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AgCult | G20, Franceschini: Cultura linfa delle nostre vite

Per il ministro italiano “proteggere il patrimonio dell’umanità significa proteggere l’umanità stessa: la sua identità, le storie, l’arte, la bellezza”

“La pandemia ha reso ancora più evidente quanto siamo interdipendenti, quanto sia necessario che i Paesi lavorino insieme: perché problemi globali esigono risposte globali. Allo stesso tempo la pandemia ci ha anche fatto capire quanto la cultura sia la linfa delle nostre vite”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, aprendo nell’arena del Colosseo la prima ministeriale Cultura del G20. Domani le sessioni di lavoro si svolgeranno a Palazzo Barberini, tra i capolavori di Caravaggio e Raffaello e proprio sotto lo splendido affresco di Pietro da Cortona. I lavori del G20 sono stati aperti sull’arena del Colosseo, il luogo più simbolico dell’Italia e il cuore dell’antica Roma. 

Le piazze vuote, i musei chiusi come i cinema, i teatri, le biblioteche, “hanno reso le nostre città tristi, spente – ha proseguito il ministro -. Per questo ora sappiamo che sarà la cultura la chiave della ripartenza, il motore di una crescita innovativa, sostenibile ed equilibrata”. 

Franceschini ha poi ricordato come “la tutela del patrimonio culturale, la transizione tecnologica e digitale, le industrie culturali e creative sono tutte sfide che definiscono il nostro tempo. Sfide che possono essere affrontate solo attraverso una nuova stagione di multilateralismo e di cooperazione fra i popoli. Un impegno globale per promuovere più cultura, più educazione, più sapere. L’Italia crede fortemente nella diplomazia culturale quale ponte tra popoli e nazioni. Non solo tra i Paesi più vicini ed allineati. Ma anche tra i Paesi più distanti che, anche nei momenti di difficoltà, devono sempre trovare e tenere aperto uno spazio di dialogo. È nostra convinzione che quello spazio lo possano trovare nella cultura. Perché ben prima dell’azione di governo, la cultura parla ai popoli”. 

Il ministro della Cultura italiano ha quindi sottolineato come “proteggere il patrimonio dell’umanità significa proteggere l’umanità stessa: la sua identità, le storie, l’arte, la bellezza. Per questo quando un monumento millenario, un sito archeologico, un museo sono minacciati in qualunque parte del mondo, noi tutti, ovunque viviamo, rimaniamo feriti, ci sentiamo coinvolti, ci riguarda”. Per questo “proteggere la cultura, come fa UNESCO, significa contribuire al dialogo internazionale, al riconoscimento e al rispetto della diversità. L’Italia è fiera di aver invocato la risposta delle organizzazioni internazionali alle minacce che colpiscono il patrimonio, dal terrorismo, alle calamità, al traffico illecito. I Caschi Blu della Cultura e i gruppi nazionali che tutti noi 20 potremmo costituire in coordinamento con UNESCO, per proteggere il patrimonio davanti alle crisi ed ai disastri naturali, possono essere una risposta formidabile”. 

In fondo oggi, dopo la pandemia, ha aggiunto Franceschini “siamo tutti come dopo una grande guerra. Viviamo un momento di grande preoccupazione ma anche di grande speranza. Ma sappiamo che le preoccupazioni non debbono mai prevalere sulla speranza. Sarà la cultura ad aiutarci. Sarà lo strumento decisivo per una crescita economica e uno sviluppo sostenibile delle nostre società. Sarà la frontiera su cui incrementare l’innovazione, la creatività, le opportunità dell’era digitale. Sarà la memoria del passato ma anche la bussola che ci indicherà la rotta per il futuro”.

(Fonte: AgCult.it)