Home Agenda L’area archeologica La Cuma riapre i cancelli

L’area archeologica La Cuma riapre i cancelli

Nel mese di maggio le visite guidate si svolgeranno di sabato e domenica in 5 fasce orarie: mattina alle 10 e alle 11, pomeriggio alle 15, alle 16 e alle 17.

La prenotazione è obbligatoria ed è effettuabile online dal sito cumarcheologia.it o da www.comune.monterinaldo.fm.it

Gli accessi saranno contingentati e organizzati in gruppi con un massimo di 25 partecipanti. Al momento della prenotazione, occorrerà selezionare l’orario preferito tra quelli che si troveranno a
disposizione.

Il giorno della visita occorrerà rispettare con estrema precisione l’orario riportato sul voucher di prenotazione (si consiglia di arrivare qualche minuto prima per effettuare il pagamento presso la cassa del Sito Archeologico).

Per accedere all’Area Archeologica La Cuma è obbligatorio indossare una mascherina a copertura di naso e bocca. La mascherina andrà tenuta indossata per tutta la durata della visita.

L’area Archeologica “La Cuma” a Monte Rinaldo (FM)

Il santuario romano de La Cuma di Monte Rinaldo è stato costruito a partire dalla metà del II secolo a.C. e ha conosciuto poi varie fasi edilizie fino all’abbandono definitivo nella prima metà del I secolo d.C.

Si tratta di un luogo di culto articolato in tre edifici principali disposti su una terrazza con al centro un tempio dedicato a Giove dalla pianta incerta ma che aveva certamente una decorazione con terrecotte architettoniche sul tetto e sculture in terracotta dipinta sul frontone, così come gli altri due edifici che hanno restituito significativi frammenti di terrecotte architettoniche.

Alle spalle del tempio si trova un monumentale portico colonnato, con colonne in arenaria di ordine dorico sulla fronte e ionico-italico all’interno, databile al secondo quarto del II sec. a.C. chiuso da un muro in grossi blocchi squadrati di arenaria: esso aveva la doppia funzione di contenimento del pendio della collina e di fondale scenografico, in linea con le architetture ellenistiche che proprio in quel momento si diffondevano in tutto il Mediterraneo.