenti di vita e di morte nel loro significato primordiale e metafisico.
Riflessioni sulla propria arte, sulla verità e la menzogna, sulla necessità di comprendere l’essenziale e vedere oltre a ciò che vedono gli occhi, per cercare di capire, nell’ombra della propria vecchiaia e nell’oblio dei ricordi, il valore dell’uomo e il senso della vita. Un frammento su uno degli artisti difficilmente collocabili sia al modernismo che al primo postmodernismo, un omaggio ad uno degli artisti più individualisti per il quale l’impatto con il paesaggio, da prima quello carsico in seguito quello dalmata, castigliano e italiano, infine quello di Dachau, ha avuto una significativa influenza sull’esperienza artistica e della sua vita personale.

Locandina evento

Prevendita c/o biglietteria del teatro (tel. 040 3477672) da lunedì a venerdì dalle 17.00 alle 19.00. www.vivaticket.com

Info: www.miela.it

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