Italia in scena, Audizione Barni: “Servono soluzioni concrete per una gestione partecipata del patrimonio culturale”

Il disegno di legge sulla valorizzazione del patrimonio culturale rappresenta un punto di partenza significativo, ma non sufficiente per affrontare le sfide di una gestione più inclusiva e partecipata. Durante l’audizione dello scorso 11 dicembre 2024 presso la VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione) della Camera dei deputati, Giovanna Barni, presidente di CulTurMedia, ha sottolineato la necessità di intervenire sugli articoli 112 e 115 del Codice dei Beni Culturali, ormai datati, che ostacolano il coinvolgimento dei privati, inclusi quelli dell’economia sociale. Questi soggetti, pur vocati all’interesse pubblico, sono relegati a ruoli di supporto progettuale o alla gestione tramite concessione, con limitate possibilità di incidere.

Il sistema attuale delle concessioni, ha evidenziato Barni, è insostenibile per la maggior parte dei siti culturali, molti dei quali restano sottoutilizzati. È inoltre urgente distinguere il Partenariato Speciale Pubblico-Privato (PSPP) da altri modelli come il PPP o la sponsorizzazione, superando l’equivoco normativo dell’articolo 134, che ha di fatto bloccato quasi tutti i PSPP, con conseguenze negative per cooperative e amministrazioni pubbliche.

Barni ha ribadito l’importanza di una strategia chiara e di strumenti innovativi per promuovere una governance partecipata del patrimonio culturale, trasformandolo in una leva di sviluppo sostenibile. In questa direzione, CulTurMedia si propone di contribuire con soluzioni concrete per superare i blocchi normativi e dare piena attuazione ai principi di sussidiarietà e partecipazione.

Per approfondire, guarda la registrazione integrale dell’audizione:

Consulta la nota di CulTurMedia che include proposte di integrazione al DDL.

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