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meno GIORNALI, meno SPAZI DI LIBERTA’

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9 dicembre 2014 – Da un’affollata Conferenza Stampa al Senato l’ULTIMO APPELLO al Governo e al Parlamento per garantire il pluralismo dell’informazione e ristabilire le risorse necessarie al sostegno delle testate indipendenti, non profit, cooperative.

In gioco il venir meno di un principio fondamentale del nostro ordinamento democratico e decine di testate, centinaia di posti di lavoro di giornalisti, poligrafici e di tutto l’indotto, fino ad un ulteriore difficoltà per le edicole, presidio fondamentale per la distribuzione dei giornali e periodici locali.

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2014-12-10 15.15.342014-12-10 15.25.40Il Governo e il Parlamento rischiano di assumersi, in silenzio e senza adeguata e approfondita discussione, una responsabilità grave, che non può, peraltro, passare inosservata in Europa: quella di far venir meno uno dei principi che ispirano le stesse linee fondamentali dell’Europa che indica nella libertà e nel pluralismo dell’informazione uno degli elementi che compongono uno Stato democratico.

Sta agli emendamenti presentati al Senato, oggi, aiutarci a comprendere se, oltre alla lodevole iniziativa di senatori appartenenti a diverse aree politiche e culturali, sarà alla fine il Governo ad assumere seriamente e concretamente questo tema, facendo propri gli emendamenti necessari a ristabilire le risorse indispensabili affinché il lavoro di queste esperienze giornalistiche possa continuare.

Si tratterebbe, con questa scelta, di dare risposta alla necessità di garantire un tempo congruo per un’indispensabile e, più volte richiamata, transizione verso un processo di più generale riforma dell’editoria, più volte annunciata dal Governo, alla quale le associazioni come le nostre chiedono a gran voce di partecipare attivamente: una riforma che ripensi complessivamente il sistema dell’editoria e proponga una nuova e più complessa articolazione del pluralismo che sia in grado di registrare e interpretare i cambiamenti profondi in atto dal punto di vista delle modalità di produzione e fruizione dell’informazione e che possa ridefinire il significato di “servizio pubblico” e di “funzione sociale” dell’informazione.

Le nove associazioni che hanno promosso la conferenza stampa di ieri continueranno la loro mobilitazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica su un tema così rilevante per un Paese democratico: il mercato, da solo, in nessun Paese può garantire il pluralismo dell’informazione.

Regole certe, controlli e verifiche trasparenti, responsabilità sociale sono tutti strumenti che possono consentire di chiarire con rigore l’utilizzo di una contribuzione pubblica finalizzata a sostenere il pluralismo dell’informazione.

Di quanto stiamo affermando non si interessano in alcun modo la stragrande maggioranza della grandi testate nazionali: e il fatto è, di per sé, grave.

Non si tratta di dover essere d’accordo o condividere quanto andiamo affermando, ma di svolgere la funzione fondamentale quanto meno di informare e contribuire a portare elementi conoscitivi ad una mobilitazione così larga su tema così rilevante come il pluralismo e il diritto all’informazione.

Governo e Parlamento hanno, comunque, il dovere, crediamo, di cogliere la serietà e l’urgenza di un intervento e trovare soluzioni adeguate all’interno delle scelte concrete connesse alla Legge di Stabilità.

Altrimenti, assumersi la pesante responsabilità di contribuire al venir meno di tante esperienze locali e nazionali che rappresentano un patrimonio di competenze, di lavoro e di racconto plurimo delle comunità locali, dando un colpo drammaticamente negativo all’affermazione del pluralismo dell’informazione nel Paese.

Leggi la Nota Introduttiva

Ascolta la registrazione integrale della Conferenza Stampa (Radio Radicale, licenza Creative Commons attribuzione 2.5)