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#Menogiornalimenoliberi: parte la seconda fase della Campagna

TESTATA 22

Dopo il no della Camera alla proposta di abolizione del contributo all’editoria e la presentazione di un progetto di Legge di riforma a firma Coscia, Rampi,…parte la seconda fase della Campagna #menogiornalimenoliberi

20151021_161039Il coordinamento della campagna #menogiornalimenoliberi ha individuato le prossime azioni di informazione da sviluppare per favorire e promuovere un adeguato livello di consapevolezza nei cittadini e nelle realtà sociali ed istituzionali, rispetto all’importanza del sostegno all’editoria cooperativa e delle altre realtà no profit: un sostegno che si basi, certo, è bene sottolinearlo ancora una volta, sul pieno rispetto delle regole, selettive e trasparenti, che sempre più devono caratterizzare l’indispensabile intervento dello Stato.

Un grazie, intanto, sentito a tutti coloro che hanno sostenuto e seguito #menogiornalimenoliberi contribuendo a definirne e rilanciarne i contenuti. Tanti cittadini e tante associazioni che hanno condiviso la necessità che lo Stato si preoccupi di garantire un sistema plurale nel nostro Paese.

Il coordinamento della campagna ha, poi, preso atto con soddisfazione del fatto che la Camera dei Deputati, a grandissima maggioranza, abbia ritenuto di respingere la proposta del legge del Movimento 5 Stelle, che prevedeva l’abrogazione totale del finanziamento pubblico alle testate giornalistiche.

Si è così confermato, in coerente applicazione dell’art.21 della Costituzione, come non possa certo essere solo il mercato a determinare le condizioni necessarie affinché l’informazione possa essere pluralista ed in grado di raccontare aree sociali, culturali e territoriali, altrimenti costrette a restare escluse da questo diritto o a vederlo ridotto in molti casi ad un’unica voce.

Resta invece, ora, aperta la necessaria rivisitazione delle norme pur selettive in essere per rendere la normativa sempre più efficace ed in grado di leggere ed interpretare i cambiamenti sempre più rapidi nel modo di produrre ed utilizzare le informazioni. Una necessaria spinta verso l’innovazione tecnologica ed organizzativa e verso una ancora più chiara definizione dei criteri di ammissibilità che renda sempre più efficace e trasparente il contributo pubblico sia per le testate di giornali cartacei, sia per quelli online che possano documentare l’insieme dei requisiti che la legge dovrà più analiticamente indicare in relazione a queste specifiche fattispecie.

Ecco perché serve una nuova fase della Campagna #menogiornalimenoliberi

E’ necessario accompagnare la discussione in Commissione Cultura e parlamentare sulla proposta di legge del Pd, “Istituzione del Fondo per il pluralismo dell’informazione e deleghe al Governo per la definizione del sostegno pubblico all’editoria”, con un costante momento di informazione e confronto con cittadini, parlamentari, realtà sociali, culturali e istituzionali. A partire dall’ascolto delle tante realtà che hanno voluto nel recente passato aderire e sostenere la prima fase della campagna.

20151021_160842Per #menogiornalimenoliberi la necessità non è più quella di raccogliere ulteriori firme di sostegno: si deve, invece, contribuire a rendere la discussione sui contenuti di questa prima parte della più complessiva riforma dell’intera filiera dell’editoria annunciata dal sottosegretario Lotti, costituita oggi dalla proposta di legge Pd, la più ampia e comprensibile per i diversi interlocutori: cittadini, rappresentanti delle istituzioni o di realtà sociali e culturali, Parlamentari di differenti schieramenti.

Chiediamo, quindi, a chi ci legge di seguirci, condividere, segnalare articoli, esprimere testimonianze, interviste ed approfondimenti, anche video o audio, che aiutino a capire le ragioni delle proposte e a migliorarle.

Chiediamo ai gruppi parlamentari di voler ricevere una delegazione di rappresentanti delle testate cooperative e di altre realtà non profit provenienti da diverse regioni italiane per poter loro illustrare al meglio le motivazioni e i contenuti che stanno alla base dell’urgenza e della necessità di una legge di riforma che possa dare stabilità e possibilità di programmazione ed investimenti innovativi nel settore.

Siamo pronti, intanto, a procedere insieme, tra le associazioni firmatarie della campagna, ricercando posizioni comuni rispetto al progetto di riforma e al percorso legislativo connesso alla legge di stabilità: avendo a riferimento alcune delle linee di contenuto enunciate in queste settimane nel confronto con il Governo per suggerire al dibattito modifiche e miglioramenti al testo Pd nell’auspicio che il Parlamento possa, il più rapidamente possibile, approvarlo.

Doveroso, però, per onestà nei confronti di chi ci segue e, in particolare di chi ci apprezza, segnalare che, ad oggi, resta ancora drammaticamente non risolta la questione, indispensabile per procedere concretamente e costruttivamente in questo percorso, della individuazione e corresponsione del Contributo dovuto alle testate per l’anno 2014. Un ritardo che, aldilà delle pur lodevoli intenzioni più volte ribadite dal Governo di onorare gli impegni presi di una contribuzione non inferiore a quella corrisposta per il 2013, se non risolto celermente rischia di portare queste tante realtà informative alla chiusura forzata.

La campagna intanto vuol contribuire a fare chiarezza e a far conoscere motivazioni e contenuti utili per costruire basi solide per una nuova fase del sistema dell’informazione in Italia. Una fase che possa interpretare i cambiamenti in essere e che sia in grado di salvaguardare e contribuire al rilancio dell’intera filiera editoriale, di incentivare e praticare forti elementi di innovazione e di garantire possibili e credibili sviluppi di nuove start up e di nuovo lavoro.

Un elemento del confronto di queste settimane è fondamentale per dare prospettive e capacità di programmare le necessarie modifiche organizzative e di investimento in innovazione di molte strutture: quello che individua la prioritaria scelta di costituzione di un Fondo dedicato al sostegno al pluralismo e all’innovazione dell’informazione di durata di cinque anni.

Un elemento che vorremmo vedere confermato dal dibattito parlamentare e sostenuto, oggi, con adeguati stanziamenti per i prossimi tre anni nella Legge di Stabilità 2016.

per la Campagna Menogiornalimenoliberi

Roberto Calari