Mercoledì 4 dicembre 2024, alle ore 21, arriva all’ITC Teatro di San Lazzaro “Molto dolore per nulla“, lo spettacolo vincitore Premio In-Box 2024/25, di e con Luisa Borini.
Molto dolore per nulla, una produzione Atto Due con il sostegno di ZUT!, C.U.R.A. Centro Umbro Residenze artistiche e Strabismi, è la cronaca di una fatica, quella che si fa per crescere, per smarcarsi dai modelli di riferimento e per imparare a rispettarsi per come si è. È uno sguardo sulla pazienza che si impara ad avere quando cambiamo di continuo senza mai riconoscerci; è un invito a essere fiere delle cicatrici e a non avere paura di mostrarle. Sul palco vuoto, solo una donna e un microfono a farle da scudo che protegge e al tempo stesso censura una parte di sé.
Molto dolore per nulla è il racconto dei troppi amori, troppo amati, dell’artista, intrecciato a storie di persone che negli anni ha incontrato, ascoltato, conosciuto, consolato. È anche però la storia di quando ci si sveglia, di quando si devono aprire gli occhi per salvarsi e ascoltare finalmente il vuoto di cui si ha così terrore, scoprendo di quanta ricchezza è pieno.
Fresca vincitrice del Premio In-Box, Luisa Borini porta sul palco dell’ITC Teatro un racconto intimo e autoironico, una narrazione tragicomica sulla crescita e la rinascita personale.
«Io sono una donna che ha amato troppo. Io sono una donna che credeva che senza un partner niente avrebbe avuto senso, io non avrei avuto senso. L’idea della coppia, dell’amore a tutti i costi condizionavano tutta la mia esistenza, vivevo e amavo con lo scopo di raggiungere un idilliaco e favolistico mondo dove a mio avviso si era al riparo dall’angoscia che ogni tanto mi veniva a trovare, da quel vuoto che mi terrorizzava e che non riuscivo a sopportare, e ogni tipo di relazione, sentimentale e non, era caratterizzata dalla paura paralizzante di essere abbandonata. L’altro, qualsiasi altro fosse, era il mio lavoro, da tutelare, proteggere, gratificare, mettere al primo posto. Io non ero importante, a me interessava non essere abbandonata e per questo avrei fatto qualsiasi cosa. Si ripetevano quindi schemi uguali seppur in contesti e modalità diverse, che mi facevano stare molto male e mi facevano sentire sbagliata, difettosa. Poi, ad un certo punto, ho scoperto di non essere sola. Ho compreso che la mia sofferenza era la stessa di tante altre persone» (Luisa Borini).
A seguire incontro con la Compagnia, condotto dagli allievi e dalle allieve del Teatro dell’Argine.
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