Direzione Mediacoop: apprezzamento per il percorso di Riforma avviato ma…allarme per alcuni punti che, se non modificati, causerebbero danni irreparabili alle coop di giornalisti e realtà non profit
La legge di riforma, nel testo che è uscito dalla Commissione Cultura della Camera, integrando le due proposte (Testo n. 3317 Coscia e Testo n. 3345 Pannarale) è il primo passo di un iter che potrebbe essere veloce e portare, comunque, ad una Legge importante per il pluralismo e per il diritto dei cittadini ad essere informati in modo plurale.
Si tratterà, poi, di conoscere e discutere i contenuti proposti nelle deleghe che la Legge rinvierà al Governo per poter esprimere una valutazione finale sul valore complessivo di questa Legge di Riforma. Dai decreti, infatti, deriveranno le regole che dovranno meglio definire criteri e modalità del contributo diretto all’editoria per i prossimi anni, oltre che chiarire se per gli aventi diritto si tratterà di una modalità chiara e certa e non soggetta alle scelte o alle necessità del momento del Governo.
La Direzione di MEDIACOOP ha, quindi, apprezzato e riconosciuto l’importanza del lavoro fin qui svolto dal Governo, dalle forze politiche e dai parlamentari che si sono fatti carico, a diverso titolo, di elaborare, nel confronto con le realtà dell’intera filiera editoriale, il Progetto di legge di Riforma.
Una Riforma che, in primo luogo, intende assumere il fatto fondamentale che il diritto al pluralismo dell’informazione dei cittadini, in coerenza con l’art.21 della Carta Costituzionale, non può essere demandato solamente al mercato, ma richiede un sostegno chiaro, trasparente e verificato, da parte pubblica per consentire una presenza plurale di voci autonome e libere nei diversi territori del Paese. Un punto, quello della necessità del sostegno al pluralismo come elemento della democrazia sul quale si ritiene importante lavoro di sensibilizzazione e di educazione svolto dalla campagna #menogiornalimenoliberi.
La Direzione di Mediacoop ha valutato con soddisfazione il fatto che la riforma abbia al centro la forma cooperativa: la cooperativa di giornalisti, come la forma più chiara per garantire autonomia, indipendenza, non scalabilità alle testate. Positivo, inoltre, il giudizio sulle risorse individuate per sostenere la Riforma stabilmente nei prossimi anni.
La cooperazione condivide, poi, la scelta di individuare strumenti nuovi, che guardino al futuro, come è giusto che sia, e, quindi, a: nuove forme di sostegno per la nascita di start up nel settore; promozione di un intreccio virtuoso tra carta stampata e digitale; promozione dell’innovazione nella capacità di far interagire tra loro contenuti originali in diversi media; nascita di nuove piattaforme tecnologiche condivise tra più soggetti che operano nel comparto; incentivare gli investimenti incrementali pubblicitari verso le piccole imprese editoriali indipendenti; individuazione di criteri premiali per l’assunzione di giornalisti al disotto dei 35 anni.
Ma, pure a fronte di molti elementi positivi di riforma, forte è il grido di allarme dell’organo di governo di Mediacoop: la legge rischia di non ottenere quanto voluto e dichiarato se non porrà le cooperative di giornalisti e le altre realtà non profit nella condizione di traguardare la riforma stessa ed i cambiamenti in essa contenuti.
Per questo la Direzione di Mediacoop ha sottolineato come divenga fondamentale che la legge in discussione individui,già all’interno del testo,le risorse riferite al Contributo diretto all’editoria per il 2015; risorse necessarie per raccordare le realtà di oggi, già fortemente provate dai tagli expost degli ultimi due anni, all’approvazione ed entrata in vigore della Riforma.
Si è poi preso atto con forte preoccupazione, di come, nonostante le tante iniziative e sollecitazioni lodevolmente promosse da diversi esponenti del parlamento nei mesi passati, ad oggi, per la terza volta in tre anni, si sia di fronte a risorse assolutamente insufficienti a far fronte al fabbisogno relativo al contributo diretto 2015.
La denuncia delle conseguenze drammatiche già prodotte in questi anni, in cui, escludendo le realtà che sono sostenute dal comma 3 dell’attuale normativa, le testate titolari di contributi diretti all’editoria sono passate nel periodo 2009-2014da 116 a 51 rende evidente la certezza che senza una scelta chiara sul 2015 alla Riforma molte altre realtà non potranno arrivare, con grave danno per il pluralismo.
Un altro tema rilevante pone seri problemi a periodici e quotidiani di cooperative ed altre realtà non profit: l’inquietante vicenda della consegna “limitata” o “solo in certi giorni della settimana” di giornali e periodici da parte delle Poste, in molti comuni italiani. Tema che non tocca la Riforma in modo diretto ma sulla quale Mediacoop richiede al Governo di intervenire per corrispondere ad un impegno preso non solo verso periodici e quotidiani, ma, in primis, verso i cittadini.
La direzione di Mediacoop ha poi evidenziato la necessità di rafforzare, insieme a tutti i soggetti promotori, la campagna #menogiornalimenoliberi, anche tramite un nuovo hastag #ungiornaleperchilegge.
La Direzione di Mediacoop ha, infine, discusso e condiviso le modifiche da proporre su due punti della legge in discussione. Punti che, se non modificati, potrebbero avere conseguenze fortemente negative sulla sostenibilità delle cooperative e delle altre realtà non profit:
a) l’introduzione del tetto massimo del 50% dei ricavi dell’impresa al netto del contributo pubblico di possibile intervento dello Stato a sostegno delle testate giornalistiche ammesse.
b) Le nuove modalità e la tempistica di corresponsione del contributo pubblico.
In entrambi questi casi, infatti, la legge prevede modalità che porterebbe a pesanti ricadute negative sul piano economico e finanziarioper le cooperative e le altre realtà non profit, non in grado, comunque, di garantire, per molte di esse, la continuità dell’esercizio aziendale.
La Direzione ha condiviso le proposte di emendamento che Mediacoop ha inviato con specifica Nota in ogni fase della discussione confidando, in particolare, che sui tre punti critici oggi indicati come assolutamente prioritari, vi sia la sensibilità e l’impegno del “relatore” e dei tanti deputati e senatori di differenti schieramenti politici che hanno sostenuto la battaglia per il pluralismo dell’informazione ad ascoltare e valutare le buone ragioni di cui riteniamo di essere portatori favorendo la rapida integrazione/modifica ed approvazione della Legge.