FILIERA EDITORIALE, INDUSTRIA CULTURALE CREATIVA. L’intervento di Lucetta Paschetta, vicepresidente CulTurMedia con delega all’editoria
Da alcuni giorni si assiste ad un interessante scambio di idee e di progetti che hanno materia di riflessione l’editoria, i libri e la lettura.
Da quando in Legacoop si è costituito il settore CulTurMedia, con la partecipazione, spesso come Alleanza Cooperative Italiane, ai molti Saloni, Fiere e Festival, l’estendersi del dibattito sull’editoria ci sollecita ad alcune considerazioni.
- Gli indici di lettura in Italia (dati ISTAT) sono molto bassi. Non è un dato: fine a sé stesso, perché in realtà i dati sui consumi culturali del Paese dimostrano anche che bassi indici di lettura vogliono dire bassi indici di fruizione del mercato culturale: (musei, cinema, teatro). Chi legge, d’altra parte, evidenziano gli stessi dati, “partecipa” maggiormente alle attività culturali. Quindi bassi indici di lettura, non favoriscono il lavoro e lo sviluppo di delle cooperative culturali.
- Bassi indici di lettura vogliono anche dire bassi indici di partecipazione alla vita sociale e politica del Paese. Se la cooperazione si fonda sulla partecipazione attiva dei soci, dove troveremo le future generazioni partecipative alla vita cooperativa e sociale?
- La filiera editoriale non è sostenibile economicamente per i piccoli editori e per l’editoria indipendente nel suo insieme: le marginalità che se ne ricavano sono insufficienti per tutti gli attori. Una parte significativa di questi attori guarda alla cooperazione per confrontarsi su un modello economico più sostenibile e trovare una risposta. Nella Cooperazione, infatti, esistono esempi straordinari di imprese cooperative nate in un mercato che non era più sostenibile dalle piccole realtà imprenditoriali. Alcuni esempi: Conad, Granarolo, solo per ricordare le più importanti. Oppure tutto il settore del Biologico.
- Creare una risposta cooperativa ai bisogni della filiera editoriale, anche con gli importanti esempi che ho citato, non è sufficiente. In un mercato sempre più difficile e globalizzato è necessario usare strumenti efficienti ed efficaci. Anche in questo la Cooperazione può fare la differenza: al nostro interno esistono realtà in grado di aiutare tutto il settore ad immaginare una innovazione di processo economico finanziaria e di ottimizzazione di risorse, con nuovi percorsi commerciali, ragionando in un’idea di filiera cooperativa sostenibile.
- in CulTurMedia ci si è trovati, al di là delle nostre stesse aspettative, a dover dare delle risposte a chi guarda a noi con interesse e speranza per trovare delle soluzioni. Ci sono interessi importanti verso la cooperazione proprio perché nell’immaginario, nonostante tutto, la cooperazione è la forma democratica di impresa sostenibile.
Sono state queste esperienze che hanno motivato il difficile lavoro di costituzione di un settore sfaccettato e molto diverso. Se però ascoltare, condividere, cooperare è il nostro valore aggiunto, per chi, come me, si occupa di editoria cooperativa da tanti anni, CulTurMedia è una grande speranza per dare risposte. Ed oggi ci aspettano tanti appuntamenti e nuove sfide: dalla partecipazione al Book Pride con Odei a Genova, al Book Pride a primavera, ad una nuova e forte progettualità intersettoriale per la partecipazione al Salone Internazionale del Libro di Torino 2018 e all’impegno per creare, insieme a Legacoop Puglia, le condizioni per la realizzazione condivisa di una grande iniziativa per la promozione della lettura e dell’editoria indipendente e della cultura da realizzare a Bari nel corso del 2018… e un investimento a valorizzare e rilanciare in termini di progetto un lavoro costante con le scuole.
Lucetta Paschetta
Vicepresidente CulTurMedia con delega all’editoria (editoria libraria, distribuzione, librerie, promozione lettura)