Buoni e giusti: partita la campagna COOP contro illegalità, lavoro nero, caporalato e truffe alimentari
A fronte di una situazione critica e drammatica che getta sempre più ombre sul cibo che arriva sulle nostre tavole è partita la Campagna “Buoni e Giusti Coop” che vede protagonista Coop: prima insegna della grande distribuzione in Italia con i suoi 1.100 punti vendita e al tempo stesso importante organizzazione di consumatori con oltre 8 milioni di soci.
L’impegno di COOP su questo versante è decennale, sono stati i primi in Europa ad ottenere la certificazione secondo lo standard etico SA8000, “Buoni e Giusti Coop” vuole essere un apripista per intervenire concretamente in tema di illegalità, coinvolgendo tutti gli 832 fornitori di ortofrutta (nazionali e locali) di Coop che operano con oltre 70.000 aziende agricole.
Una campagna fatta di atti concreti più che di parole e che si muove su tre assi.
In primo luogo una serie di interventi importanti concentrati sulle filiere individuate come le più critiche, inoltre azioni e controlli sul campo e in parallelo iniziative di supporto a carattere sociale.
Coop ha sempre presidiato il settore agroalimentare con un approccio di “filiera” e cioè controllando tutti i passaggi dal campo alla tavola dei consumatori per ottenere precise garanzie in tema di responsabilità sociale dai propri fornitori di prodotto a marchio (ovvero quei prodotti “targati” Coop su cui l’insegna esercita un presidio costante diventando non soltanto un distributore, ma una vera e propria azienda produttiva).
Coop ha individuato 13 filiere ortofrutticole più esposte ai rischi di illegalità e dove più frequentemente emergono episodi di sfruttamento dei lavoratori; con una pianificazione degli interventi che tiene conto della stagionalità si attueranno controlli sulla filiera degli agrumi, per poi proseguire con le fragole, i pomodori, i meloni, le angurie, l’uva, le patate novelle e altri 5 ortaggi di largo consumo.
A tutti i fornitori Coop ha chiesto di sottoscrivere l’adesione ai principi del Codice Etico che contempla una serie di impegni per il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevede l’esecuzione di un piano di controlli a cui non si può venir meno, pena in caso di non-adesione l’esclusione dal circuito. Inoltre Coop ha intensificato i controlli; sotto esame la filiera degli agrumi (clementine e arance Navel) indagata dagli auditor di Bureau Veritas, leader a livello mondiale nei servizi di ispezione, di verifica di conformità e di certificazione. I primi dati che hanno coinvolto tutti i fornitori Coop e un terzo delle aziende agricole di questa filiera su tre regioni -Calabria, Sicilia e Puglia- sono comunque incoraggianti: nessuna segnalazione di gravi non conformità (caporalato, lavoro nero o casi di discriminazione), sono state invece individuate problematiche relative a norme di sicurezza disattese su cui è stato chiesto un pronto intervento. I prossimi controlli riguarderanno le fragole e il pomodoro ciliegino.
“Il nostro è un impegno costante, sistematico e non di facciata – spiega Marco Pedroni, Presidente Coop Italia – Siamo a fianco del Ministero e di tutti quegli enti e organizzazioni che hanno a cuore questo problema. Il rischio è che l’impresa “cattiva” scacci quella buona e che la ricerca del prezzo più basso possibile faccia a pugni con i diritti delle persone. “Buoni e Giusti”, con tutto ciò che ne consegue, vuole essere un apripista per intervenire concretamente sulla realtà dello sfruttamento. Il nostro è un discorso etico, ma l’illegalità ha anche un risvolto economico che si gioca sulla pelle dei più deboli e sulle imprese oneste”.
Per saperne di più clicca su: http://www.e-coop.it/buoniegiusticoop