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AgCult | Camera, al via iter pdl su promozione e sostegno del teatro in carcere

La proposta di legge è volta, nel dettaglio, a riconoscere le attività teatrali negli istituti penitenziari come opportunità di cambiamento per i detenuti attori e come mutamento delle modalità relazionali di chi vive l’esperienza del carcere

Prende il via mercoledì in commissione Giustizia della Camera l’esame della proposta di legge “Disposizioni per la promozione e il sostegno delle attività teatrali negli istituti penitenziari”, primo firmatario Raffaele Bruno (M5S). Il provvedimento, assegnato in sede referente alla commissione Giustizia, dovrà ricevere il parere anche delle Commissioni Affari Costituzionali, Bilancio e Tesoro, Cultura, Lavoro, Affari sociali e Commissione parlamentare per le questioni regionali.

La proposta di legge è volta, nel dettaglio, a riconoscere le attività teatrali negli istituti penitenziari come opportunità di cambiamento per i detenuti attori e come mutamento delle modalità relazionali di chi vive l’esperienza del carcere; promuovere percorsi di inserimento lavorativo per i soggetti in esecuzione di pena, per un loro reingresso nella legalità attraverso la promozione dell’acquisizione di nuove competenze; prevedere una fonte certa e duratura di finanziamento che possa dare continuità alle iniziative finora svolte e a quelle che si intende attivare; promuovere progetti di collaborazione e di circolazione delle attività teatrali negli istituti penitenziari presso teatri e spazi culturali; promuovere attività culturali ed editoriali attraverso l’organizzazione di convegni, seminari, presentazioni e incontri pubblici; promuovere attività di documentazione fotografica e filmica.

La legge 26 luglio 1975, n. 354, sull’ordinamento penitenziario, stabilisce che il trattamento penitenziario dei condannati e degli internati ha carattere rieducativo e che tende, anche attraverso i contatti con l’ambiente esterno, al reinserimento sociale, anche attraverso attività sperimentali mirate a promuovere e a diffondere metodologie nuove nel contesto nazionale, prevedendo, altresì, che la comunità locale (privati, istituzioni o associazioni pubbliche o private) partecipi all’azione rieducativa svolta nei confronti degli stessi. In Italia da molti anni si sono moltiplicate le iniziative rivolte alle persone sottoposte a limitazioni della libertà personale finalizzate al miglioramento della qualità della vita in carcere attraverso le attività teatrali, che permettono di portare la tematica carceraria e della giustizia all’attenzione della cittadinanza per instaurare un rapporto diretto fra i detenuti e il mondo esterno dal quale sono momentaneamente esclusi. È ormai riconosciuto che le attività teatrali negli istituti penitenziari hanno non solo un carattere trattamentale nei confronti dei detenuti, ma anche un’importante funzione di collegamento con la società, nella creazione di rapporti che consentano un miglioramento delle condizioni di vita e il superamento dei pregiudizi non solo dei detenuti ma di tutto il personale coinvolto.

Le iniziative sono state finora realizzate in modo sporadico e temporaneo grazie alla collaborazione di dirigenti, di operatori e di numerosi enti e associazioni. Dal 1982 sono sorti i primi progetti in tal senso, in particolare nella casa circondariale di Roma Rebibbia, grazie all’opera della ‘Compagnia Teatro Stabile Assai’. Inoltre, tra le tante realtà che operano negli istituti penitenziari si ricorda la Compagnia della Fortezza a Volterra e il Centro europeo teatro e carcere (CETEC), entrambi attivi da circa trenta anni. Importantissimo è anche il ruolo del Coordinamento nazionale teatro in carcere, che raccoglie circa sessanta compagnie. Già dal 2013 è attivo un Protocollo d’intesa per la promozione del teatro in carcere tra il Ministero della giustizia, rappresentato dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e dal Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, il Coordinamento nazionale teatro in carcere e l’Università degli studi Roma Tre – Dipartimento di filosofia, comunicazione e spettacolo. Il Protocollo è volto a promuovere le diverse attività avviate nel tempo (la Giornata nazionale del teatro in carcere in concomitanza con la Giornata mondiale del teatro, il Progetto e la Rassegna nazionale di teatro in carcere ‘Destini Incrociati’, sostenuto anche dal Ministero della cultura, iniziative di studio, ricerca e formazione anche a favore del personale penitenziario) e ad approfondire il lavoro di promozione e sviluppo del teatro in carcere a livello nazionale. Ora è necessario fare un salto di qualità e riconoscere a livello nazionale la dignità delle attività teatrali negli istituti penitenziari, come strumento fondamentale per promuovere l’educazione alla cura di sé e la crescita culturale dell’individuo attraverso la conoscenza e la pratica di forme artistiche che favoriscono l’interazione tra le diverse culture e lo sviluppo dei rapporti interpersonali.

LA PROPOSTA DI LEGGE

L’articolo 1 reca le finalità della legge ed elenca le attività teatrali da organizzare negli istituti penitenziari per attuare tali finalità (commi 1-3). Si prevede, inoltre, l’istituzione di un Osservatorio permanente sulle attività teatrali negli istituti penitenziari e di un Tavolo tecnico per lo sviluppo e la realizzazione delle citate attività, istituito presso l’Osservatorio (comma 4), i cui compiti sono elencati rispettivamente ai commi 5 e 7. Il comma 6 stabilisce che il Tavolo tecnico presenti annualmente al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria un programma di attività articolato in obiettivi e azioni prioritarie in coerenza con una programmazione triennale. Il comma 8 individua le attività degli enti, delle associazioni e delle imprese, anche sociali, che collaborano con l’amministrazione penitenziaria alla realizzazione degli obiettivi previsti dalla legge. Il comma 9 prevede che nella relazione annuale di cui all’articolo 5, comma 3, della legge 22 giugno 2000, n. 193, sia istituita un’apposita sezione sulle attività svolte ai sensi della legge e sulle iniziative realizzate per la promozione delle attività teatrali negli istituti penitenziari, nonché una specifica valutazione sulla disponibilità e sull’idoneità degli spazi destinati alle attività teatrali e sugli interventi realizzati ai sensi dell’articolo.

L’articolo 2 prevede che, in ciascun istituto penitenziario che ne sia sprovvisto siano individuati appositi spazi da dedicare alle attività teatrali e allo sviluppo di percorsi artistici, anche sperimentali, volti all’inserimento lavorativo dei soggetti in esecuzione di pena, attraverso l’acquisizione di competenze artistiche, relazionali e professionali.

L’articolo 3 prevede l’istituzione di un Fondo per la promozione e il sostegno delle attività teatrali negli istituti penitenziari e stabilisce la relativa copertura finanziaria (2 mln di euro a decorrere dal 2021). Il Fondo, in particolare, è volto a finanziare la partecipazione di professionisti dello spettacolo e delle imprese sociali, degli enti e delle associazioni di cui all’articolo 1, comma 2, nonché all’erogazione di benefìci economici in favore del personale interno che collabora alla realizzazione degli spettacoli.

(Fonte: AgCult.it)