Home News Comunicazione Mediacoop: “Senza il reperimento delle risorse 2015 quale Riforma dell’editoria?

Mediacoop: “Senza il reperimento delle risorse 2015 quale Riforma dell’editoria?

quotidianiLa Riforma dell’editoria approvata dal Senato qualche giorno fa si avvia, crediamo, ad una rapida discussione ed approvazione definitiva alla Camera.

Mediacoop esprime, certo, la propria soddisfazione, anche per alcuni degli emendamenti accolti in Aula, e, più in generale per un risultato impensabile solo un anno fa. Anche noi, insieme alle altre sigle rappresentative dell’editoria e dell’informazione abbiamo cercato di contribuire tramite la campagna #menogiornalimenoliberi a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di un organico intervento pubblico a sostegno del pluralismo dell’informazione: questo a fronte di proposte e posizioni di alcune forze politiche e di parte della stessa maggioranza di Governo che parevano convinte di lasciare al solo mercato la possibilità di definire la presenza di un “pluralismo dell’informazione” così rilevante per ogni democrazia.

Oggi, l’imminente ed auspicata nascita del Fondo per il pluralismo e la libertà dell’informazione, dotato di specifiche ed importanti dotazioni nel Bilancio dello Stato pone le basi per una programmazione certa, trasparente e selettiva delle testate locali cooperative e non profit. Una contribuzione che rappresenta, comunque, per i giornali di carta e online, le radio e le tv di informazione che svolgono una riconosciuta funzione di interesse pubblico locale, una certezza di risorse indispensabili per programmare nuove dimensioni organizzative e di impresa capaci di corrispondere con maggiore solidità e qualità ai bisogni di informazione libera e plurale delle comunità locali e di contribuire a quella della comunità nazionale.

Ma se tardiamo a gioire per il positivo esito di questo importante round sul percorso della Riforma il motivo non è connesso tanto ai diversi punti su cui avremmo voluto regole più attente a leggere i bisogni delle piccole realtà indipendenti del settore, perché siamo, comunque, convinti che quanto fin qui approvato rappresenti un risultato apprezzabile. Le conseguenze traumatiche, certo, non mancheranno, ma è nostra convinzione che sia possibile ricercare soluzioni in termini di innovazioni e di nuovi strumenti comuni nell’ambito del nuovo scenario di certezze che consentirà, con l’approvazione della riforma, di programmare in chiave pluriennale le scelte e gli investimenti delle cooperative e delle altre realtà non profit.

Quale, dunque, il motivo della nostra sospensione di giudizio? Non è difficile individuare il punto macroscopico, eppure apparentemente poco visibile dai più, visto l’assordante e incomprensibile silenzio su questo punto nel dibattito in Senato e da parte del Governo, nella mancata indicazione sul come fare immediatamente fronte all’erogazione dei contributi per l’editoria riferiti al 2015 per i giornali di informazione cooperativi e non profit.

Siamo, ormai, infatti a settembre 2016 e delle risorse più volte promesse per il 2015 nessuna indicazione definitiva. Eppure, più volte, come già in avvio della discussione del progetto di Riforma, il sottosegretario Luca Lotti, a cui, per altro, va riconosciuto il merito di aver voluto con caparbietà questa importante riforma, ha garantito che anche per il 2015 le risorse sarebbero arrivate.
Sarebbe ora veramente aberrante e molto grave che questo primo difficile passaggio della riforma a tutela del pluralismo si dovesse accompagnare alla “chiusura” forzata di un altro significativo numero di piccole testate cooperative e non profit. Sono già 48 le testate che hanno dovuto cessare le pubblicazioni negli ultimi anni nell’attesa di una riforma e sotto i tagli annunciati ex post del 2013 e 2014.

Far vivere il pluralismo e dare credibilità e senso a questa riforma vuol dire, per Parlamento, Governo, Istituzioni, Presidenti di Camera e Senato, e mi si permetta, con tutto il dovuto rispetto, per il Presidente della Repubblica, prendere piena consapevolezza di questo grave vulnus e ad operarsi affinché si possano reperire ed erogare con indispensabile tempestività le risorse dovute per il contributo editoria 2015 sulla base delle domande presentate ed accolte.

Se la Camera procederà con celerità al vaglio ed approvazione della Legge si aprirà, poi, un altro importante momento di confronto con il Governo nella fase di scrittura dei contenuti delle deleghe che la Legge gli conferisce. Mediacoop e con essa, credo, le altre associazioni cooperative e non profit, sono pronte ad un confronto e a proposte costruttive.

Inoltre le cooperative del settore sono già in una fase avanzata di sperimentazione di una nuova piattaforma digitale comune per le testate di informazione locale, in chiave multimediale e sono attive nella costruzione di altri strumenti di lavoro in chiave di innovazione.
Ogni territorio del Paese ha diritto ad un’informazione libera e plurale e non può essere privato di strumenti indipendenti, professionali di informazione quali quelli rappresentati dalle cooperative di giornalisti e poligrafici e dalle altre realtà non profit.

Un nostro appello forte al Governo e alle Istituzioni, quindi, affinché si muovano in coerenza con la dichiarata volontà di salvaguardare il pluralismo nel Paese risolvendo rapidamente il problema delle risorse 2015.

Solo così, crediamo, si potrà affrontare con coraggio, anche grazie alla nuova legge, una stagione che deve vedere tutti impegnati a salvaguardare e dare opportunità di crescita al lavoro e alle competenze esistenti nelle imprese e nel contempo a costruire occasioni per la nascita di nuovo lavoro e nuove start up nel settore.

Roberto Calari
presidente Mediacoop