A Koreja il Premio Ubu Ascanio Celestini in scena con “La trilogia dei Poveri Cristi”

Di lui Edoardo Sanguineti ha scritto: “non si sa se piangere o ridere, ma non importa niente. In questa compresenza assoluta di comico e di tragico si ritrova incarnata la grande modalità tragica moderna”. Ascanio Celestini è una delle voci più significative del teatro di narrazione italiano, un artista che ha saputo trasformare il palcoscenico in uno spazio di denuncia sociale, memoria collettiva e riflessione politica. Il suo teatro è un intreccio di storie, spesso ispirate alla tradizione orale, in cui il racconto diventa un mezzo potente per dare voce agli ultimi, agli emarginati, a chi troppo spesso viene dimenticato.

Tra i tanti premi gli è stato consegnato due volte il premio Ubu, il Flaiano, il Dessì, Il premio Fiesole. Attraverso monologhi intensi e carichi di ironia, Celestini porta in scena l’Italia delle periferie, del lavoro precario, della Resistenza, delle lotte sociali. Le sue opere, come La pecora nera, Radio Clandestina o Discorsi alla nazione, non si limitano a raccontare la realtà, ma la interrogano, mettendo in discussione i meccanismi di potere, l’indifferenza della società e il ruolo della memoria storica.

Si muovono ai margini i disperati di Ascanio Celestini. Sono barboni, zingari, ladri, alcolizzati, prostitute, immigrati, lavoratori invisibili, ragazzini abbandonati. E a loro è dedicata la trilogia dei Poveri Cristi, composta dagli spettacoli LAIKA, PUEBLO E RUMBA, che Celestini porta in scena ai Cantieri Teatrali Koreja dal 7 al 9 marzo 2025.

Il valore del teatro di Celestini risiede nella sua capacità di coinvolgere il pubblico in un’esperienza intima e collettiva allo stesso tempo con leggerezza e profondità.

Non è solo un attore, ma un cantastorie moderno che riesce a far emergere la poesia e la forza delle piccole vicende quotidiane.

Ma, soprattutto, il suo teatro è un atto politico: senza essere mai didascalico o retorico, Celestini ci invita a guardare la realtà con occhi diversi, a mettere in discussione ciò che diamo per scontato e a riscoprire il valore della partecipazione e dell’impegno civile. In un’epoca in cui la velocità e la superficialità spesso dominano la comunicazione, il suo teatro rappresenta un raro spazio di ascolto e riflessione, un momento in cui il racconto diventa strumento di resistenza e di cambiamento.

Venerdì 7 marzo alle ore 20.45 si parte con LAIKA, primo spettacolo della trilogia che ha visto il suo debutto al Romaeuropa Festival nel 2015. Cosa farebbe e cosa penserebbe Gesù se tornasse sulla Terra? Vive tra gli uomini, in un monolocale di periferia, non per salvarli o per redimerli, ma solo per osservarli. Proprio per questo è cieco e a raccontargli quello spicchio di mondo è un apostolo, Pietro.

Dalla sua finestra si vede il parcheggio di un supermercato e il barbone che di giorno chiede l’elemosina e di notte dorme tra i cartoni. Pietro passa gran parte del tempo fuori di casa ad operare concretamente nel mondo: fa la spesa, compra pezzi di ricambio per riparare lo scaldabagno, si arrangia a fare piccoli lavori saltuari per guadagnare qualcosa. Se quel povero cristo fosse davvero Gesù potrebbe raccontarci quale strada ha imboccato l’umanità e verso quale fine del mondo s’è messa in viaggio.

Accompagnato dalla fisarmonica di Gianluca Casadei, capace di evocare atmosfere popolari e raffinate, con la sua carica di energia scenica, Celestini narra di come il crollo delle ideologie stia erodendo anche le religioni, osservandole attraverso gli occhi senza vista di un povero Cristo. Laika è un piazzale nel quale si incontrano la fatica e l’umiliazione del lavoro, la rabbia e la solidarietà di chi non ha nulla da perdere e per questo riesce ad alzare la testa.

Sabato 8 marzo ore 20.45 secondo capitolo della trilogia, PUEBLO ci porta nella terra di nessuno, di chi (soprav)vive al limite estremo della società, in una periferia che è la periferia di una città, ma anche di una nazione.

La periferia dell’informazione, la chiama Celestini, quella delle persone di cui i media si occupano solo quando la loro vita si trasforma in notizia da cronaca nera. Il paesaggio urbano e umano è disarmante: il supermercato, il magazzino, la sala giochi, le strade asfaltate, i palazzoni, i marciapiedi bagnati di pioggia. C’è la giovane donna chiusa in casa con la madre; la barbona che vive nel gabbiotto del custode del parcheggio; lo zingaro di otto anni che fuma le sigarette; il facchino africano malato di videopoker; la barista che guadagna con le slot machine. Sono gli scarti di un’umanità che procede veloce e indifferente. Sono gli indiani della riserva (Che fine hanno fatto gli indiani Pueblo? è il titolo dello studio dal quale ha preso forma lo spettacolo) dei cui destini non importa a nessuno.

Accompagnato dalle musiche originali composte da Gianluca Casadei, Celestini invita lo spettatore a identificarsi con i suoi protagonisti: personaggi che, al di là della loro particolare condizione sociale, come tutti noi, affrontano la propria condizione di esseri umani.

Domenica 9 marzo ore 18.30 in scena RUMBA. L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato, terza parte della trilogia.

Francesco si chiama Giovanni. Nasce da una madre francese quando il padre è in Francia a vendere stoffe pregiate. Vorrebbe diventare cavaliere, va in guerra, ma finisce in galera. Quando esce dal carcere deve ricostruire le case dei nobili che il popolo ha cacciato da Assisi e impara a fare il muratore. Così diventa il santo che impara a ricostruire la Chiesa di Dio in terra. Un uomo contro corrente che, pur essendo ricco, sceglie non solo di essere povero, ma di farsi servo dei poveri. Un cavaliere che non vuole più fare la guerra e che, da frate, in tempo di crociate, si recò in Terra Santa predicando la pace e la fratellanza.

Ma perché Francesco ci affascina ancora dopo otto secoli? E dove lo troveremmo oggi? Tra i barboni che chiedono l’elemosina nel parcheggio di un supermercato? Tra i facchini africani che spostano pacchi in qualche grande magazzino della logistica?

E se Francesco fosse nato nel 1982 invece che ne nel 1182? Quale presepio farebbe tra i cassonetti dell’immondizia? In scena Ascanio Celestini accompagnato dalla fisarmonica di Gianluca Casadei.

“Di questi personaggi mi interessa l’umanità. Voglio raccontare come sono prima della violenza che li trasforma in oggetto di attenzione da parte della stampa, ma voglio raccontare anche il mondo magico che hanno nella testa. Il mondo che li rende belli e che, solo quello, può aiutarli a non farli scomparire. I contadini lucani o friulani, i pastori sardi o abruzzesi, i braccianti pugliesi o siciliani e tutti gli altri poveracci del passato che lasciavano terra e famiglia abbandonavano un intero orizzonte culturale per cercare di integrarsi nell’effimero mondo del triangolo industriale. Entravano nella Storia da sconfitti, ma in cambio ricevevano il frigorifero, il riscaldamento e l’italiano semplificato imparato dalla televisione. Oggi i nuovi poveracci non avranno nemmeno questo in cambio della loro disfatta. E allora vale la pena che sia salvaguardata almeno la cultura che hanno nel cuore e la magia che nascondono nella testa”

LAIKA
uno spettacolo di Ascanio Celestini
con Ascanio Celestini e Gianluca Casadei alla fisarmonica
e la voce fuori campo di Alba Rohrwacher
produzione Fabbrica S.r.l.
in co-produzione con RomaEuropa Festival 2015
distribuzione Mismaonda

PUEBLO
di Ascanio Celestini
con Ascanio Celestini, Gianluca Casadei
suono Andrea Pesce
produzione Fabbrica srl
in coproduzione con Romaeuropa Festival 2017, Teatro Stabile dell’Umbria Distribuzione Ass. Cult. Lucciola foto © Dominique Houcmant | Goldo

RUMBA
L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato
di e con Ascanio Celestini
musiche di Gianluca Casadei
voce Agata Celestini
immagini dipinte Franco Biagioni
suono Andrea Pesce
luci Filip Marocchi
organizzazione Sara Severoni
produzione Fabbrica, Fondazione Musica Per Roma, Teatro Carcano
commissionato dal Comitato Nazionale Greccio 2023
in occasione dell’ottavo centenario del presepe di Francesco a Greccio, 1223 – 2023.
distribuzione Mismaonda
contributi allo Spettacolo dal Vivo per l’annualità 2023 della Regione Lazio
sostegno del Ministero della Cultura, tramite la Direzione Generale Spettacolo, per Progetto Speciale Teatro

Ascanio Celestini (Roma, 1972) autore, attore, musicista e regista. I suoi testi sono legati ad un lavoro di ricerca sul campo e indagano nella memoria di eventi e questioni legate alla storia recente e all’immaginario collettivo. Tra i suoi spettacoli teatrali più conosciuti: Radio clandestina (2000), Scemo di guerra (2003), La pecora nera (2005), La fila indiana (2009), Pro patria (2011), Discorsi alla nazione (2013), Laika (2015) e Pueblo (2017) Laika e Pueblo, sono coprodotti da Romaeuropa e dal Teatro Stabile dell’Umbria e hanno debuttato a Romaeuropa Festival rispettivamente nel novembre 2015 e nell’ottobre 2017. Celestini lavora attivamente anche all’estero e in particolare tra la Francia e il Belgio, I suoi ultimi lavori sono  – il testo e la regia dello spettacolo Laika per una produzione belga in lingua francese con l’attore David Murgia. Lo spettacolo ha debuttato nel gennaio 2017 al Festival International de Liège. – il testo per una coproduzione francese-belga per uno spettacolo che lo vedrà impegnato nelle vesti di autore, regista e attore. Lo spettacolo ha debuttato nel febbraio 2017 al Festival International de Liège e al Rond Point di Parigi. Come autore, regista e attore ha realizzato il film La pecora nera (2010) in concorso alla 67esima Mostra del cinema di Venezia, distribuito anche in Francia da BABE Film e vincitore di premi in tutt’Europa. Il suo ultimo film, Viva la Sposa (2015), prodotto da Malìa Film di Alessandra Acciai, Giorgio Magliulo e Roberto Lombardi e coprodotto dalla francese Aeternam Film di Parigi e dai fratelli Dardenne, è stato in concorso alle Giornate degli Autori a Venezia 2015. Il film è già stato invitato da numerosi festival, tra i quali il Busan International Film Festival, il più importante appuntamento cinematografico in Asia. Ascanio ha inoltre realizzato il documentario Parole sante (2007) presentato al Festival internazionale del film di Roma nella sezione Extra. Contemporaneamente è uscito il suo primo disco, anch’esso intitolato Parole sante (2007), dove sono raccolte le canzoni presenti negli spettacoli. Tra i tanti premi gli è stato consegnato due volte il premio Ubu, il Flaiano, il Dessì, Il premio Fiesole, il Ciak d’oro, ecc… Tra le sue pubblicazioni si ricorda Storie di uno scemo di guerra (Einaudi 2005), La pecora nera (Einaudi 2006), Lotta di Classe (Einaudi 2009), Io cammino in fila indiana (Einaudi 2011) e Pro patria (Einaudi 2012). Su di lui sono state pubblicate le biografie “Tuttestorie” di Patrizia Bologna (ed. Ubulibri, prefazione di Edoardo Sanguineti), “L’invenzione della memoria. Il teatro di Ascanio Celestini” A cura di Andrea Porcheddu (Il Principe Costante Edizioni, 2005), Le carnaval verbal d’Ascanio Celestini (Peter Lang 2011), “Un anarchico in corsia d’emergenza” Maria Laura Gargiulo (Laterza 2015). I suoi testi teatrali sono stati messi in scena in Francia, Portogallo, Belgio, Austria e Canada e sono tradotti in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Danimarca, Svezia, Olanda, Romania, Portogallo e Repubblica Ceca. Di lui scrisse Edoardo Sanguineti: «non si sa se piangere o ridere, ma non importa niente. In questa compresenza assoluta di comico e di tragico si ritrova incarnata la grande modalità tragica moderna». «Tanti anni fa Pasolini annunciò una mutazione antropologica che stava per abbattersi sul Paese – ha scritto Curzio Maltese su La Repubblica – Celestini ci racconta com’è avvenuta, quali macerie ha lasciato». E Vincenzo Cerami leggendo e commentando le sue fiabe si chiedeva vent’anni fa «il mondo in cui viviamo saprà conservare – e rinnovare giorno dopo giorno – un’oralità capace di raccontare i destini di tutti noi?»”

Strade Maestre 2024-2025, è un progetto di Koreja realizzato con il sostegno di Ministero della Cultura, Unione Europea, Regione Puglia Assessorato Cultura, Tutela e Sviluppo delle Imprese Culturali; Piiil Cultura, Comune di Lecce; in collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese. Partner Culturali: Università degli Studi di Lecce; Adisu Puglia; Holo; Pupilla – libri, giochi, attività di Brindisi, SemiMinimi libri musica e giochi per piccoli e più piccoli di Lecce, Associazione Per un Sorriso in più.

Info:
0832 242000
www.teatrokoreja.it

Biglietti su vivaticket.it

Condividi su:
Leggi altri articoli