Ancorché abbia fama di abilità tattica, il ministro Franceschini ha fatto uno strano uno-due. Da una parte ha voluto a tutti i costi una modestissima legge sul cinema (n.220 del novembre 2016) in cui l’universo degli autori e delle esperienze indipendenti è stato maltrattato a favore delle produzioni più potenti, dall’altra ha varato un coraggioso decreto legislativo sulla promozione delle opere europee e italiane che abbisognerebbe proprio del sostegno attivo delle categorie indebolite. Infatti, la valorizzazione delle “quote” contraddice in parte lo spirito conservatore della norma-madre. E così, l’abile Dario ha trovato freddezza e voglia di rinvio a palazzo Chigi, […]