Home News Comunicazione DECISIVI I DECRETI ATTUATIVI PER SOSTENERE IL PLURALISMO E PER UN VERO RILANCIO DEL SETTORE EDITORIALE

DECISIVI I DECRETI ATTUATIVI PER SOSTENERE IL PLURALISMO E PER UN VERO RILANCIO DEL SETTORE EDITORIALE

Serve un triennio di risorse certe per accompagnare indispensabili processi di ristrutturazione e innovazione nel settore.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in esame preliminare il decreto legislativo che ridefinisce la disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici e in questi giorni lo schema di decreto è alle Camere per l’acquisizione del parere delle Commissioni parlamentari competenti.

E’ un bel risultato, se si pensa che a distanza di 35 anni dalla legge 416 si pongono le basi per il rilancio del settore editoriale indipendente, penalizzato dalla crisi e dal mercato, e per affrontare le sfide dell’innovazione con un apparato normativo più adeguato, introducendo novità di rilievo attese da tempo.

Pur considerando positivamente l’impianto generale dei testi che complessivamente corrispondono agli impegni di sostegno al pluralismo e all’innovazione annunciati e al rilancio della intera filiera editoriale da cui la Legge ha preso le mosse, le imprese cooperative aderenti all’Alleanza delle Cooperative si stanno interrogando su temi cruciali come quello della destinazione delle risorse nel quadro della previsione triennale come previsto nella Legge di Stabilità; un dato che consentirebbe di programmare la propria attività e di fare quegli investimenti necessari per il rilancio del settore e dell’occupazione. Partendo dal presupposto che il “Fondo” nasce con una dotazione significativa, l’importante è che essa sia adeguata alla effettiva quantificazione del fabbisogno annuale. Per questo sarebbe auspicabile prevedere la data entro la quale deve essere emanato il decreto del Presidente del Consiglio per la ripartizione delle risorse. E per questo il Governo e il Parlamento devono essere coerenti con gli impegni presi dalla Legge sull’Editoria approvata ed evitare ogni rischio di diversa destinazione delle risorse in essa previste e appostate sul Fondo per il Pluralismo e l’innovazione dell’informazione.

Un’altra preoccupazione diffusa riguarda, poi, gli investimenti connessi all’innovazione che viene giustamente incentivata, ma che, anch’essa, per realizzarsi necessita di una certezza di risorse per poter garantire una transizione di qualità, dal punto di vista tecnologico, contenutistico e di aggiornamento professionale delle imprese verso il digitale: ovvero l’effettivo passaggio alla multimedialità, ma anche una nuova dimensione qualitativa e professionale dei giornalisti con l’eventuale assunzione di figure dedicate al web e di giovani. Per questo appare un onere eccessivo il minimo previsto per accedere al contributo di 20 articoli giornalieri o contenuti multimediali originali aggiornati almeno 3 volte al giorno per le testate quotidiane e 4 volte a settimana per le testate periodiche; così come è poco chiaro il requisito di informazione autoprodotta. Si può definire autoprodotto il materiale già pubblicato sull’edizione cartacea? Può essere materiale proveniente da agenzie e/o uffici stampa, opportunamente lavorato dal punto di vista giornalistico?

Infine, se “L’obiettivo è quello di assicurare il sostegno pubblico necessario alle voci informative autonome e indipendenti”, in particolare a quelle più piccole e legate alle comunità locali che rischiano di risentire maggiormente dell’attuale situazione di crisi del mercato editoriale, sarebbe importante la definizione degli incentivi che possano riguardare la pubblicità incrementale di ogni impresa verso le testate di informazione locale ritenuta un elemento di sviluppo per sostenere l’informazione del territorio.

La caratterizzazione territoriale dei media locali si esprime, infatti, nel coinvolgimento di tutti gli stakeholder dell’ecosistema per la valorizzazione della prossimità territoriale: nella rappresentazione e promozione del territorio attraverso l’informazione sull’attività politica, sulla cronaca, sullo sport e sugli eventi locali; nella capacità di dar voce alle istanze dei singoli cittadini e, in generale, della comunità; nella relazione virtuosa con l’imprenditoria locale, piccola e media, che nei mezzi locali trova il principale vettore della propria comunicazione commerciale.

I decreti hanno bisogno di ulteriori correzioni tecniche e di alcune maggiori eplicitazioni che evitino fraintendimenti in fase di gestione o che rischino di applicare solo alle cooperative obblighi che per altre forme giuridiche di impresa non profit siano interpretati come non dovute; hanno inoltre necessità di precisare al meglio il ruolo possibile ed anche su più cooperative giornalistiche della figura dei Fondi Mutualistici Cooperativi come soci sovventori.

Le Note sul testo del decreto dell’Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione sono state tempestivamente fatte pervenire come contributo alla definizione più puntuale ed efficace del testo.

Vi è la necessità che l’Alleanza abbia l’opportunità di illustrare al meglio le proprie osservazioni e proposte di modifica del testo alla Commissione Affari Istituzionali del Senato.

E’ fondamentale che i Decreti attuativi, sia quello oggi in itinere, sia quelli ancora da produrre da parte de Governo, siano redatti nella massima chiarezza e nell’ascolto,  per quanto possibile, non solo delle Commissioni Parlamentari, ma anche delle realtà associative. Esse possono, crediamo, infatti, contribuire alla definizione di regole certe e trasparenti.

Un confronto necessario che rimane aperto e dal cui esito deriva, come più volte detto e scritto, il giudizio finale su una legge di riforma che deve effettivamente poter contare su risorse certe e regole tali da dare certezze di riferimenti alle indispensabili fase di innovazione e investimenti cui le imprese cooperative e non profit del comparto sono obbligatoriamente chiamate con tempi sempre più accelerati nei prossimi mesi.