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AgCult | Cultura, assegnati i Premi Nazionali per la Traduzione 2021

Si tratta di 8 Premi che vanno a traduttori e case editrici

Sono stati attribuiti, da una commissione di esperti nominata dal Ministro della Cultura Dario Franceschini lo scorso gennaio, i Premi Nazionali Per la Traduzione, destinati a traduttori ed editori italiani e stranieri che abbiano contribuito, con le loro opere, a elevare la quantità e la qualità degli scambi reciproci fra la cultura italiana e le altre culture. I premi sono stati assegnati a Daniele Ventre, a Margherita Carbonaro, alla Casa editrice Clichy, alla Casa editrice Sonia Draga, a Carlos Gumpert Melgosa, a Silvia Pozzi, ad Alessandra Repossi e a Francesco Stella.

LE MOTIVAZIONI

Daniele Ventre, dottore di ricerca in filologia umanistica, ha pubblicato una traduzione isometra dell’Iliade, che ha vinto il Premio Marazza per la Traduzione. Secondo la Commissione di valutazione, “la sperimentazione e la ricerca che Daniele Ventre conduce sulle possibilità di una versione isometrica dell’epica greca arcaica ha dato un successivo essenziale frutto con la traduzione in esametri dell’Odissea. Una traduzione capace di restituire al lettore contemporaneo ‘l’ascolto’ dell’opera originale, ricorrendo al ritmo stesso della tradizione epica, con la sua battuta cadenzata, da verso narrativo. (…) L’ultima quinquennale fatica di Daniele Ventre è l’innovativa traduzione dell’opera virgiliana – dalle Bucoliche, alle Georgiche e all’Eneide – capace di restituire, insieme agli effetti stilistici e alle sonorità dei testi originali, il fascino dell’universo poetico di Virgilio, la sua sofferta ricerca di senso”. 

Margherita Carbonaro “si distingue per traduzioni dal lettone e dall’inglese”. Nella traduzione del romanzo dello scrittore austriaco Christoph Ransmayr “Cox o il corso del tempo” (Feltrinelli 2018),  “Carbonaro ricrea una scrittura caratterizzata da registri e ritmi che scandiscono i flussi dell’andare per mari e fiumi, la lentezza e concentrazione del lavoro, la prosodia del conversare, lo scorrere di paesaggi e culture che dilatano ogni dimensione. (…)  Il lettore si immerge in una polifonia linguistico-culturale: mondo cinese e memoria inglese raccontati in un tedesco straniato da Ransmayr, e resi in un italiano altrettanto polifonico da Carbonaro. (…) La giuria apprezza, di Margherita Carbonaro, l’esperienza della traduzione come avventura, come mestiere e compito di mediazione tra mondi”. 

La casa editrice Clichy, nata nel 2012 a Firenze, “vanta un catalogo già ricco a forte connotazione letteraria, con titoli sempre di grande interesse e generalmente inediti”, secondo la Commissione. Per il Gruppo editoriale Sonia Draga, casa editrice polacca nata a Katowice nel 2000, la Commissione fa riferimento al suo catalogo, “ampio per la varietà di proposte e per la selezione di autori, si arricchisce annualmente di un centinaio di titoli. Attenta alla divulgazione letteraria, pubblica in particolare thriller, gialli, narrativa storica, biografie, racconti, fantascienza, saggistica, letteratura per bambini e ragazzi. Interessante l’ampia proposta traduttiva di libri pubblicati in lingue europee, che presentano al pubblico polacco autori apprezzati nei paesi d’origine”. Per l’edizione 2021 del Premio,  Sonia Draga “presenta tre titoli che hanno attirato l’attenzione del pubblico italiano (Antonio Scurati, M. il figlio del secolo; Viola Ardone, Il treno dei bambini; Marco Missiroli, Fedeltà), operazioni traduttive ben realizzate, che confermano la capacità dell’editrice di inserire il lettore polacco nel panorama culturale contemporaneo, contribuendo alla promozione della letteratura italiana contemporanea in Polonia come parte significativa della presenza di Sonia Draga nel proprio paese”. 

Carlos Gumpert Mengosa “ha al suo attivo un’ampia e sistematica attività di traduttore, per le    principali case editrici spagnole (…), di opere di autori italiani, soprattutto contemporanei, tra i quali Calvino, Manganelli, Primo Levi, Parise, Tabucchi, Eco, Fo.Presenta a questa edizione del Premio la traduzione di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda (El zafarrancho aquel de via Merulana, Sexto Piso, Madrid, 2019), opera che, come è noto, rappresenta per il traduttore un’assoluta sfida per il mosaico linguistico che la caratterizza, ove coesistono cultismi, neologismi, volgarismi e dialettalismi. Un opportuno apparato di note aiuta a chiarire i riferimenti storici e culturali bersaglio della sempiterna ironia di Gadda, nonché i molteplici riferimenti letterari, anche quelli volutamente nascosti. Un analogo lavoro di accurata documentazione, consegnato a un corposo apparato di note, è a corredo della seconda traduzione presentata a questa edizione del Premio: il romanzo storico M. il figlio del secolo di Antonio Scurati (M. el hijo del siglo, Alfaguara, Madrid 2020)”.

Silvia Pozzi, professore associato di Lingua e letteratura cinese, a parere della Commissione, “unisce ad una costante attività di ricerca nel campo della traduzione una intensa attività di traduttrice di testi di letteratura cinese moderna e contemporanea e di consulente editoriale per case editrici nazionali e internazionali. E’ anche animatrice e direttrice scientifica del Laboratorio di traduzione letteraria dal Cinese organizzato in questi anni da istituzioni e atenei milanesi. Presenta qui tre opere che, pur se saldamente incardinate nella Cina del presente, declinano in maniera diversa temi e problemi della contemporaneità globale. E queste scelte dimostrano non solo la sua precisione nell’identificare testi rappresentativi dell’attuale scena letteraria cinese, ma anche la matura versatilità nelle scelte traduttive che accompagnano costantemente il lettore e favoriscono la comprensione del testo pur mantenendone le peculiarità e il ‘sapore’ originale (…).  Questi tre lavori costituiscono una testimonianza recente del lavoro puntuale e ragguardevole di una delle nostre più attive traduttrici dal cinese”. 

Alessandra Repossi, “traduttrice professionale con più di tre decenni di attività alle spalle, è stata anche presidente dell’Associazione Italiana Traduttori e Interpreti. Ha tradotto oltre 130 volumi di   narrativa e saggistica (…) per le principali case editrici italiane (…), e numerosi articoli per varie riviste di grandi gruppi editoriali. (…) Tra le traduzioni più recenti in particolare si segnalano per la nettezza dello stile e la resa formale il romanzo Rough Animals di Rae DelBianco ambientato negli spazi sconfinati del West Nord-americano; Autobiografia per sommi capi, una raccolta di saggi poco noti di George Orwell; e l’attualissimo La fine delle epidemie di Jonathan Quick”.  

Francesco Stella “è professore ordinario di Letteratura latina medievale e umanistica presso l’Università di Siena, sede di Arezzo, dove insegna Filologia latina medievale e umanistica con incarichi di Letterature comparate, Applicazioni informatiche per la ricerca letteraria e Teoria della Traduzione. (…) Le sue numerose traduzioni dal latino medievale spaziano dalla poesia biblica e teologica alla letteratura carolingia alla letteratura latina cristiana tardo-antica e alto-medievale.  (…)  Lo stile traduttivo di Francesco Stella – filologicamente ineccepibile ma sempre limpido e netto – ha avuto anche il grande merito di avvicinare alla letteratura latina medievale lettori non specialisti”.

(Fonte: AgCult.it)