Venerdì 10 novembre 2023, ore 21.30, secondo appuntamento al Teatro Comunale di Cavriglia con la Rassegna “Materiali in Scena”, organizzata dal Comune e dalla Materiali Sonori: sul palcoscenico salirà Elisa Fini con la pièce da lei ideata assieme a Barbara Petrucci dal titolo “INattesa – di un responso medico, di un figlio, dell’imprevedibile giostra tra la vita e la morte“, una produzione Diesis Teatrango.
“Ho capito che ciò che avevo scritto per me, doveva diventare di tutti. Questa è la mia storia…”
Con queste parole inizia lo spettacolo, che ha preso vita in seguito a una storia vera, accaduta proprio all’attrice che la interpreta. Come lei stessa racconta è stato importante scrivere per superare ciò che stava vivendo, per tenersi occupata nelle tante attese, per razionalizzare e sperare di ridimensionare, per non gravare troppo sugli altri con i suoi “pensieri pesanti”.
Più di un medico l’ha definita “miracolata dalla prevenzione” cosi che ha capito che ciò che aveva scritto per se poteva essere utile ad altri. Grazie all’incontro con Barbara Petrucci, regista toscana già impegnata da molti anni in percorsi di teatro sociale, il desiderio si è trasformato in un progetto artistico complesso e delicato e divulgare la sua esperienza è diventato un dovere morale ed etico.
Nella fase della creazione dello spettacolo, per capire la linea guida da seguire nello sviluppo drammaturgico, è stato illuminante il confronto con il dottor Iacopo Nori, direttore della Diagnostica Senologica dell’Ospedale di Careggi (FI), il quale ha indicato quale focus per la prevenzione, non tanto la necessità di parlare di tumori, quanto la possibilità di concentrarsi sulle emozioni che vengono vissute. Inoltre hanno contribuito alla stesura del copione le preziose testimonianze dei malati oncologici e dei loro familiari, avvenute grazie agli incontri presso l’Associazione Tottaxtutti di Firenze.
I momenti brutti, impossibile e neanche giusto dimenticarli, arrivano per cambiarci la vita. Un tuffo nella testa in tempesta di una donna durante una situazione inattesa, un susseguirsi di pensieri senza filo temporale, che cavalcano l’onda dei ricordi più disparati, dalle telefonate alle cabine telefoniche da ragazzina, al post intervento su un letto di ospedale. Il tutto per poter vivere e superare quella paura che troppo spesso impedisce di agire, di volerci bene, di prenderci cura di noi stessi.
“L’ altro monologo” di e con Andrea Roselletti è “Stavo per morire dal ridere”… “disse una che accompagnavo all’ennesima visita in oncologia. Era anziana, dolcissima e mi ha insegnato che la malattia è talmente dolorosa che occorre ‘prenderla a ridere’ e che forse la vita finge di essere così seria che conviene provarci a fare una risata in più per smontarla. Questo breve momento parla di prevenzione e sorridendo racconta che la paura c’è ma va sconfitta, altrimenti si resta vittime non solo delle malattie”.
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